Banche, segnali di distensione di Francesco Grignetti
Banche, segnali di distensione Donat-Cattin aveva minacciato di convocare le parti in caso di ulteriori fratture Banche, segnali di distensione Acri e Assicredito: «Noi siamo pronti a trattare» ROMA. C'è uno spiraglio nella vertenza dei bancari. Il brusco invito del ministro del Lavoro, il de Donat-Cattin, ha rimesso in moto la trattativa tra sindacati e istituti di credito: da entrambe le parti arrivano segna li di distensione e di obbedienza all'ultimatum del governo. Il telegramma del ministro ha rivelato un'intenzione decisa: «Stante le proteste diffusissime contro la vertenza per il rinnovo dei contratti bancari — ha scritto Donat-Cattin —, mi preme sapere se subito dopo il 5 gennaio le parti intendono reincontrarsi. In caso di mancata risposta o di dilazione farò partire il giorno 7 gennaio le convocazioni presso di me». Anche ieri, punzecchiato dal segretario della Uil Giorgio Benvenuto, che aveva definito «solo prediche» i suoi interventi, il ministro è tornato sulla questione: «Sembra un tantino inutile e fastidiosa la lagnanza di mosche cocchiere sulla mancanza di iniziative di governo — ha scritto in una nota —. Nell'assenza di ogni voce delle categorie interessate allo sciopero dei bancari, il ministro del Lavoro ha comunicato già da alcuni giorni l'intendimento di una convocazione ove non intervenisse la ripresa delle trattative tra le stesse parti. Quanto a un primo intervento sulle modalità dello sciopero — ha concluso il ministro —, inteso a garantire pagamenti di retribuzioni e di pensioni, esso, ben al di là di aspetti predicatori, era e rimane rivolto a misure dirette e concrete come quelle che hanno rimesso sui binari giusti la vertenza dei controlli di volo, anche mercé l'intervento dei magistrato». La prima risposta è arrivata dalle banche. L'Assicredito ha deciso di anticipare un suo vertice, inizialmente previsto per mercoledì 10. £ ieri pomerìggio Acri e Assicredito hanno garantito al ministro il loro impegno a riprendere il confronto. «Manifestiamo la nostra disponibilità — hanno scrìtto — a reincontrare le organizzazioni dei lavoratori a partire dal 9 gennaio al fine di proseguire le trattative su tutti i temi oggetto del rinnovo contrattuale». Questo telegramma è in pratica il segnale di buona volontà richiesto dai sindacati. Con la sottolineatura della trattativa «su tutti i temi», le due organizzazioni rispondono implicitamente alle sollecitazioni dei sindacati che chiedono di discutere innanzitutto di scorpori e trasformazioni societarie. Ieri pomeriggio si sono riuniti anche i sindacati confederali e autonomi. Si sono trovati d'accordo nel dimostrare disponibilità alla trattativa. Al termine dell'incontro, il segretario della Cisl-bancari, Sergio Ammarinati, ha detto: «Il sindacato sta facendo tutto il possibile perché sia chiara la nostra effettiva volontà di proseguire. Non sono ottimista, però, perché da quello che mi risulta le aziende ribadiranno la posizione che ha portato alla rottura sulla pregiudiziale dell'area contrattuale. Se questa vertenza deve diventare il disastro del Paese', e il problema di tutta la clientela delle banche non deve avere sbocchi, allora è meglio seguire l'invito del ministro a riprendere la trattativa e raggiungere un accordo forzato». Ma anche l'incontro di ieri si è concluso con l'invio di un telegramma al ministro del Lavoro: «In ottemperanza all'invito del signor ministro — scrivono — siamo pronti a riprendere la trattativa anche subito». Restano però confermati gli ultimi scampoli dello sciopero fissato a dicembre. A Milano, quindi, è sicuro che gli utenti bancari incontreranno notevoli disagi nei prossimi due giorni. Ma i problemi non sono soltanto quelli di Milano. A Pescara, ad esempio, i dipendenti della Caripe (Cassa di Risparmio di Pescara e Loreto) stanno bloccando l'attività da giorni sommando ore di sciopero ad assemblee in momenti strategici della giornata. L'effetto paralizzante è tale che neanche ieri sono stati aperti gli sportelli, nonostante lo sciopero fosse terminato prima di Capodanno. I vertici della banca hanno quindi deciso di rivolgersi alla Acri perché si mostri meno intransigente nella trattativa e si possa riprendere a lavorare con serenità. «Di fronte al perdurare dello sciopero — scrive il presidente della Caripe, Carlo Sartorelli —, davanti al notevole disagio per la clientela e per la struttura operativa della Cassa, e nella constatazione che la posizione assunta dall'Acri risulta oltremodo rigida rispetto ai fini che le parti intendono perseguire, invitiamo l'Acri, nell'interesse superiore di tutte le associate, a rivedere la propria posizione». Davanti a questo comunicato di resa esulta il sindacato autonomo Silcea. Il segretario generale Antonio Fernandez ritiene che «ora qualche spiraglio possa aprirsi nel settore delle Casse di risparmio». Francesco Grignetti
Persone citate: Antonio Fernandez, Carlo Sartorelli, Donat-cattin, Giorgio Benvenuto, Sergio Ammarinati
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