A Berlino Est rissa per gli 007

A Berlino Est rissa per gli 007 Alla tavola rotonda Neues Forum esige spiegazioni sui 60 mila ex agenti della Stasi A Berlino Est rissa per gli 007 L'opposizione: misteri sulla polizia politica BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE A un mese dalle elezioni di maggio c'è tempesta a Berlino fra governo e opposizione. Ieri la sesta riunione della tavola rotonda, l'organo informale di contatto fra i rappresentanti del passato e del presente, si è conclusa con un nulla di fatto, sull'orlo di una drammatica rottura. Al centro della giornata la questione degli apparati di sicurezza. La vecchia Stasi, la polizia politica, è stata sciolta, ma la maggior parte del suo organico (erano in tutto 85 mila uomini) è tuttora a disposizione. E il governo progetta l'istituzione di un nuovo apparato di sicurezza: necessario, si fa sapere, per fronteggiare il rischio di attività neonaziste. Gli oppositori temono che dietro l'iniziativa si nasconda un desiderio di restaurazione. Proprio su questo punto vitale ieri è scoppiata la crisi. La seduta della tavola rotonda era cominciata con ima relazione di Peter Koch, responsabile governativo per i disciolti servizi di sicurezza. La Stasi, dice Koch, è stata neutralizzata, gli archivi sequestrati e sigillati, le armi non tutte consegnate ma ormai inaccessibili, le sedi regionali del servizio svuotate e consegnate a nuovi inquilini. Ovvia la domanda dell'opposizione: se è vero, come dice Koch, che 60 mila ex agenti Stasi sono ancora alle dipen¬ denze del governo, si può sapere che uso intendete farne? Risposte insufficienti di Koch, l'opposizione chiede che si sospenda la seduta per pensarci su. Poco dopo annuncio clamoroso: gli oppositori pongono un ultimatum al governo, e pretendono che Hans Modrow, il primo ministro, venga entro le 16 e riferisca alla tavola rotonda sulle intenzioni del governo. Altrimenti se ne andranno sbattendo la porta. Politici generosi, ma apprendisti ancora inesperti della democrazia, gli uomini del dissenso hanno peccato di ingenuità. Chiedono infatti la presenza di Modrow proprio mentre il primo ministro è in volo per Sofia, dove lo attende oggi e domani la riunione del Comecon. Walter Halbritter, segretario di Stato, ricorda che il capo del governo non sarà di ritorno prima di mercoledì sera, e propone che il rapporto richiesto dall'opposizione si presenti lunedi prossimo. Insomma l'ultimatum viene seccamente respinto, e al tempo stesso viene proposta la stessa data, il 15 gennaio, che Neues Forum ha scelto per una grande mobilitazione di piazza contro il pericolo di una restaurazione comunista con i servigi del vecchio apparato di saicurezza. Agli oppositori non resta che accettare la nuova agenda: non possono certo dar corpo alla minaccia di abbandonare la tavola rotonda perché Modrow non si è pre- sentato, visto che la sua assenza è così ineccepibilmente giustificata. Amaro commento di Rolf Henrich, di Neues Forum: si è raggiunta la soglia del dolore. L'episodio testimonia il nervosismo che serpeggia nella Repubblica Democratica, dovuto al diffusissimo timore per i colpi di coda di un partito comunista che, per quanto convertito al riformismo gorbacioviano, vuole evidentemente evitare la disfatta al voto di maggio. E' proprio questa disperata volontà di sopravvivenza che spiega, secondo alcuni oppositori, l'insistenza di Gregor Gysi e dei suoi collaboratori su un pericolo neonazista che sarebbe, in realtà, sopravvalutato ad arte. Qualcuno arriva a mettere in dubbio l'autenticità dei van¬ dalismi a danno dei monumenti e dei cimiteri di guerra sovietici: che hanno offerto al partito comunista l'opportunità di una manifestazione di massa a Berlino. La conservatrice Bild avanza il sospetto che a profanare le tombe russe siano stati i vecchi agenti della Stasi, mentre a Dresda il sovrintendente Kurt Masur, una delle figure di punta del dissenso intellettuale, conviene che il pericolo bruno è fortemente esagerato. Un altro punto accesamente controverso è la legge elettorale in preparazione: in particolare il divieto ai partiti di ricevere contributi dall'estero. Questo significa che il partito comunista, in crisi di identità ma pur sempre forte del suo apparato e della sua organizzazione, intende negare agli oppositori la possibilità di pareggiare l'handicap, importando aiuti elettorali dall'altra Germania. La legge elettorale in preparazione a Berlino provoca proteste anche a Bonn, dove si ricorda che libertà elettorale significa anche uguaglianza di opportunità. Il liberaldemocratico Otto Lambsdorff arriva a chiedere che la visita di Hans Modrow nella Repubblica Federale, in programma a fine mese, venga senz'altro annullata. La preparazione di elezioni davvero libere, fa sapere il governo, resta la condizione primaria per una collaborazione intertedesca. Alfredo Venturi li presidente del pc della Ddr. Gysi. durante I lavori della tavola rotonda

Luoghi citati: Berlino, Berlino Est, Bonn, Ddr, Dresda, Germania, Sofia