Mancano agenti, la giunta si fa scortare dai vigili

Mancano agenti, la giunta si fa scortare dai vigili La mafia attacca Vittoria, una delle città più ricche della Sicilia: non sono bastate neppure le «ronde notturne» Mancano agenti, la giunta si fa scortare dai vigili // sindaco: «Lo Stato ci lascia soli, siamo stanchi di attentati e racket» VITTORIA (Ragusa) DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il comune è nel mirino della mafia. Attentati, lettere anonime, minacce più o meno dirette al sindaco e ai componenti della giunta. Una situazione di costante pericolo che ha spinto il consiglio comunale di Vittoria (sessantamila abitanti, venti chilometri da Ragusa) a correre ai ripari: gli amministratori più esposti ad attentati mafiosi avranno una scorta di vigili urbani. «E' un modo come un altro per difenderci dalla criminalità dilagante — spiega il sindaco Vincenzo Ciba, 29 anni, comunista —. Ma è anche l'occasione per chiedere, ancora una volta, che i cittadini di Vittoria non vengano lasciati soli, che lo Stato faccia sentire la propria presenza anche in questa parte della Sicilia». La città è in una zona ricca. I livelli di reddito sono fra i più alti del Meridione. La coltivazione in serra di fiori e primizie ha dato impulso all'agricoltura e al commercio, ha creato ricchezza e posti di lavoro, ma ha anche richiamato interessi e investimenti mafiosi. Quella che un tempo era un'isola tranquilla della Sicilia è diventata teatro di lotte fra bande: quattordici morti lo scorso anno nella sola città di Vittoria, un ventina nell'intera provincia di Ragusa. Ma la posta in gioco fa gola: il controllo delle attività economiche, l'imposizione di pesanti tangenti a imprenditori agricoli e commercianti. Obiettivi da raggiungere a tutti i costi, uccidendo se necessario. Così, due mesi fa, il due novembre, nel centro di Vittoria un commando cerca di assassinare Giovanni Cannizzo, 30 anni, presidente della cooperativa agricola Rinascita, la più grossa della zona, forte di oltre mille soci. L'uomo, ferito, riesce a sfuggire ai killer che lo inseguono rifugiandosi nel dedalo di strade del centro storico. Cinque mesi prima, il 26 giugno, era riuscito a scampare alla morte un vigile urbano, Calogero Lo Presti, 30 anni, ferito gravemente da due sicari. E poi un lungo elenco di attentati intimidatori, case incendiate, capannoni fatti saltare in aria, auto danneggiate. Un crescendo di criminalità che scuote Vittoria. Manifestazioni di protesta, appelli per il potenziamento degli organici di polizia e carabinieri. Anche l'amministrazione comunale monocolore comunista non si tira indietro. Si fa promotrice della costituzione di un coordinamento dei comuni contro la mafia, chiede e ottiene incontri con l'Alto commissario Sica, col presidente della commissione antimafia Chiaromonte. E' un impegno che espone gli amministratori comunali alle minacce e alle rappresaglie della mafia. Il più bersagliato è il vice sindaco Francesco Aiello, parlamentare regionale comunista. Gli hanno bruciato la macchina e una villetta in campagna. Sarà il primo ad avere la scorta. Il provvedimento del comune deve ancora essere vistato dalla Commissione provinciale di controllo. Ma al municipio di Vittoria asicurano che è tutto perfettamente legittimo. E anche all'interno del corpo dei vigili urbani, malgrado qualche iniziale perplessità, resistenze particolari non ce ne dovrebbero essere, «anche perchè — spiega il comandante maggiore Giuseppe Piccione — il servizio ha un carattere prevalentemente psicologico e di sostegno morale». D'altra parte, i vigili urbani di Vittoria non sono nuovi a iniziative anticrimine. Da qualche tempo vengono impiegati in servizi notturni di vigilanza nei quartieri più esposti agli assalti della criminalità. A Vittoria come in altri centri della Sicilia sud-orientale i mezzi a disposizione di polizia e carabinieri sono ritenuti assolutamente inadeguati. «Per troppo tempo — sottolinea il sindaco Cilia — si è sottovalutato il peso della pre senza mafiosa dalle nostre parti». Omicidi, attentati del racket si susseguono ormai con una certa frequenza anche se quasi nessuno denuncia i teglieggiamenti subiti. La gente infatti ha poca fiducia nelle istituzioni. I negozianti iscritti all'associazione commercianti meditano già di sostituirsi alle forze dell'ordine e hanno annunciato che istituiranno turni di vigilanza per difendere i propri interessi. Nino Amante

Persone citate: Calogero Lo Presti, Chiaromonte, Cilia, Francesco Aiello, Giovanni Cannizzo, Giuseppe Piccione, Nino Amante, Sica, Vincenzo Ciba

Luoghi citati: Ragusa, Sicilia