Brutto e cattivo: che cosa è successo al Torino?

Brutto e cattivo: che cosa è successo al Torino? Viaggio nei problemi della squadra dopo la sconfìtta di Messina e alla vigilia della partita col Monza che può restituire ai granata il primato i h l i? Brutto e cattivo: che cosa è successo al Torino? Pochi gol e troppi cartellini gialli ma Cravero denuncia un «complotto» TORINO. Concluso con una sconfitta uno degli anni più amari della sua storia, il Torino cerca almeno di concludere con una vittoria il girone d'andata e di approfittare dello scontro al vertice tra Parma e Pisa per ritornare al vertice della classifica. L'arrivo di un Monza male in arnese sembra fatto apposta per confortare questa speranza, anche se Eugenio Fascetti non considera facile la partita con la squadra di Frosio. E probabilmente non sbaglia. Anche il Torino infatti ha parecchi problemi da risolvere: prima di tutto quello del recupero di ammalati ed infortunati ed in secondo luogo quello legato alla volubilità della squadra tutta. «Il momento è delicato» sintetizza il tecnico granata, che certo non può essere soddisfatto del rendimento offerto dalla squadra, smarritasi dopo un avvio travolgente. La macchina da gol si è inceppata e in dieci partite il Toro ha segnato solo sette reti, subendone sei. Negli ultimi cinque incontri poi, ha vinto una sola volta ed ha pure rimediato la sconfitta di Messina. Un cammino ben diverso da quello che il popolo granata si immaginava all'inizio. Ma non basta. I granata hanno un conto aperto anche con la giustizia sportiva. Tra campionato e Coppa Italia hanno collezionato tre espulsioni e trentadue ammonizioni, che hanno provocato nove giornate di squalifica. Ultimo caso quello di Enzo, bloccato dal giudice sportivo per tre giornate. Ed a questo proposito c'è da registrare lo sfogo di Cravero, che denuncia una sorta di congiura contro il Torino. Ammette il capitano: «A volte siamo troppo tesi in campo e certe ammonizioni sono giuste, ma mi sembra che nei nostri riguardi gli arbitri calchino la mano in maniera eccessiva. Ci sentiamo vittime di troppe ingiustizie ed anche per questo aumentano tensione e nervosismo che poi paghiamo a caro prezzo». Cravero nega invece che la causa dei nervi fragili possa essere legata alla spiacevole sensazione di non riuscire a dominare il campionato. «Questi sono problemi che ci rinfacciano gli altri, ma che noi non condividiamo. Abbiamo totalizzato finora ventiquattro punti e manca la partita con il Monza per chiudere il girone d'andata. Con altri venticinque-ventisei punti nel ritorno, non solo saremo promossi in serie A senza problemi, ma credo che vinceremo anche il campionato. Se all'inizio della stagione mi avessero detto che oggi ci saremmo trovati in questa situazione, avrei accettato». E probabilmente anche i diciottomila abbonati la pensano allo stesso modo perché, in fondo, quello che conte è la promo¬ zione ed il Torino non fallirà l'obiettivo di partenza. Poi ci sarà tempo e spazio per i processi, per capire fino a che punto questa squadra può essere adatta alla serie A. Borsano se l'è chiesto nei giorni scorsi ed ha tratto positive indicazioni, tanto da cominciare a pensare insieme a Fascetti (dunque già riconfermato) al futuro. Ma alla meta finale si arriva per tappe ed una, importante, è quella di oggi contro il Monza. Cravero non ne dubita: «E' una partita delicata, cui arriviamo preparati e soprattutto decisi a trasformarla m un trampolino di lancio. Il Monza ha problemi di formazione, ma so già come andrà finire, ci troveremo di fronte al solito muro e se il gol non arriverà in fretta saranno dolori. Mi pare però che non abbiamo scelta. Venerdì il presidente ci ha incoraggiati, ha detto di avere grande fiducia in noi e noi stasera gli dedicheremo la vittoria». Dipenderà anche dagli estri di Muller, le cui tracce in veste di goleador si sono perse il primo ottobre dell'anno scorso nella partita contro il Barletta. Dopodiché il brasiliano ha iniziato un personalissimo sciopero, che rischia, tra l'altro, di compromettere anche la sua partecipazione al mondiale. Muller di questi tempi continua a fare notizia più per le sue marachelle che per le sue prodezze in campo. Equivoci, ritardi ed incomprensioni sono all'ordine del giorno. Oggi potrebbe essere scritta l'ennesima pagina di una telenovela che non diverte più nessuno e che spesso sposta l'interesse dei tifosi dalla squadra a questo fuoriclasse a singhiozzo. Il presidente Borsano infatti sarà stamane nel ritiro di Asti per decidere se Muller potrà o meno tornare in Brasile appro¬ fittando della sosta del campionato domenica prossima. Quindi quando Muller scenderà in campo contro il Monza saprà già tutto. E se farà pace con il gol, qualcuno penserà che ha già in tasca il biglietto per Rio. Fascetti ha invece altri problemi. Fuori Romano, Enzo e Lentini, il tecnico recupera Policano, ma probabilmente perderà Rossi e Skoro influenzati. Per lo slavo sarà presa una decisione in extremis. Fabio Vergna no Torino: Marchegiani; Ferrarese, Bianchi; Fimognari, Benedetti, Cravero; Sordo, Venturin, Muller, Policano, Pacione (Skoro). In panchina: Martina, Mussi, Rossi, Gallacelo e Carbone. Monza: Pinato; Rossi, Mancuso; Viviani, Concine, Tarantine; Bolis, Saini, Serioli, Consonni, De Patre. In panchina: Pollini, Flamigni, Monguzzi, Di Biagio e Robbia ti. L'allenatore Fascetti deciderà solo in extremis l'utilizzazione o meno dello jugoslavo Skoro reduce da una forma Influenzale