Ospedali sotto inchiesta a Genova

Ospedali sotto inchiesta a Genova La Procura apre una indagine sulla donna spirata in ambulanza perché non c'era posto Ospedali sotto inchiesta a Genova Per la morte della novantenne cui è stato negato il ricovero GENOVA DALLA REDAZIONE L'ufficio della procura di Genova ha aperto un'inchiesta «contro ignoti» per la drammatica morte sull'autoambulanza, in autostrada, della novantenne Caterina Conte, genovese, che, colpita da emorragia polmonare e ormai in coma, non aveva trovato ricovero in nessuno dei tre ospedali genovesi dotati di reparto di rianimazione. Anche l'assessorato alla sanità della Regione ha disposto un'indagine amministrativa per accertare eventuali responsabilità od omissioni. Lunedì prossimo, 8 gennaio, l'assessore Giuseppe Josi, socialista, ha convocato i direttori sanitari e i primari anestesisti dei tre maggiori nosocomi, San Martino, Galliera e Sampierdarena, che hanno complessivamente i 37 posti letto di rianimazione della città. Decollerà, quasi certamente, con qualche mese di anticipo (considerato che ormai siamo in campagna elettorale), la riforma della centralizzazione «informatica» della situazione dei posti letto e dei reparti degli interventi d'urgenza m Liguria, mentre s'annuncia una nuova rovente polemica sulla riorganizzazione dei servizi e sulla nuova dislocazione dei posti letto. Ancora una volta, l'ospedale di San Martino, la cui vicenda negli ultimi dodici anni ha sfiorato gli estremi del paradosso e del grottesco, è al centro delle polemiche: aveva toccato, una decina d'anni fa, la dimensione elefantiaca di 4250 posti letto, diventando il maggior ospedale d'Europa. Oggi, invece, dimostra l'ingovernabilità d'una tale dimensione anche perché non ha personale per coprire un servizio di 1500 posti letto. Il caso Idi Caterina Conte morta dopo alcune ore di odissea tra pubbliche assistenze, ospedali minori, interventi d'urgenza e telefonate concitate, ha riaperto tutte le ferite che erano appena socchiuse. In Regione, inoltre, da ieri mattina fioccano, specie dall'opposizione comunista, le interrogazioni. Ma com'è andata veramente? Si poteva salvare la povera donna? A 36 ore dal fatto, sia pure in attesa degli esiti dell'autopsia e delle indagini giudiziaria e amministrativa, si può forse parlare più di errore che di omissione. Caterina Conte, 93 anni, era in fin di vita: aveva un tumore esteso in tutto il torace, un'emorragia intensa l'aveva stremata. In effetti, come confermano i referti, è giunta a San Martino in fin di vita e forse la sua sorte era segnata. Non le sono mancate le cure — hanno affermato il sovrintendente sanitario della Usi XIII, professor Gaetano Cavallaro e il direttore sanitario del San Martino, professor Gian Franco Ciappina —. Caterina Conte è stata sempre assistita da un primario anestesista e adagiata in una autoambulanza speciale per la rianimazione, dotata di strumenti modernissimi. Inoltre, a San Martino, al pronto soccorso, è stata curata dall'anestesista di turno, per oltre tre quarti d'ora, prima del disperato trasferimento a Pietra Ligure. Forse — questo è il punto che chiariranno le inchieste e le perizie — sarebbe stato sufficiente ricoverare la donna in un reparto di medicina interna, di cardiologia o di affezioni polmonari, dove potevano esserle prestate efficaci cure. Resta un fatto: anche se non è morta a causa del viaggio in autoambulanza, la Conte è morta dopo che in un capoluogo di Regione di oltre 700 mila abitanti non si era trovato un letto d'ospedale.

Persone citate: Caterina Conte, Gaetano Cavallaro, Galliera, Gian Franco Ciappina, Giuseppe Josi

Luoghi citati: Genova, Liguria, Pietra Ligure