Addio a Rambo è di moda il lusso

Addio a Rambo è di moda il lusso Firenze, via alle sfilate di Pitti Uomo Addio a Rambo è di moda il lusso FIRENZE. La trentasettesima edizione di Pitti Immagine Uomo, apertasi ieri e in programma fino a domenica, si è contornata, come non mai, di importanti manifestazioni collaterali, suscettibili di polarizzare l'attenzione degli operatori del settore. Alla vigilia, oltre alla grande mostra dedicata a Roberto Capucci, Palazzo Strozzi, una celebrazione dell'ospitalità fiorentina in piena regola: cocktail a Palazzo Ferroni da Wanda Ferragamo, recital della soprano Raina Kabaivanska nella chiesa di Santo Stefano, in onore di Capucci, come la cena in casa Antinori. Queste iniziative, che vengono indicate come «eventi» sono una volta tanto in carattere con l'immagine maschile, che viene formandosi una visita dopo l'altra negli stands, quelli dei grandi gruppi come il GFT o i Marzotto e gli altri, espressione di ricerca individuale. L'uomo del prossimo inverno 90-91 tiene in gran conto la bontà e la bellezza dei tessuti, che è poi la qualità unificante il vestir classico e quello informale, ma di forme e tono moderati; guarda alla funzionalità dei capi a seconda delle occasioni di vita e se gradisce il colore, lo intende alleato di una tinta scura, per una ben dosata eleganza dalla virilità non più agressiva o troppo sobria, ma rassicurante con qualche accento di audacia, nelle cravatte, nella maglieria. Il completo classico conserva il gilè delle scorse stagioni ma 10 accoglie in tinta unita, in puralana, tranquillo come il cappotto a doppio petto, manica a giro, meglio in tessuto morbido come la mischia lana-alpaca: la novità dell'immagine maschile della Facis è la giacca che sfiora 11 punto vita, ha spalle sciolte, accetta negli spigati filettature nella gamma dei verdi, degli aranciati su marron. Con una giacca Principe di Galles, preferibilmente in lana e cachemere su calzoni di tweed, il cappotto è monopetto. (Profilo). Si recupera, come evidenzia la collezione Hilton, attenta agli accordi di tessuto e colore in giacca, camicia, pantalone e capo lungo, una parte dell'abbigliamento informale, conservando intatta la caratteristica metropolitana. In un'ottica rovesciata, da Allegri, i volumi ampi e arrotondati nei mantelli impermeabili, le forme snellite, scelgono lane reinventate da interventi tecnologici come il panno o lo Shetland cerati, con effetti di superficie brinata, il panno melange schiacciato. Tuttavia c'è un innegabile ritorno all'abito pienamente sportivo, infatti si trova anche da Ermenegildo Zegna: è l'abito da giorno, tessuti a mano morbida, colori più ricchi e la preferenza accordata alla manica raglan nei mantelli, come nei giacconi, nelle caban. Ma anche i nuovi parka e i neobomber, firmati Filippo Alpi First, hanno addolcito di molto l'aria grintosa di un tempo, e li seguono i giacconi in tela militare ingentiliti dall'imbottitura, nei toni del verde inglese, dal rosso Pompei e il blu inchiostro. In queste continue trasposizioni di stili, assumono grande importanza le fodere: ricercate, spesso lussuose, essattamente come la giacca smocking può ostentare il trapuntato a losanghe d'un giubbotto sportivo. Circola ancora l'aria vecchia Inghilterra, ma abbastanza illanguidita o concentrata nelle applicazioni, persino nei ricami su bluson in pelle scamosciata o sui frequenti Montgomery riveduti e corretti in raffinatezza (Iceberg) e avanza l'evocazione della Russia, specie da Guy Laroche, che ricorda nei colori caldi e sostenuti quelli dei costumi del teatro russo e nella linea il classicismo del mondo diplomatico. Lucia Sollazzo Cappotto monopetto, giacca principe di Galles e pantaloni in tweed di lana

Luoghi citati: Firenze, Galles, Inghilterra, Pompei, Russia