A Bucarest 130 italiani per adottare un bambino

A Bucarest 130 italiani per adottare un bambino Il nuovo governo ha concesso tutti i permessi, sabato o domenica partirà il primo Dc9 dell'Aeronautica militare A Bucarest 130 italiani per adottare un bambino Le pratiche erano state bloccate nelV86da Ceausescu che voleva più soldi ROMA, Un ponte aereo per recuperare 130 bambini romeni, adottati da famiglie italiane, inizierà alla fine di questa settimana e durerà per quasi due mesi. La Farnesina ha infatti annunciato ieri che il nuovo governo romeno «ha autorizzato tutte le richieste di adozione» che il regime di Ceausescu aveva sospeso. Il ministero degli Esteri, d'intesa con la presidenza del Consiglio, ha predisposto un piano di voli — partiranno in tutto sette Dc9 dell'Aeronautica militare — per consentire alle famiglie adottive di recarsi in Romania, completare le pratiche e tornare con i loro bambini. li primo aereo partirà da Roma per Bucarest sabato o domenica, con 50 genitori a bordo. Tornerà dopo una settimana con 33 bambini romeni. Gli altri voli saranno scaglionati, per evitare di intasare la burocrazia romena in questi giorni convulsi. La liberazione dei bambini romeni, che vivono quasi tutti in orfanotrofi, mette fine ad uno dei capitoli più tristi e logoranti nella storia dei rapporti tra l'Italia e la Romania. Verso l'inizio degli Anni Ottanta, quel Paese divenne uno dei principali «serbatoi» di bambini da adottare e le richieste si moltiplicarono, non solo dall'Italia ma anche dalla Francia, dalla Svizzera, dalla Gran Bretagna. Perché questa sovrabbondanza di bambini? Su questo punto le spiegazioni non sono ancora del tutto chiare, ma sembra certo che la causa principale fosse la politica demografica che vietava l'uso di conti accettivi e' incoraggiava le coppie ad avere più figli. In questo modo, molte giovani si sono trovate incinte senza avere i mozzi o l'inclinazione a crescere il bambino. Migliaia di neonati sono finiti negli orfano¬ trofi di Stato e il regime di Ceausescu, in cerca di valuta estera, non ha tardato a rendersi conto che poteva trarre beneficio dalla situazione. Una famiglia adottiva, che ha accettato di parlare solo a condizione di mantenere l'anonimato, ha detto alla Stampa: «Siamo andati in Romania, ci avevano detto che c'erano moltissimi bambini da adottare. A Bucarest, Pitest e Timisoara erario ospitati almeno 5 mila piccoli in attesa di avere i genitori». La procedura abituale, ai tempi di Ceausescu, era questa: la coppia presentava tutta la documentazione e pagava una tassa governativa di 1200 dollari, che copriva le prestazioni dell'avvocato di Stato romeno. Quindi le veniva assegnato un bambino o una bambina, che si poteva visitare nell'orfanotrofio in attesa che le procedure d'espatrio fossero terminate. Ma nel 1986, senza mai dare alcuna spiegazione, Ceausescu bloccò centinaia di pratiche già avviate. Nell'opinione delle famiglie impegnate in queste trattative, il leader romeno voleva tentare di ottenere un prezzo più alto, contando sul fatto che le pratiche erano iniziate e che le famiglie avevano già stabilito un legame con i figli adottivi. A proposito di questo «baratto», la famiglia intervistata dalla Stampa ha aggiunto: «Ci hanno anche fatto intendere che, se ci fossimo attivati in Italia, ciascuno tramite le proprie conoscenze, per fare in modo di mandare trattori, macchinari e valuta pregiata, gli ostacoli potevano essere rimossi più rapidamente». E' così iniziata quella che, per molte famiglie, è stata la fase più lacerante: visitavano regolarmente i loro bambini durante le vacanze, instaurando rapporti familiari e legami affettivi, ma senza mai poter portare in Italia i piccoli. Solo una trentina di famiglie è riuscita a portarsi via il bambino. Si tratta prevalentemente di coppie siciliane. Le adozioni risalgono all'86 e le pratiche furono tutte completate rapidamente. Il presidente del tribunale dei minori di Palermo, dottor Giovanni Alessi, disse allora che «certamente non può essere un caso», ma non fu in gradò di spiegare la coincidenza. L'anno scorso le altre famiglie, che in 3 anni non erano ancora riuscite a ottenere i bambini adottivi, riuscirono a convincere l'allora ministro degli Esteri Andre-otti ad affrontare il problema direttamente con Ceausescu nel corso di una visita a Bucarest, che poi non ebbe luogo perche Andi-cotti divenne presidente del Consiglio. Andrea di Robllant

Persone citate: Ceausescu, Giovanni Alessi