All'appello manca solo Londra

All'appello manca solo Londra All'appello manca solo Londra La Bundesbank scettica sulla tenuta dell'Italia BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Per le prime reazioni tedesche bisognerà aspettare domani, quando entrerà in vigore la misura che restringe la fascia di oscillazione della lira, inserendo la valuta italiana nel nocciolo duro del sistema monetario europeo. E' ovvio che esse saranno positive: la decisione delle autorità valutarie italiane corrisponde infatti a un invito più volte rinnovato da parte dei loro colleghi di Francoforte. Eliminare la fascia di oscillazione privilegiata, in cui veleggiava con la lira la peseta spagnola, era uno degli obiettivi tedeschi. Un secondo obiettivo, l'in¬ gresso nel sistema della sterlina britannica e delle altre monete finora assenti (escudo e dracma), sembra ora più vicino dopo la decisione italiana. Resta da chiedersi se tutto questo basterà, o se i signori del marco si propongano, come qualche segno lascia sospettare, un terzo obiettivo: il riallineamento delle parità europee. In un'intervista recente a un settimanale italiano, Karl-Otto Poehl ha lasciato cadere una piccola frase che può far pensare a una inevitabile pressione tedesca per il rir.llineamento. Non sarà facile, ha detto il presidente della Bundesbank, tenere la lira all'interno della fascia di oscillazione del 2,25 per cento. Le condizioni per poterlo fare risiedono, ovviamente, nel governo di due variabili che Bonn ha sempre giudicato, nel caso italiano, assolutamente anomale. Si tratta del tasso d'inflazione, che con il 6,6 per cento è oltre il doppio rispetto al dato tedesco, e soprattutto del faraonico dsficit di bilancio, ormai oltre i cento miliardi di dollari. Gli osservatori tedeschi hanno sempre sostenuto, del resto, che l'ingresso della lira nella fascia interna di oscillazione avrebbe finalmente costretto le autorità italiane a una gestione più austera dei conti pubblici, contribuendo così a creare le condizioni del necessario risanamento. Nonostante l'effetto depres- sivo sulle esportazioni, i) supermarco piace ai tedeschi. In una euforica intervista televisiva lo ha ricordato Helmut Schlesinger, vicepresidente della Bundesbank e tenace difensore della più rigida ortodossia monetaria e della priorità assoluta alla difesa della stabilità dei prezzi. L'apprezzamento della nostra moneta, dice Schlesinger, se da un lato riflette una economia in ottima salute, dall'altro non è che il riassorbimento della debolezza manifestata alcuni mesi addietro. Il vice di Poehl prevedeva, poche ore prima che venisse annunciato l'ingresso della lira nel nucleo interno del sistema monetario, che le valute d'Italia e di Spagna, titolari del diritto di oscillazione del 6 per cento, andavano necessariamente verso una svalutazione. Ora ci si chiede: è sufficiente per Schlesinger la svalutazione di fatto implicita nel passaggio alla banda stretta? E' sufficiente, in altre parole, l'impegno a una più severa disciplina che Roma ha assunto rinunciando al paracadute della fascia di oscillazione più larga? Sarà forse il mercato, cioè l'effettivo comportamento della moneta italiana, a sua volta dipendente dalle misure interne di risanamento dei conti, a dettare la risposta tedesca. Al mercato, Bonn e Francoforte guardano in questi giorni con ovvia fiducia. Con le incoraggianti prospettive aperte all'economia federale dalle rivoluzioni democratiche nell'Oriente europeo, le autorità monetarie di Francoforte salutano nel supermarco una garanzia contro il rischio di surriscaldamento dei prezzi: esso impedisce infatti che le importazioni si trascinino appresso fermenti inflazionistici. Il super marco permette anche di adottare senza rischi misure liberalizzatrici altrimenti potenzialmente destabilizzanti. L'ultima è di due giorni fa: quando la Bundesbank ha autorizzato le imprese a omettere obbligazioni in Ecu o in valuta estera. Alfredo Venturi ROMA. Sfiorata la scadenza psicologica dei tre anni dall'ultimo riallineamento (il 12 gennaio '87 marco e fiorino rivalutarono del 3% e il franco belga del 2) il Sistema monetario europeo si prepara alla scadenza del nuovo anno (la liberalizzazione dei capitali) con una struttura più rigida. Nato undici anni fa (il 13 marzo '79) lo Sme è stata sinora un'isola di stabilità monetaria: in questo periodo i governi hanno reagito alle varie crisi con un 11 riallineamenti. La lira, dal canto suo, ha subito cinque svalutazioni: due nell'81 (ili marzo e ottobre), una nel giugno '82, un'altra nel marzo '83 e l'ultima nel luglio '85. Aver comunque legato la nostra moneta alle altre valute europee (seppure con un margine di oscillazione più ampio: del 6 contro il 2,5%) è stata una scelta vincente per la modernizzazione del nostro sistema industriale. Con quello di venerdì comunque è la dodicesima volta che vengono ritoccate le parità. L'utima manovra di grande rilievo è stata decisa nel vertice di Madrid (giugno '89) dei capi di Stato e di governo della Cee, quando fu dato il via libera al piano Delors o all'ingresso della peseta e di.. 'escudo nello Sme. UNDICI ANNI DI RIALUNEAMENTI Marco Franco!. Florino Franco b. Lira Corona St. iri. 1] 24-9-1979 + 2,0 —2,9 2] 30-11-1979 - — 4,8 + 5,0 3] 23-3-1981 —6,0 4) 5-10-1981 +5,5 —3,0 +5,5 —3,0 5] 22-2-1982 — 8,5 —3,0 6] 14-6-1982 + 4,25 —5,75 + 4,25 —2,75 71 21-3-1983 + 5,5 —2,5 + 3,5 + 1,5 — 2,5 + 2,5 —3,5 81 20-7-1985 ■ +2,0 +2,0 +2,0 +2,0 —6,0 +2,0 +2,0 9] 6-4-1986 + 3,0 —3,0 + 3,0 + 1,0 + 1,0 101 2-8-1986 - —8,0 11J 12-1-1987 + 3,0 + 3,0 + 2,0 Nella tabella, I'elenco complete dei riallineamenti decisi all'interno dello Sme dal 1979 ad oggi.

Persone citate: Alfredo Venturi, Delors, Florino, Helmut Schlesinger, Marco Franco, Schlesinger