Poliziotto geloso uccide ragazzo

Poliziotto geloso uccide ragazzo A Trapani: si erano appartati in auto per un chiarimento, poi due colpi di pistola Poliziotto geloso uccide ragazzo La vittima aveva difeso il rivale dell'agente TRAPANI. Uno studente di 17 anni, un ragazzo esuberante, ritenuto da tutti un bravo ragazzo, è stato ucciso con due colpi di pistola alla nuca. Si chiamava Andrea Romano. L'assassino è un poliziotto, Gianvito Galia, -31 anni, una carriera senza macchia prima in questura a Palermo e poi a Trapani, la sua città, addetto al «Nucleo scorte» per la protezione dei giudici, e da otto mesi alla Mobile. Il poliziotto avrebbe confessato ed è stato interrogato per sèi ore prima di finire in una cella del carcere «San Giuliano». Il giudice ha firmato l'ordine di arresto per omicidio. Il cadavere è stato trovato dai carabinieri poco prima delle 5 di ieri in contrada «Moschitto», a tre chilometri da Trapani, una zona periferica vicina alla strada provinciale per Salemi, poco distante da alcune saline. Il ragazzo aveva la testa fracassata ed era riverso sul ciglio della strada. I carabinieri erano stati chiamati da Piero Castellana, 28 anni, infermiere dell'ospedale «Sant'Antonio» che con i due aveva raggiunto il luogo appartato con la sua «Fiat Uno». Perché? Un delitto indecifrabile, un «giallo». «Apparentemente un omicidio senza movente» ha commentato senza aggiungere altro il sostituto procuratore Francesco Pelle* grìno, titolare dell'inchiesta. Tanti i «forse» uno dei quali, al momento il più consistente e credibile, riguarda le molestie di alcuni «picciotti» (di Piero Castellana soprattutto) nei confronti della moglie dell'agente, 27 anni, madre di un bambino. Attraverso le fitte maglie degli inquirenti, imbarazzati perché stavolta l'omicida è uno di loro, di lei è trapelato ben poco, neppure il nome. Il magistrato ha avvertito che la donna potrebbe non entrarci, ma nonostante quest'invito alla prudenza, un po' per tutti a Trapani la parola d'ordine è «cerchez la femme». C'è addirittura chi mormora di una presunta relazione tra la donna e l'infermiere. A tarda sera, martedì, il poliziotto, l'infermiere e lo studente molto più giovane di loro, si sono incontrati. Sembra per un «chiarimento». Il ragazzo, gior¬ ni prima, aveva assistito a un diverbio tra i due. Tutti e tre — hanno raccontato alcuni testimoni — si sono allontanati a bordo della Uno. Il proprietario di un bar del centro ha assicurato che poco dopo mezzanotte erano entrati nel locale agitati, «forse un po' ubriachi». Poi niente fino alle 4 del mattino, quando Piero Castellana ha telefonato al centralino dei carabinieri per dare la notizia di «un incidente». Poi ha indicato ai militi i particolari necessari per il ritrovamento del cadavere. Il delitto è avvenuto verso l'una di notte, nella vettura ferma nello spiazzo isolato e buio. Infermiere e studente davanti, il poliziotto dietro, che ha im¬ pugnato una pistola calibro 7,65 e ha sparato due volte, colpendo alla nuca Romano. C'è stata prima una colluttazione tra Galia e Castellana? E perché il ragazzo l'avrebbe seguita restando seduto e dando le spalle ai due in lotta? E, ancora, perché la vittima stringeva nel pugno della mano destra la collanina d'oro che l'agente portava al collo? Dopo gli spari — per questi particolari occorre rifarsi a frammenti delle dichiarazioni di Galia e Castellana — l'infermiere è fuggito a piedi. Forse temeva di essere colpito. Ancora poco, e anche il poliziotto si è allontanato di corsa, raggiungendo casa e poi la questura. Da qui i carabinieri, incaricati delle indagini dal magi- strato, non hanno potuto farlo uscire. «Preferiamo che sia interrogato qui» è stato detto ai carabinieri che, chissà perché, hanno avvertito i genitori di Andrea (figlio unico) soltanto alle 8 del mattino, quattro ore dopo il rinvenimento del cadavere. «C'è stato un incidente» è stato comunicato a Silvestro Romano, 46 anni, dipendente dell'ufficio del catasto. «Soltanto a mezzogiorno mi hanno fatto sapere che l'avevano ucciso» ha mormorato piangendo il padre, stringendosi alla moglie, Enza D'Asaro, 43 anni, proprietaria della boutique «Queen» in centro città, proprio davanti alla cattedrale. Nel pomeriggio dopo il lungo interrogatoriol' agente omicida è stato accompagnato nel carcere di «San Giuliano» in una cella di isolamento. Sono stati interrogati a lungo anche la moglie del poliziotto e Piero Castellana. Amici del ragazzo assassinato che, alto un metro e novanta, pesava 120 chili e giocava in una squadra di football americano, sono rimasti fino a sera davanti all'obitorio dove la salma è stata portata per l'autopsia che sarà eseguita oggi. Andrea Romano frequentava il corso di ragioneria nell'istituto privato «Giovanni Verga» dopo aver frequentato senza successo l'istituto commerciale «Calvino». Antonio Ravidà

Luoghi citati: Palermo, Salemi, Trapani