Lira, prova del fuoco di Stefano Lepri

Lira, prova del fuoco Domani riaprono i mercati, Bankitalia appare fiduciosa Lira, prova del fuoco Carli: dovremo essere più rigorosi ROMA. Da domani sui mercati valutari la Lira dovrebbe restare più o meno dov'è, attorno alle 750 per marco tedesco. Verranno più tardi le difficoltà della «storica decisione» — come la definisce il ministro del Tesoro Guido Carli — di ridurre dal 6% al 2,25% i margini di fluttuazione rispetto alle altre monete europee. La Comunità chiede all'Italia una «ulteriore riduzione del disavanzo pubblico»: ma non sono in vista provvedimenti nuovi. Nell'immediato c'è da attendersi soltanto una maggiore variabilità dei tessi di interesse, annuncia Carli: un eventuale rialzo sarebbe temporaneo, non dovrebbe suscitare allarme. Le nuove «parità centrali» della lira nel Sistema monetario europeo, fissate nella notte della Befana, si limitano a prendere atto della svalutazione silenziosa degli ultimi mesi: circa il 4% da agosto a gennaio. Sui mercati dei cambi si prevede qualche turbolenza nei primi giorni, poi un assestamento. Non ci saranno dunque effetti sui prezzi. La Banca d'Italia — lo ha dichiarato ieri il direttore generale Lamberto Dini — si sente perfettamente in grado di mantenere stabile la lira nella «banda stretta». Ma la più veloce inflazione in Italia rispetto agli altri Paesi dello Sme potrebbe presto causare tensioni: molto presto, gerché il campanello d'allarme ella svalutazione suonerà, con le nuove parità nella «banda stretta», elio stesso livello (765, 40 lire per marco) degli ultimi tre anni, L'Italia, come si prevedeva da qualche tempo, ha chiesto di modificare la parità della lira nello Sme poco dopo l'approvazione della legge finanziaria '90. Ma, nell'acconsentire, gli altri Paesi esortano con grande chiarezza a fare di più: il maggior pericolo di inflazione è nella finanza pubblica, e il deficit italiano non è più soltanto un problema di fiducia tra i governanti di Roma e elettori, è un fattore di instabilità per tutti. Il comunicato dell altra notte, sottoscritto dai 12 ministri e dai 12 governatori delle Banche centrali (quindi anche da Carli e da Carlo Azeglio Ciampi) consiglia una ulteriore riduzione del disavanzo. La Banca d'Italia è la prima a temere che la legge finanziaria appena approvata non sia in grado di conseguire il suo obiettivo: limitare il deficit '90 a 133.000 miliardi. Della stessa opinione sono due partiti della maggioranza, il pri e il pli. Carli è cosciente dei pericoli; ha ricordato ieri che un modesto rialzo dei tassi di interesse per difendere il cambio basta ad appesantire i conti dello Stato. Per ora tuttavia il governo si limiterà a un uso severo dei tradizionali espedienti di rinvio: «Maggiore cautela nel dar corso alle spese discrezionali e soprattutto nel varare nuove spese, quand'anche risultino finanziate coi fondi globali». In primo luogo, si tenterà di rallentare tutte le spese che possono essere rallentate: in particolare per gli enti locali, che nell'imminenza delle elezioni amministrative tenteranno di ricorrere a fondi da tempo giacenti. In secondo luogo, come il ministro del Bilancio Paolo Cirino Pomicino aveva già annunciato prima di Natale, per i primi 4 mesi dell'anno non saranno approvate le nuove leggi di spesa che pure la legge finan¬ ziaria prevede. Nei 27.000 miliardi di «fondi globali» che nel primo quadrimestre non verranno utilizzati ci sono i nuovi aumenti per le pensioni d'annata (1000 miliardi), i nuovi fondi per la disoccupazione e una miriade di provvidenze, erogazioni, incentivi, contributi. Carli, ancora una volta, tranquillizza i risparmiatori: sono escluse le scorciatoie, ossia provvedimenti straordinari di qualsiasi tipo sul debito pubblico. Il ministro del Tesoro rivolge un appello «a tutti, governanti, forze sociali, cittadini» perché con i loro comportamenti consentano alla lira di «reggere il duraturo confronto con le altre monete». La prima dura prova sarà il rinnovo dei contratti dei pubblici dipendenti, da mantenere all'interno del «tetto» stabilito. Poi ci saranno i contratti nel settore privato. Ma se, come già si prevede, tra aprile e maggio si avrà un nuovo riallineamento collettivo dello Sme la rivalutazione del marco consentirebbe all'Italia un po' più di respiro. Stefano Lepri

Persone citate: Carli, Carlo Azeglio Ciampi, Guido Carli, Lamberto Dini, Paolo Cirino Pomicino

Luoghi citati: Italia, Roma