«Anche Peres parla con l'Olp» di F. A.

«Anche Peres parla con l'Olp» ISRAELE Lo afferma il giornale laborista confermando le accuse di Shamir a Weizman «Anche Peres parla con l'Olp» Secondo il «Davar», un ginecologo teneva i contatti con Tunisi dietro istruzioni del vicepremier Un messaggio di Baker: «Per ora gli Usa non cercheranno di avviare il dialogo con Arafat» ■ GERUSALEMME NOSTRO SERVIZIO Il vicepremier e leader laborista Shimon Peres è coinvolto nel fitto dialogo, diretto e indiretto, in corso da molti mesi fra personalità politiche israeliane e l'Olp. Lo hanno confermato ieri la radio militare israeliana e il quotidiano laborista «Davar», a pochi giorni dall'improvvisa crisi di governo aperta, e subito ricomposta, da Yitzhak Shamir allo scopo di ribadire la netta opposizione del governo da lui presieduto a qualsiasi contatto con l'organizzazione di Yasser Arafat che — ha ribadito — è «il peggiore nemico di Israele». L'uomo che da tre anni fa la spola fra Gerusalemme e gli uffici dell'Olp a Tunisi è i) dottor Ahmed Tibi, un giovane ginecologo arabo-israeliano attivista del movimento per i diritti civili «Ratz». Lo scopo originale della sua mediazione, hanno scritto i giornali, era la ricerca delle tracce di alcuni soldati israeliani dispersi in Libano nel 1982. Ma negli ultimi mesi lo Shin Bet e il Mossad, i due servizi di sicurezza, si sono resi conto che egli riferiva a Tunisi precisi dettagli sul contenuto dei dibattiti del gabinetto ristretto israeliano. E' stata una sua conversazione telefonica da Tunisi con il ministro Ezer Weizman, ascoltata nel novembre scorso dagli agenti di sicurezza e riferita a Shamir, a provocare la crisi politica dei giorni scorsi. Secondo il «Davar», altre due persone presero parte a quella telefonata: Peres, che istruì Weizman di dire a Tibi che l'Olp avrebbe fatto bene a non respingere il «piano Baker» per l'avvio di un dialogo israelo-palestinese al Cairo, e Bassam Abu Sharif, stretto consigliere di Yasser Arafat, che a un certo punto si inserì nella conversazione con il ministro israeliano. La radio militare ha aggiunto di aver appreso da fonti governative che Peres ha convocato Tibi al suo ritorno in Israele per avere un ampio aggiornamento sulle posizioni dell'Olp verso il piano Baker. Secondo alcuni osservatori è probabile che Tibi abbia riferito anche al ministero della Difesa il contenuto dei suoi colloqui a Tunisi. Il quotidiano laborista ha fatto un lungo elenco degli incontri faccia a faccia avvenuti fra membri dell'Olp ed esponenti del partito di Shimon Pares che pure, ufficialmente, è tuttora contrario al coinvolgimento della centrale palestinese nel processo di pace. Sfruttando una serie di convegni internazionali, alte personalità dell'Olp come Nabil Shaat, Abu Mazen (Mohammed Abbas) e lo stesso Bassam Abu Sharif hanno avuto colloqui con l'ex ministro degli Esteri Abba Eban e con il deputato Aryeh Eliav; secondo fonti bene informate, in questa attività sarebbe coinvolto anche Yossi Beilin, il più stretto collaboratore di Peres. D'altra parte Khaled El Hassan, uno dei padri fondatori di Al Fatah, si è incontrato con Eiazar Granot, leader del partito socialista israeliano e Abed A Rezah Yihia, rappresentante dell'Olp in Giordania, con Ely Halali, un membro del comitato centrale del likud, il partito di Shamir. Altri messaggi fra Gerusalemme e Tunisi sono passati attraverso numerosi esponenti palestinesi dei territori occupati e deputati arabi della Kenesset. Ieri il quotidiano «Yediot Ahronot» ha rivelato il contenuto di un messaggio privato inviato dal segretario di Stato James Baker ai quattro principali esponenti del governo israeliano. Baker assicura che per il momento gli Stati Uniti non cercano di avviare un negoziato fra Israele e l'Olp, ma respinge la richiesta del governo di Gerusalemme che il previsto incontro al Cairo, fra una delegazione israeliana e una palestinese, sia dedicato esclusivamente al progetto di elezioni nei territori. Respinge inoltre la posizione israeliana secondo cui la delegazione palestinese dovrebbe essere composta esclusivamente da abitanti dei territori occupati. [f. a.]