Petrolio, l'Arabia rilancia

Petrolio, l'Arabia rilancia Il governo di Riyad chiede un aumento della propria quota-Opec Petrolio, l'Arabia rilancia In forte rialzo il prezzo del greggio negli Usa RIYAD. L'Arabia Saudita ha affermato di avere «ristabilito 1' equilibrio» sul mercato del petrolio ed ha rinnovato la volontà, nell'ambito dell'Opec, di «aumentare la sua quota» di produzione di greggio, fissata attualmente a 5,38 milioni di barili al giorno. In un'intervista diffusa ieri sera dalla televisione saudita il ministro del petrolio del governo di Riyad, Hicham Nazer, ha detto che «il reame saudita è pervenuto, grazie alla collaborazione dei suoi partners in seno all'Opec e ai contatti con gli altri Paesi produttori non-Opec, a ristabilire l'equilibrio sul mercato del petrolio». Egli ha, inoltre, riaffermato la volontà dei suo governo di «aumentare la sua quota» di produzione attuale ed ha sottolineato che Riyad «opererà per ottenere tale aumento, per quest'anno e per i prossimi anni. L'Arabia Saudita prevede un incremento delle proprie entrate petrolifere nel 1990 grazie al rialzo dei prezzi del petrolio sui mercati internazionali. E' quanto ha detto il ministro delle Finanze e dell'Economia nazionale, Mohammed Abalkhail nel corso di un'intervista della televisione saudita. Il ministro prevede, poi, che il generale incremento dell'attività economica accresca anche le entrate non petrolifere. Il bilancio pubblico saudita, presentato domenica scorsa da re Fahd, prevede un aumento del 2% delle entrate globali, a 118 miliardi di rials, pari a 31,5 miliardi di dollari, dai 116 dell'esercizio 1988. In linea con le previsioni di Riyad, sul mercato di New York i futures petroliferi hanno chiuso in netto rialzo un'ottava che ha visto le quotazioni del greggio impennarsi fino a raggiungere e superare la soglia dei 21 dollari a barile (per il Brent del Mare del Nord) e dei 23 dollari a barile (per il Wti). Alla base del rialzo dei prezzi il rigido inverno che negli Stati Uniti ha fatto salire enormemente il prezzo del gasolio da riscaldamento, il quale ha trascinato con sé anche i futures petroliferi. Una serie di incidenti ad alcune raffinerie e la diminuzione delle scorte petrolifere hanno, inoltre, fornito il loro contributo a far lievitare i prezzi. I rialzi, che hanno fatto raggiungere nel corso della settimana al Brent il massimo di 21,89 dollari al barile e al Wti il massimo di 23,68 dollari, hanno subito nella giornata di venerdì una battuta d'arresto dovuta al miglioramento delle condizioni atmosferiche negli Usa. E' stato il segnale che ha dato il via a un flusso di vendite dei futures del gasolio, determinando una lieve erosione anche delle quotazioni del greggio.

Persone citate: Hicham Nazer, Mohammed Abalkhail