Parigi-Dakar senza lotta

Parigi-Dakar senza lotta Nel raid africano, a sette giorni dall'arrivo, tutto sembra già deciso Parigi-Dakar senza lotta La Peugeot (ieri Vatanen ancora primo) troppo forte per i rivali giapponesi Nelle moto (successo di Massamora con la Yamaha) controllo della Cagiva NIAMEY. Ancora una tappa di transizione e all'insegna del «déjà vu». Nelle auto il finlandese Ari Vatanen e lo svedese Bruno Berglund hanno fatto il vuoto suggellando il loro primato con una nuova vittoria. In classifica generale non hanno più avversari; l'unico motivo d' interesse, dati per scontati i primi tre posti (con Wambergue e Waldegaard alle spalle del leader) per la Peugeot, è di sapere se la casa francese farà suo anche il quarto posto con la 205 di Alain Ambrosino oppure lo dovrà cedere alla Mitsubishi dell'inglese Alain Cowan. Anche nella corsa motociclistica, sebbene in maniera meno netta, pare che i giochi siano fatti: con l'italiano Edi Orioli e la sua Cagiva sempre più probabili vincitori, adesso poi che il friulano si è sbarazzato della sua concorrenza più agguerrita (i francesi Gilles Lalay, Cyril Neveu e Stephan Peterhansel, tutti ritiratisi). Ieri intanto, nell'undicesima frazione vinta nelle due ruote dallo spagnolo Massamora (Yamaha) con i due portacolori della Cagiva, De Petri e Orioli, alle spalle, si sono verificate altre due cadute. Ne sono stati coinvolti al km 92 della prova speciale l'italiano Andrea Marinoni e il francese Angeliniadis. Il primo ha riportato la lussazione della spalla sinistra, il secondo la sospetta frattura di alcune costole. Sono stati trasportati in elicottero a Tahoua. Il fatto che il raid africano abbia perso molto del suo interesse iniziale, diventando una gara come tante, senza avventure almeno per quanto riguarda i primi posti in classifica, sta preoccupando anche l'organizzatore Gilbert Sabine, il quale pensa per la prossima edizione di ridurne la durata. «L'anno prossimo — ha detto ieri sconsolato — il raid si svolgerà dal primo al 15 o 16 gennaio. Non so ancora se è una buona idea, ma è necessario per tentare di ridare forza alla corsa». Il direttore della Tso si è inoltre dichiarato scontento di come si è svolta la gara nel Niger («Le tappe erano scontate e inutili ed hanno finito per rallentare il ritmo»), annunciando il proposito di evitare d'ora in poi di passare da queste parti. Disegnando il nuovo itinerario, Sabine ha manifestato anche 1' intenzione di cancellare dalla mappa della corsa sia Parigi che Dakar: «Più che i nomi di queste città il raid riflette una mentalità, uno stato d'animo», ha spiegato constatando inoltre che il passaggio in Libia ha apportato nuova linfa alla corsa e dichiarandosi favorevole ad aumentare il numero delle tappe in Chad per dirigersi poi in Camerun. Oggi intanto la ParigiDakar prosegue con la dodicesima tappa, da Niamey a Gao in Mali (683 km di cui 492 di speciale), [p. p.l Lasciato II deserto del Tenere, Edi Orioli con la sua Cagiva ieri ha iniziato la sua marcia nel Niger