Occhetto conquista il pr

Occhetto conquista il pr Euforia dei radicali al discorso pronunciato al consiglio federale Occhetto conquista il pr E alla fine anche il bacio di Cicciolina ROMA. Questa volta il fidanzamento tra Achille Occhetto e Marco Palmella c'è stato davvero. Ieri sera il segretario del pei ha lasciato l'Hotel Ergife, che ospita i lavori del consiglio federale, tra l'euforia dei radicali, con un Alessandro Tessali, l'ex-parlamentare comunista passato al pr, che già dichiarava di pensare al ritorno a casa e una Ilona Staller, tutta vestita di rosso per l'occasione, che pubblicizzava il bacio stampato sulla guancia del leader pei. Ma sopratutto Occhetto con il suo discorso ha reso felice il suo ex-compagno dell'Ugi, Marco Palmella, che ha interpretato le sue parole come un disco verde per i comunisti che si vogliono iscrivere al pr. Occhetto ha abbracciato PanneUa coniugando nel suo intervento Carlo Marx e Antonio Gramsci con Carlo Rosselli, nume tutelare dei radicali; salendo senza esitazioni sul carro del referendum elettorale messo in cantiere dal pr insieme alle Acli e ad alcuni esponenti de (Mario Segni e Bartolo Ciccardini); invitando, con la dovuta cortesia («Non penso a fusioni o confluenze»), i suoi interlocutori ad «una più grande e generale costituente della democrazia italiana». Insomma, il segretario comunista ha messo da parte la prudenza, per conquistare il primo «si» convinto di questa piccola fetta della sinistra italiana alla sua politica. Un «sì» che probabilmente gli costerà non poco. Non tutto il pei, infatti, ha superato l'allergia che ha nutrito («per quattro decenni» come dice lo stesso PanneUa) verso i radicali. Già ieri non sono mancate deUe proteste vivaci.«Se farà le liste delle amministrative con i radicali e senza i socialisti, io non voterò pei» ha tuonato fin dal primo mattino Antonello Trombadori neUa buvette di Montecitorio, rimarcando che alla tribuna del consiglio federale radicale era seduto anche un ex-brigatista come Alberto Franceschini. Ad un passo da lui, Mario Pocchetti, ex-segretario del gruppo comunista ai tempi di Berlinguer, parlava, invece, dei bei tempi delle polemiche in aula con PanneUa e soci. «Quando loro — ricordava — ci chiamavano "compagni comunisti" e Natta gli rispondeva: "noi i compagni di strada ce !i scegliamo da soli"». Sentimenti che sono comuni a buona parte dei vecchi del partito e che gU oppositori interni sfrutteranno a dovere. Ieri gU antagonisti di Occhetto hanno già rispolverato in coro la vecchia accusa: il segretario ha in mente un partito radicale di massa. «Non vorrei — ha polemizzato Giuseppe Chiarante — che la tanto conclamata ricomposizione a sinistra si riducesse al rapporto con i radicali». «Si aggrappa a loro perché non ha altro» gli ha fatto eco U ministro ombra Sergio Gara vini, «ma se accetta l'orizzonte li beraldemocratico che gli propone PanneUa è troppo: significherebbe che sono i comunisti ad andare dai radicali». Mentre Piero Salvagni, uno degli organizzatori del fronte del «no», ha riproposto la vecchia tesi: «L'abbraccio di PanneUa per noi è mortale sul piano elettorale». Eppure, malgrado i rischi, Occhetto ha accettato di dare un seguito al «flirt» dei mesi scorsi con i radicali. Perché? Tra i suoi — dai più entusiasti, come Fabio Mussi, ai più prudenti, come Massimo D'Alema — circola soprattutto una spiegazione: mai, come ora, U segretario ha bisogno di un «si» senza riserve aUa sua proposta da parte di una delle tante anime di una possibile alternativa. Finora aveva avuto solo un mezzo «si» da una parte del movimento Verde e l'attenzione di alcune associazioni cattoliche. Poco per affrontare il congresso straordinario. Così, Occhetto ha deciso di dare un nuovo impulso al rapporto con i radicali. In più ha preso al volo l'occasione che gli ha dato il partito di PanneUa di dare subito un effetto pratico alla sua proposta poUtica: cioè, il referendum sulla riforma elettorale. Dietro questa operazione, infatti, c'è un piccolo elenco di possibili interlocutori e un tentativo di Occhetto di contrastare il rischio di un isolamento: sul fronte della riforma elettorale infatti, oltre ai radicali, ci sono le Acli, alcuni esponenti della Fuci, qualche esponente «dissenziente» della de, liberali come Alfredo Biondi, e, in fin dei conti, anche dei socialisti. Augusto Mlnzollnl

Luoghi citati: Roma