La Bulgaria s'infiamma

La Bulgaria s'infiamma La Bulgaria s'infiamma SOFIA. Nuovi momenti di tensione in Bulgaria, in seguito alle recenti proposte di ridare nomi turchi alla minoranza di lingua turca e di religione musulmana. Ieri migliaia di manifestanti hanno fischiato e contostato i massimi esponenti del governo gridando: «Abbasso i traditori», «La Bulgaria ai bulgari», «I turchi in Turchia», «La Bulgaria 6 e sarà sempre cristiana». Circa 50 mila persone, agitando bandiere e cantando questi slogan, si sono raccolte fin dalla mattina nella piazza antistante la cattedrale di Alexander Nevski. Appena il vicepresidente dell'Assemblea Nazionale Atanas Dimitrov ha preso la parola, dalla piazza è salito un boato: «Ostavka» (dimissioni). Dimitrov ha ricordato che il 29 dicembre scorso il governo e il comitato centrale del partito comunista bulgaro hanno proposto che siano abolite le norme illiberali varate nel 1984, sotto Todor Zhivkov, che obbligavano la minoranza bulgara di lingua turca e di religione musulmana (circa un milione di persone, su una popolazione complessiva di dieci milioni) ad abbandonare i nomi turchi tradizionali per assumere nomi bulgari. Una bordata di fischi ha coperto per alcuni minuti la voce del vicepresidente del Parlamento che hr. annunciato per Oggi, alle IO, un grande «consigli consultivo» di rappresenU.-H ur'1'Assembla Nazionale e uelle varie espressioni politiche e sociali del Paese. Ma dalla folla si È alzata ancora la parola « -,. • vka, ostavka» e Dimitrov è st ito costretto a cedere il microfono. Ha quindi preso la parola il primo ministro bulgaro Gheorghi Atanasov, il quale ha detto tra l'altro che il governo, mentre da una parte ha inteso salvaguardare i diritti civili della minoranza turca, dall'altra ha riaffermato indipendenza e integrità della Bulgaria che «è e resterà sempre una ed unica». Ma anche il primo ministro è stato interrotto da fischi e da grida «ostavka, ostavka».