Coppa fatale: anche Zenga ko

Coppa fatale: anche Zenga ko Nel mercoledì nero di Ascoli forse l'Inter ha perso il portiere (lesione al menisco) Coppa fatale: anche Zenga ko E Trapattoni arringa la squadra: «Mai più così» APPIANO DAL NOSTRO INVIATO Guai a non finire all'Inter. Come se non bastasse la quasi eliminazione dalla Coppa Italia, ècco un'altra tegola, il sospetto menisco per il ginocchio destro di Zenga. E' da terreo che il portiere si porta dietro un dolorino che ultimamente si è accentuato: una brusca uscita ad Ascoli forse ha aggravato la situazione. Ieri sera il primo responso: lesione al menisco del ginocchio destro. «Oggi faremo un ulteriore controllo — dice il dottor Bergamo — ma le speranze sono minime». L'Inter e la Nazionale rischiano di perdere il loro portiere in un momento cruciale, soprattutto per i nerazzurri impegnati nell'inseguimento del Napoli e nella difficile rimonta in Coppa. Mentre «processava» i reduci da Ascoli alla Finetina, Trapattoni non conosceva ancora questo verdetto. Un processo senza condanne. L'ennesima sconfit¬ ta rimediata di mercoledì, giorno nero per i campioni d'Italia, ha così scatenato Trapattoni che si è dichiarato «profondamente deluso» mentre, ha detto, «la società è indignata» per l'assenteismo offerto sul campo di Ascoli. Era talmente arrabbiato il tecnico che ha tagliato corto: «Vale quello che ho detto ad Ascoli. Multe? Quali multe? Non ci sono premi speciali per queste partite. Sabato il presidente Pellegrini si riserva di parlare coi giocatori prima dell'incontro col Bologna». Vale a dire che tecnico e società temono un calo di tensione da parte dei nerazzurri in un momento delicato visto che l'impegno in Coppa è sembrato l'opposto di quello del campionato. Molti uomini hanno deluso, a cominciare da Berti che, coincidenza, ieri sera a Milano è stato premiato col «Pallone d'oro», quale migliore calciatore dell'ultima stagione. A differenza di Ascoli, Berti ha parlato: «Può capitare a tutti un rallentamento specie quando gli impegni si accavallano. Certo abbiamo deluso ma la cosa non si ripeterà». Trapattoni non ha concesso ai suoi neppure l'alibi delle molte occasioni sprecate, delle 10 conclusioni che teoricamente potevano fare la differenza. La mancanza di determinazione, secondo il tecnico, ha permesso all'Ascoli di conquistare un successo insperato. «Troppa leggerezza — ha ripetuto — come se a qualcuno l'impegno avesse dato fastidio». Ieri mattina, nel solito campo lontano da sguardi e orecchie indiscrete, Trapattoni ha ripetuto queste parole ai giocatori riuniti in cerchio: non ha puntato il dito su alcuno, ma deve essersi spiegato bene come sua antica consuetudine. «Io credo ancora in questi ragazzi, il collettivo è buono e vorrei continuare con loro quanto è stato iniziato l'anno scorso. Però devono ricordarsi che per camminare forte non bisogna mai distrarsi. Invece qualcuno tende a farlo. Ora occorre un miracolo per restare nella Coppa Italia: con un 2 a 0 contro la Roma sarebbe inevitabile il sorteggiò, soltanto col 3 a 0 potremo qualificarci ma non mi sembra, in questo momento, che la squadra di Radice sia disponibile a fare regali». «Ci ha dato una bella lavata di testa, ce la meritavamo» è stato il commento obiettivo di Matthaus, sempre critico nel modo giusto verso se stesso e gli altri: «L'Inter non può giocare come ad Ascoli. Non basta creare tante occasioni, bisogna saperle concludere. Non ci voleva quell'errore di Serena dal dischetto, forse ci ha condizionati». Aldo è il primo a piangere ancora sul rigore sprecato: «Bocchino è stato molto bravo ad intuire la direzione del mio tiro. E' stata proprio una giornata storta, a quanto pare non andiamo d'accordo col mercoledì». Giorgio Gandolfi

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