Orioli leone del deserto

Orioli leone del deserto Parigi-Dakar, il motociclista italiano vince la tappa e passa in testa Orioli leone del deserto Peterhansel eNeveu attardati da cadute Auto: Vatanen e Waldegaard a tutto gas N'DJAMENA NOSTRO SERVIZIO L'arrivo nel Ciad ha sconvolto la classifica-moto della dodicesima Parigi-Dakar, con grande gioia di Edi Orioli che ieri sera nella capitale ciadiana si è ritrovato leader della corsa sulla sua Cagiva. Lo squadrone Yamaha dell'importatore francese Sonauto ha subito una disfatta nella N'Gourti-N'Djamena (647 chilometri di cui 499 di speciali, fino a Massakori). Cyril Neveu è caduto poco dopo l'inizio della tappa. E' ripartito in grave ritardo, col manubrio storto, solo grazie all'intervento del compagno di squadra Thierry Magnaldi. E poco dopo Neveu è rimasto a secco, perdendo altro tempo, Lo stesso inconveniente registrato da Stéphane Peterhansel sulla seconda Yamaha semi-ufficiale. Peterhansel (che proprio ieri è divenuto papà di un bel maschietto, nota consolante in una giornata altrimenti da dimenticare) ha spiegato la panne di benzina con il blocco dello starter automatico, fatto che ha aumentato sensibilmente il consumo. Anche per lui l'intervento di Magnaldi — autentico pilota di soccorso — è stato decisivo per non compromettere definitivamente la Dakar. «Ma sono veramente logoro...» confidava ieri sera Peterhansel. Uno stato d'animo che deve essere comune a Neveu. Orioli invece ha il morale alle stelle, e lo dice. Vincendo la tappa con abbondante vantaggio, ieri ha non solo recuperato i 12 minuti che lo separavano in classifica generale da Neveu, ma ha anche accumulato un «tesoro» di 48 minuti sull'avversario francese. Nella Dakar tutto può succedere ma certo per Orioli è un bel passo avanti verso la seconda vittoria finale, dopo quella del 1988. Il suo più acre rivale potrebbe essere Alessandro De Fetri, anche lui su Cagiva. Ieri è giunto a 1 minuto 39 secondi di distacco da Orioli, dopo aver vinto quattro tappe consecutive. E' in uno splendido stato di forma e sta progressivamente recuperando il distacco in classifica accumulato nella prima tappa sul suolo africano. Il passaggio dal Tenere alle piste del Sahel non he invece provocato alcun cambiamento nella classifica-auto. La monotona (e in fin dei conti facile) supremazia delle Peugeot prosegue. Ari Vatanen — che nei due giorni precedenti aveva lasciato l'onore della vittoria ai compagni di team — ha ripreso il sopravvento tagliando per primo il traguardo, con 30 secondi su Waldegaard, sull'altra 405 TI6. In classifica generale tre Peugeot sono ai primi tre posti. L'inossidabile finlandese Vatanen, però, confessa di «sentirsi un po' stanco, a questo punto del rally». L'ingresso a N'Djamena — città moderna in una vegeta- zione folta e soprattutto con alberghi decenti dove fare la doccia — è stato accolto con sollievo dai concorrenti. Oggi l'ottava tappa (483 km) condurrà a N'Guigmi, in Niger. [p. p.l Classifica auto: 1. VatanenBerglund (Peugeot «405 T16») 10 ore 22'13"; 2. WaldegaardFenouil (Peugeot «405 TI6) a 47'31"; 3. Wambergue-Da Silva (Peugeot «205 TI6») a 2 ore 06'26"; 4. Servia-Puig (Range Rover) a 3 ore 38'05"; 5. Ambrosino-Baumgartner (Peugeot «205 T16») a 4 ore 05'15'*; 6. Cowan-Delferrier (Mitsubishi) a 4 ore 16'36". Moto: 1. Orioli (Cagiva) 33 ore 26'32"; 2. Mas (Yamaha) a 28'55"; 3. Peterhansel (Yamaha) a 33'48"; 4. Lalay (Suzuki) a 39'56"; 5. Neveu (Yamaha) a 51'34"; 6. Picco (Yamaha) a 1 ora 04'16"; 7. De Petri (Cagiva) a 1 ora 32'44"; 11. Medardo (Gilera) a 3 ore 23'57". I ntervs""- Ari Vatanen si diverte a fine tappa con una mini-moto