Schillaci chiede spazio al «mito»

Schillaci chiede spazio al «mito» Nella sfida di Bologna la Juve oppone il suo cannoniere a Villa, beniamino di casa Schillaci chiede spazio al «mito» Zoffsi aggrappa algol di Totòper sventare l'insidia Maifredi E Vicini, orfano di Vialli, aspetta conferme in chiave azzurra BOLOGNA DAL NOSTRO INVIATO Gianni Morandi e Lucio Dalla saranno oggi in tribuna per incoraggiare l'ex magazziniere Renato Villa, diventato il «mitico» per i tifosi felsinei. «Mitico — ricorda Marocchi — nacque per scherzo, ora tutti ci credono», Villa per primo visto che giura di aver sofferto solo marcando Gullit. Un altro mito sarà sotto gli occhi di Vicini, è quello nascente di Salvatore Schillaci, 10 gol nel girone,di andata, miglior cannoniere (tra A e B) di campionato nell'anno solare 1989, 25 bersagli in totale. Viene da chiedersi se davvero gli stranieri hanno fatto male agli italiani. Poco meno di vent'anni fa Fulvio Bernardini studiava la formazione anti-Juve raccomandando ai suoi giocatori di lasciar libero Francesco Morini, suo ex ragazzo alla Samp ma universalmente (e diciamolo pure col senno di poi, troppo impietosamente) considerato il più scarso della compagnia. Oggi infatti basta anche Villa a far tremare il mondo, più di Iliev bulgaro e Lippi speranza del vivaio rossoblu, più persino di sua maestà Antonio Cabrini in esilio volontario. E l'ex gommista Schillaci sogna una maglia azzurra per i mondiali con le stesse probabilità (e finora identico ruolino di marcia) di Paolino Rossi debuttante in Argentina dopo un campionato da cannoniere in B e uno da cannoniere in A col Vicenza. Sono finiti i tempi in cui Rivera e Mazzola o Chinaglia e Anastasi dovevano a turno star fuori dalla nazionale, oggi Schillaci in un colpo solo può mettere a tacere Serena, Carnevale e Mancini se è vero che segna e gioca più di loro e rende attualmente per la Juventus più di quanto Careca, Klinsmann e Van Basten rendono per Napoli, Inter e Milan. Villa giocava con Vialli nel Pizzighettone dieci anni fa. Due stagioni dopo era ancora tra i dilettanti del Ponte Vico quando Schillaci esordiva tra ì non professionisti dell'Amat di Palermo, squadra del quartiere popolare Cep. La C2 per Villa è arrivata solo nell'85 con l'Or- ceana. Poi l'incontro con Maifredi, i consigli giusti a quello smilzo ragazzo senza illusioni che di allenarsi non ne voleva sapere. Ora Schillaci dice di Villa, senza alcuna intenzione di incensare il mito, ma stando solamente ai fatti: «Per me è uno dei difensori più forti d'Italia. E' Piccolino, ma come il sottoscritto, rapido e forte». Schillaci, che sente di avere qualcosa di Vialli («la potenza») e qualcosa di Careca («l'estro»), sa, a differenza di Villa, che per lui «mitico» non è uno scherzo. Nessuno si sognerà mai di proporre il difensore del Bologna per la nazionale, quasi tutti sentono di profetizzare Totò titolare ai mondiali. Così se Morandi e Dalla potranno sorridere (come tutto il pubblico bolognese, abituato a non drammatizzare il calcio) ai possibili svarioni di Villa — che non perderà l'etichetta del mitico per una partita sbagliata — Vicini non potrà perdonare eventuali passi falsi a Schillaci. «Davvero il et è a Bologna per vedermi? — si chiede Salvatore fingendo indifferenza —. E' una sorpresa. Sì, lo so che c'era già a Marassi quando segnai due reti al Genoa, ma stavolta è diverso. Sono il capocannoniere. Emozione? No, ho avuto paura solo il giorno del debutto in C2 col Messina, ma avevo 18 anni, era logico allora». Oggi Zoffsi aggrappa ai gol di Schillaci anche per sperare in .una riconferma a fine stagione. Senza le prodezze di Totò è difficile che la Juve possa vincere qualcosa, ormai è chiaro a tutti. Maifredi al contrario può gongolare al pensiero di poter battere finalmente la «sua» Juve con il mitico Villa e una schiera di ex dal dente avvelenato: Cabrini, Bonini, Ivano Bonetti. Sul piatto della bilancia anche la Juve può mettere un ex, un pezzo da «90», Giancarlo Marocchi: «Cicciobello» a Maifredi non crede più ciecamente, tra i due s'è rotto l'incantesimo della bella stagione vissuta in B. Tra i ghiotti bocconi della sfida c'è anche il duello a distanza tra i fratelli Bonetti (Dario juventino teme Ivano che l'ha battuto una volta in più) e quello tra i terzini sinistri De Agostini e Cabrini. Può essere Giordano, bianconero mancato, oppure Waas (connazionale dei tedeschi pronti a calare in Italia alla corte della Signora) a castigare la Juventus. Noi puntiamo però sulla atavica fame di Schillaci, erede di Furino, Anastasi, Causio, Brio, ultimo esponente di quella colonia meridionale che fa della Juve la squadra più amata d'Italia. Franco Battolato I I D'no Zoff. L'allenatore della Juventus ritiene importante la partita di Bologna