«A Bucarest è stata una vera rivoluzione»
«A Bucarest è stata una vera rivoluzione» De Michelis alla commissione Esteri Senato «A Bucarest è stata una vera rivoluzione» ROMA. Il regime di Ceausescu è caduto non per un colpo di Stato in senso stretto, ma in seguito ad una catena di eventi che, dai moti di Timisoara, si è estesa a tutta la Romania. Certamente esisteva un gruppo di persone che, alla testa del Fronte di salvezza nazionale, da tempo pensava ad un rovesciamento del regime di Ceausescu, ma anche se queste persone avevano rapporti con l'Urss non è stata Mosca ad organizzare la rivolta popolare. Queste indicazioni sono state fornite dal ministro degli Esteri De Michelis che ieri ha risposto, alla commissione Esteri del Senato, ad alcune interrogazioni presentate da de, psi, pri e radicali. L'Italia sta dando ai cambiamenti in atto un «contributo che non sfigura affatto» rispetto a quanto stanno facendo gli altri Paesi — ha detto il capo della Farnesina —, e che consiste nell'inserire nel contesto della conferenza «Helsinki 2» (che dovrebbe potersi riunire in ottobre) il futuro assetto di una Europa non più divisa in blocchi contrapposti. «In Romania — ha precisato De Michelis — si è assistito ad un vero e proprio moto rivoluzionario e non già ad una riforma istituzionale nel rispetto delle regole del gioco. A Bucarest si può dire che attualmente non esiste più un vero e proprio Parlamento, il governo è privo di responsabilità politiche e queste gravano essenzialmente sugli 11 massimi dirigenti del Fronte di salvezza nazionale». L'Italia si è subito impegnata per aiuti alimentari e sanitari ed è stata la prima nazione a far giungere soccorsi. Ora ci stiamo impegnando — ha detto — nella Cee perché vengano prese nuove iniziative comunitarie nel vertice dei ministri degli Esteri in programma a Dublino il 20 gennaio. [Agi]
Persone citate: Ceausescu, De Michelis
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