S'infiamma la frontiera tra Urss e Iran di Emanuele Novazio

S'infiamma la frontiera tra Urss e Iran I nazionalisti azeri vogliono riunirsi ai loro fratelli d'oltre confine: un morto e feriti nei disordini S'infiamma la frontiera tra Urss e Iran Si estende la protesta per 800 km Mosca ha inviato rinforzi militari MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Si aggravano e si estendono i disordini fra dimostranti azeri e polizia al confine irano-sovietico: secondo un ufficiale del Kgb citato ieri sera dall'agenzia Tass, un manifestante è stato ucciso negli scontri iniziati domenica, e rinforzi dell'esercito sono stati inviati sul posto. Le Izvestia parlano inoltre di dimostrazioni lungo l'intera fascia di confine, una linea di quasi ottocento chilometri: la crisi non è più limitata al Nakhicevan, dove s'era iniziata e dove ieri sera era tornata la calma, e ad alimentarla sarebbero «elementi irresponsabili)) che vogliono l'apertura della frontiera, come scrive la Tass. Come precisano altre fonti sovietiche, all'origine ci sarebbe soprattutto una nuova vampata di nazionalismo musulmano: l'ufficiale del Kgb citato dall'agenzia ha accusato il Fronte popolare di lottare per «un più grande Azerbaigian», di voler «raccogliere.insieme» gli azeri d'Urss e di Iran: «E' cominciato tutto il 4 dicembre, quando si sono riuniti alla frontiera con dei megafoni, chiedendo l'unione dell'Azerbaigian del Nord, sovietico, e di quello meridionale, iraniano», confermava alle Izvestia il capo delle truppe di frontiera nel Caucaso. La situazione potrebbe ag¬ gravarsi ancora, aggiungeva la Tass, che parlava di disordini, di installazioni tecniche e linee telefoniche distrutte, di danni per oltre cinque milioni di rubli. Un'altra crisi «in espansione» che fonti locali, al contrario, tentavano ieri di smorzare: interrogate per telefono da Mosca, queste fonti parlavano di una semplice disputa per il possesso di una fascia di fertile terreno agricolo, circa ventimila ettari, che le postazioni di frontiera sovietiche avrebbero sottratto alla coltivazione. Secondo Abukfatz Yusifov anzi, un funzionario del partito nel Nakichevan, la Repubblica autonoma soggetta all'amministrazione azerbajgiana, «non ci sono stati scontri né minacce alle guardie di frontiera». La Tass aveva parlato di proteste iraniane, ma anche queste sono state smentite dal funzionario del pcus. Anche un esponente del Fronte ha confermato la disputa per la fascia di terreno. Secondo queste fonti, le autorità centrali hanno attribuito la protesta a elementi nazionalisti perché animati da «sentimenti anti-azeri». Ma quale che ne sia stata l'origine, l'estensione delle violenze lungo tutto il confine dimostra che ad alimentare la crisi c'è dell'altro. Tutti, a Mosca, sembrano concordare sulla matrice nazionalistica degli incidenti: l'intera vicenda sarebbe anzi un segno del pro- gressivo «espansionismo nazionale» azero, e un tentativo di stabilire più stretti rapporti con l'Iran: sia gli azeri sia gli iraniani sono in maggioranza sciiti, e la parte meridionale della Repubblica sovietica è appartenuta all'Iran fino al 1920. Questa versione sembra confermata da Teheran: il giornale Kayhan ha parlato di manifestazioni dei musulmani azeri, migliaia che scandivano «slogan filo-islamici» e chiedevano libertà religiosa in Urss. Restano elementi poco chiari, in tutta la vicenda, e fra questi il ruolo dell'Iran. Ma la crisi dà alimento alla tensione che serpeggia nell'intero Azerbai¬ gian: proprio mentre la Tass annunciava gli incidenti alla frontiera, martedì, giungeva a Mosca notizia dell'assalto a un autobus nel Nagorni Karabakh, la regione autonoma rivendicata da armeni e azeri: bilancio un morto e feriti. Emanuele Novazio Carri armati sovietici inviati di rinforzo lungo la frontiera con l'Iran Gli azeri musulmani dicono di volersi riunire ai fratelli d'oltre confine. Nei sanguinosi disordini ha perso la vita una persona, numerosi i feriti

Persone citate: Abukfatz Yusifov