Il Fronte c'era già, l'insurrezione l'ha lanciato

Il Fronte c'era già, l'insurrezione l'ha lanciato Il Fronte c'era già, l'insurrezione l'ha lanciato Si chiarisce a Parigi il mistero sulla genesi della rivoluzione romena PARIGI NOSTRO SERVIZIO Rivolta popolare o «golpe», forse pilotato da Mosca? A dodici giorni dall'inizio della rivoluzione romena l'interrogativo è nato in tutte le capitali,'occidentali, e probabilmente nella coscienza di molti romeni. Migliaia di concittadini hanno versato il loro sangue per far cadere il tiranno Ceausescu, ora si vorrebbe sapere se l'ultima, grande rivolta dell'89 è stata veramente spontanea oppure se «qualcuno» l'ha pilotata seguendo una precisa strategia. Giorno dopo giorno una risposta si sta abbozzando. E a quanto pare la verità sta ancora una volta nel mezzo. La rivolta romena è esplosa spontanea, sotto l'impulso di una popolazione che non poteva più resistere sotto il giogo dei Ceausescu, ma la sua direzione è stata subito assunta da un gruppo di oppositori (qualcuno in contatto con Mosca) che da tempo preparavano nell'ombra un difficile «golpe» contro il «Conducator». Da almeno sei mesi nelle redazioni dei giornali e delle reti televisive francesi circolavano documenti firmati da un «Fron¬ te della salvezza nazionale» romeno. In pratica si trattava di un gruppetto di- dirigenti ilei partito comunista romeno (per) e di militari di grado elevato che si rendeva conto del disastro verso il quale Ceausescu stava portando il Paese. Alcuni testi contro il dittatore, scritti in chiave ironica, erano circolati in Occidente e in Romania alla vigilia del 14° congresso del per, in novembre. Chiedevano che Ceausescu fosse deposto dal Congresso. Quel «Fronte della salvezza nazionale» è il medesimo che si è imposto come guida della nazione nella serata del 22 dicembre? Difficile dirlo perché, primo, non si conoscono i nomi dei suoi componenti, e, secondo, nelle ore convulse seguite alla fuga in elicottero di Ceausescu il «potere» in Romania è passato per più mani (gli studenti, i! capi militari, l'ex ministro degli. Esteri Manescu) prima di fer-' marsi in quelle di Ion Iliescu, divenuto presidente del Consiglio del Fronte della salvezza nazionale presentato ai romeni in televisione. Iliescu, l'uomo di Gorbaciov, colui che proprio col leader del Cremlino ebbe una lunga conversazione tele- fonica la sera del 22 dicembre. Non sono illazioni ma è ciò che risulta dal filmato di 17 minuti girato in una sala del palazzo del Comitato Centrale da un operatore televisivo indipendente di Bucarest, durante la prima, caotica riunione del Fronte. E' lo stesso filmato che l'altra sera il terzo canale della televisione francese ha mostrato parzialmente in diretta al primo ministro Petre Roman che ha reagito sdegnato, accu¬ sando i francesi di «manipolazioni» e di aver truccato la pellicola. Ma ieri alcuni giornalisti dell'Afp — l'agenzia di stampa ufficiale francese — e del quotidiano «Liberation» hanno potuto visionare il film nella sua integralità (17 minuti). Non vi sarebbero dubbi, la pellicola è autentica. Porta — incisa automaticamente dalla telecamera — la data 22 dicembre 1989, seguita dall'ora di inizio della registrazione: le 18,24, solo sei ore dopo che Ceausescu era fuggito in elicottero. "La trascrizione del dialogo fa capire che la situazione è ancora convulsa, che non si sa come e con chi organizzare il potere. Nella sala sono presenti Iliescu, Roman, il generale Militarti (futuro ministro della Difesa), Silviu Brucan (che sarà incaricato dei contatti con l'estero), Alexandre Barladeanu e Dumitru Mazilu, due dirigenti della rivolta. E molti studenti che hanno partecipato alla presa del palazzo. Si discute di quale nome dare al neonato consiglio della rivoluzione. Il termine «democratico» viene scartato perchè abusato dallo stesso Ceausescu, quello che fa riferimento allo Stato è bocciato perché ricorda troppo — anch'esso — il regime che sta crollando. Il generale Militaru taglia corto: «...ma il Fronte della salvezza nazionale funziona già da sei mesi...». Come dire, chiamiamolo così, il nuovo consiglio dirigente. La discussione cessa, il nome è scelto. Poco dopo i romeni lo conosceranno tramite la televisione. Basta questo per dire che tutto era già preparato in anticipo? Forse no. Ma è comunque un indizio significativo. L'indignazione di Roman è genuina, ma il premier non faceva parte del gruppetto di dignitari antiCeausescu e non poteva essere a conoscenza delle manovre di corridoio che si stavano preparando da tempo. Con la benedizione dell'ambasciata sovietica, come ha ammesso lo stesso Iliescu. .Un altro esponente dell'attuale potere, il militare Mihai Lupoi, ministro del Turismo, lo ha confermato ieri in un'intervista ad un giornale parigino. «Il nostro Fronte — dice Lupoi — era pronto da tempo ma si è veramente costituito sulle barricate, durante l'insurrezione». E' probabilmente questa la verità. Il ministro francese degli Esteri, Roland Dumas, che per primo si recherà in visita a Bucarest il 10 gennaio, giudica comunque la polemica «fasulla, di nessun interesse e per certi aspetti indecente». E Dumas era stato avvertito da diversi mesi — tramite l'ambasciata di Bucarest — dell'esistenza di un «Fronte di salvezza nazionale» anti-Ceausescu. Paolo Potetti

Luoghi citati: Bucarest, Mosca, Parigi, Romania