Si apre l'anno giudiziario

Si apre l'anno giudiziarioSi apre l'anno giudiziario Cossiga al fianco di Vassalli vuol evitare proteste clamorose ROMA. Mai come quest'anno, l'anno dell'avvio del nuovo processo penale, i responsabili dell'amministrazione della giustizia temono denunce e bilanci catastrofici nelle celebrazioni del nuovo anno giudiziario. Il ministro Giuliano Vassalli, informa un distensivo comunicato del ministero di Grazia e giustizia, sarà oggi al fianco del presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, per l'inaugurazione dell'anno giudiziario in Cassazione. Venerdì 12, quando la cerimonia sarà ripetuta nelle varie sedi di corte d'appello, il ministro sarà a Genova, mentre i suoi tre sottosegretari — Sorice, Coco e Castiglione — saranno rispettivamente nei palazzi a Bari, Caltanissetta e Roma. In ognuna delle altre sedi, inoltre, Vassalli invierà un suo rappresentante. Una scelta operata con cura, dicono al ministero di via Arenula, proprio per dimostrare che questo è un anno speciale, «un.evento storico, anche se il cambiamento per molti aspetti è stato traumati¬ co». E così a Napoli, una delle sedi di corte d'appello alle prese più di altre con problemi strutturali, il ministro ha designato il vice capo del legislativo, Luigi Scotti. A Reggio Calabria, altra città «calda», il direttore generale degli affari civili, Peppino Niutta. A Torino, il direttore generale degli istituti di pena, Nicolò Amato. Una scelta, spiegano i collaboratori di Vassalli, di «una qualificata rappresentanza ministeriale per sottolineare la costante attenzione del dicastero ai problemi connessi con l'entrata in vigore della riforma». Problemi già sollevati, ed in maniera clamorosa, dagli stessi giudici nel corso del congresso nazionale della loro associazione a Perugia il mese scorso. E sui quali attendono ancora una risposta dal presidente del Consiglio, che sui temi della giustizia e del suo funzionamento, si è impegnato in prima persona. Lo schieramento di direttori generali e presidenti dà l'impressione di recarsi in periferia a parare colpi più che a dare lustro e solennità a una cerimonia «storica». «Speriamo che ciò non accada — si augura Raffaele Bertoni, presidente dell'Associazione nazionale magistrati — perché noi, come tutti gli operatori della giustizia, vogliamo che il nuovo processo decolli, nel migliore dei modi». «E' pur vero però — aggiunge — che se qualcosa non va, ed è il caso nostro perché nel settore della giustizia non funziona ormai più nulla, il nostro interlocutore sul piano amministrativo rimane il ministro e non possiamo non prendercela con lui». Le armi, insomma, sono già affilate: da una parte e dall'altra. E già da oggi, dal consueto grido d'allarme che ogni anno è ormai costretto a lanciare il procuratore generale della Cassazione, Vittorio Sgroi, si potrà avere un quadro di quanto succederà nei prossimi giorni. Con i giudici ancora fermi sulla minaccia di sciopero lanciata a Perugia e congelata solo dopo il colloquio con Andreotti. [r. e]

Luoghi citati: Bari, Caltanissetta, Genova, Napoli, Perugia, Reggio Calabria, Roma, Torino