Bankitalia: «La lira non avrà scossoni»

Bankitalia: «La lira non avrà scossoni» Bankitalia: «La lira non avrà scossoni» La manovra piace agli industriali, sindacati preoccupati ROMA. Bankitalia è fiduciosa nella «possibilità di mantenere la lira stabile» all'interno della banda stretta del 2,25% nello Sme. Lo ha detto il direttore generale Lamberto Dini, in un'intervista telefonica all'Ap DowJones, precisando che «la decisione sottolinea l'impegno del governo italiano a perseguire una politica di bilancio e monetaria coerente con la stabilità del tasso di cambio». Dini ha anche aggiunto che la revoca delle residue limitazioni valutarie prevista entro il 10 luglio non dovrebbe portare a una brusca diversificazione internazionale dei portafogli di investimento italiani: «Non ci attendiamo pressioni sulla lira, bensì un suo rafforzamento». Ma cosa pensa chi è fuori della «cittadella monetaria»? I giudizi sono contrastanti. Bill Harrington, economista al Wefa Group, ha definito la manovra «in linea con le previsioni». Se¬ condo l'esperto, la lira dovrebbe rispondere alla manovra con una certa volatilità durante la prossima settimana. L'indebolimento sarebbe peraltro solo tecnico nel senso che «si dovrà dar tempo ai cambisti di familiarizzarsi con la nuova situazione». In ogni caso, conclude Harrington, è da escludere «che Bonn si accontenti di un semplice aggiustamento della banda di oscillazione della lira» e «si può dare per molto probabile un riallineamento generale entro la fine di aprile». Victor Polce, vice presidente alla Algemeine Bank, sostiene invece che il riallineamento segnerà la fine della recente fase rialzista del marco, che «sembra giunto al termine di una corsa fortissima» e il mercato sarà psicologicamente motivato a prendere profitti sulla moneta tedesca. A raffreddare il marco, secondo Polce, contribuirà anche il fatto che i tede¬ schi non sono riusciti a imporre ritocchi ai valori relativi di altre monete dello Sme. Di riflesso, il dollaro probabilmente aprirà gli scambi della nuova ottava lunedì a Tokyo con un rafforzamento che Polce ritiene possa portare la moneta Usa su livelli fra gli 1,72 e gli 1,74 marchi. E in Italia? La decisione di restringere la banda di oscillazione della lira all'interno dello Sme, secondo il ministro del Bilancio Cirino Pomicino, rappresenta una svalutazione «indiretta» della nostra moneta, dato che la nuova parità era stata già raggiunta negli ultimi giorni; «in termini volgari — dice il ministro — si tratta di una svalutazione del 4%». Anche se, precisa, «eravamo già di fatto nella banda stretta, ci siamo soltanto limitati ad evitare oscillazioni più forti. Quindi, di una svalutazione in termini veri e propri non si può parlare». Naturalmente, questo nuovo stato di cose, continua il ministro del Bilancio, «imporrà una crescente responsabilità nella politica di bilancio sul doppio fronte dell'inflazione e del disavanzo pubblico». Già nei prossimi giorni «il governo solleciterà le commissioni parlamentari ad accelerare l'esame dei provvedimenti di accompagnamento che completano la manovra economica». Soddisfatti della manovra sono gli imprenditori che sollecitano tuttavia l'esecutivo ad approfittare dell'occasione per mettere in cantiere una politica economica «all'altezza della situazione» che punti a «un rigoroso contenimento dell'inflazione ed a una maggiore competitività delle aziende italiane sui mercati internazionali». «Non siamo mai stati il partito della svalutazione — ha dichiarato il presidente dell'Assolombarda Ottorino Beltrami — an¬ che se abbiamo sempre richiamato l'attenzione dei governi sulle difficoltà delle imprese italiane nei mercati europei in particolare quello tedesco». Sulla stessa linea repubblicani e liberali. Ma mentre i primi sottolineano che le condizioni di fondo continuano a non esserci, i secondi sono più possibilisti. Il responsabile economico del pli, Beppe Facchetti, giudica «paradossale ma significativo che per entrare in serie A la moneta italiana sia dovuta passare attraverso una inevitabile svalutazione più o meno mascherata», ma subito conclude: «Non servirebbe a nulla essere virtuosi a Bruxelles e spendaccioni a Roma». Preoccupato invece il sindacato. Giorgio Benvenuto, segretario generale della Uil, teme soprattutto un riaccendersi dell'inflazione, su cui «il governo ha mollato la presa», soprattutto in materia di tariffe, ir.c.l

Luoghi citati: Bruxelles, Italia, Roma, Tokyo