Come Charlie Brown nel Mar delle Antille di Furio Colombo
Come Charlie Brown nel Mar delle Antille r GUERRA ALLA DROGA : Mi Come Charlie Brown nel Mar delle Antille LUCY, la ragazzina terribile dei celebri fumetti di Linus, fa sempre lo stesso scherzo a Charlie Brown: gli mette il pallone davanti e lo invita, in modi sempre persuasivi e sempre diversi, a dar prova della sua abilità di calciatore. Charlie Brown regolarmente ci casca. E mentre sta per sferrare il calcio, Lucy gli toglie il pallone, facendolo vergognosamente cadere davanti a tutti gli altri bambini. La potente organizzazione americana, almeno sotto la guida di George Bush, che sembra portato a prendere gli impegni alla lettera, appare di tanto in tanto vittima dello scherzo di Lucy. Pensiamo alla Colombia. Dopo tanti inviti perduti nel vuoto a «lottare insieme» contro la droga, il presidente colombiano Barco decide di rispondere. Lo fa con coraggio e — sostenuto dal Parlamento — reintroduce la legge che consente l'estradizione negli Usa dei grandi trafficanti di droga. E' una legge adottata liberamente dal Parlamento democratico di un importante Paese latino-americano che dovrebbe — fra l'altro — far luce sul caso Noriega, che molti, non so perché, si ostinano a considerare un capo di Stato solo perché ha fatto scomparire dalla scena a bastonate quello vero. E' una legge, comunque, che ha provocato la dichiarazione di guerra 'dei narcotrafficanti. Da quel momento la Colombia è tormentata da stragi, esplosioni, delitti impuniti. Gli americani hanno pensato di avere una loro parte di responsabilità in questa sanguinosa vicenda. E si so • no presentati davanti alle coste colombiane (ma fuori delle acque territoriali) con una flotta in assetto di guerra. Lo scopo? Indebolire i narcotrafficanti, mentre sono impegnati nello sforzo di piegare la Colombia. Il modo? Impedire la continuazione dei traffici via mare, la via migliore per rifornire Miami, ritirare gli incassi e finanziare la «guerra di Medellin». A questo punto la Colombia si indigna e poiché l'indignazione viene da un Paese che sta pagando duramente il proprio impegno a combattere il narcotraffico, bisogna prendere sul serio EU segnale politico che lo o d'animo che motiva il rifiuto. Per questo vorrei spiegare che il gesto di Lucy, di cui ho parlato all'inizio, non è stato compiuto dalla Colombia con la sua protesta contro le navi americane al largo delle sue coste. Ma dalla costernata indignazione con cui gran parte del mondo sembra giudicare il gesto degli Usa, dopo avere chiesto per anni, ad alta voce, una seria prova di impegno nella guerra alla droga. Si è iniziato così un vivace gioco delle parti che può recare danno a tutti. La Colombia protesta, ma come potrà salvarsi da sola da una guerra interna scatenata dalla decisione di accogliere le insistenti richieste americane di «alleanza contro la droga»? Molta parte dell'opinione del mondo vuole che l'America «resti al suo posto». Ma qua! è il suo posto, se non partecipa con la sua parte di forza alla guerra più devastante che travagli da anni gran parte del mondo? Gli americani si sentono come Charlie Brown e hanno, come Charlie Brown, ragione nel sentirsi isolati, quando provano a fare qualcosa, ma hanno torto a non calcolare più attentamente le mosse, stipulandole con le altre parti attraverso una diplomazia meno afasica. Si erano abituati a dividere il mondo in amici e nemici, ad essere automaticamente alla testa degli «amici». Dovranno rendersi conto che si stanno sciogliendo le file e che ogni nuova iniziativa va immaginata in un mondo fluido, di umori variabili, in cui niente può essere dato per scontato una volta per sempre, neanche le migliori intenzioni, e tutto deve essere discusso con le parti che sono di volta in volta in gioco. A meno di tirare avanti senza guardare in faccia a nessuno, abbandonando del tutto l'immagine di Charlie Brown per diventare «Robocop». Ma non mi pare che questa sia la cultura americana. Forse il problema degli Stati Uniti non è né di cambiare strada né di cambiare faccia. Ma di cominciare a spiegarsi, nel modo più tempestivo e più chiaro possibile, senza contare troppo su comprensioni e sostegni automatici. La storia non si è fermata, ma certo cambia. Furio Colombo
Persone citate: Charlie Brown, George Bush, Medellin, Noriega
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