L'inflazione a quota 6,6 di Ugo Bertone

L'inflazione a quota 6,6 I prezzi in crescita, più diffìcile l'integrazione europea L'inflazione a quota 6,6 E' ilpeggior risultato da 5 anni ROMA. Inflazione in salita e marco alle stelle. Il '90, anno della liberalizzazione valutaria e della «banda stretta» della lira, si presenta cosi. Sul fronte dei prezzi si registrano le novità più sgradite. Neil' 89 la crescita è stata pari al 6,6%, contro un obiettivo del 6%. Si tratta dell'incremento più elevato degli ultimi anni: nell'88 la corsa si era arrestata al 5%, nell'87 al 4,6 per cento, l'anno precedente si era toccato il 6,1 e occorre risalire all'85 per rivedere un dato (8,6%) più elevato. Ma, allora, la curva dei prezzi era in piena parabola discendente (nell'84 l'inflazione era del 10,6%) e si andava riducendo la forbice rispetto agli altri Paesi. Nell'ultimo anno, invece, la tendenza si è invertita: la Francia registra un incremento dei prezzi pari allo 0,9% (dal 2,7 al 3,6), gli Stati Uniti dello 0,6% (dal 4,1 al 4,7). Rispetto alla Germania c'è una tenuta (a Bonn i prezzi registrano un incremento del 2,9% contro 1' 1,2 di dodici mesi prima) ma è facile prevedere che la situazione sia destinata a cambiare in peg¬ gio: i benefici del superni a reo si stanno traducendo in una notevole riduzione dei prezzi delle importazioni per l'economia di Bonn. E crescerà, invece, il prezzo delle nostre importazioni. Il marco, infatti, sta sfiorando la soglia delle 750 lire, e probabilmente fermerà la corsa più avanti. Le aziende fanno già i conti, comunque, su questi livelli. In pochi poi, tra gli operatori, credono che la diga dei 133 mila miliardi (obiettivo dichiarato del deficit pubblico) possa tenere. Il mercato del reddito fisso tira (e sta andando a ruba l'emissione dei Cct, la prima dell'anno) ma nessuno si nasconde le difficoltà. Nel '90 si annuncia una valanga di titoli pubblici (più di 500 mila miliardi al netto delle nuove emissioni) che verranno proposti nei prossimi dodici mesi. E le indicazioni in arrivo dai prezzi non promettono nulla di buono per il Tesoro sul lato dei tassi. Insomma, a prima vista il panorama consueto della finanza pubblica dell'azienda Italia, abituata a vivere sull'orlo del collasso e capace di continui «miracoli». Eppure, stavolta, in questa prima parte del '90, l'economia promette di conquistare un peso diverso sulla scena politica e di imporsi di nuovo con forza all'attenzione dei risparmiatori, da anni tornati nell'ovile del conto corrente bancario, dei buoni postali e, soprattutto, dei titoli di Stato. Le novità in vista sono due: la liberalizzazione valutaria e l'adozione della banda stretta all'interno dello Sme per la lira. La «deregulation», in sostanza, significa la possibilità di poter muovere risparmi e capitali senza vincoli amministrativi di sorta. In pratica, il cammino della liberalizzazione è cominciato ieri con l'avvio della procedura per liberalizzare i conti in valuta delle piccole e medie aziende. Adesso occorre bruciare le tappe. La Francia, da ieri, ha aperto le frontiere delle valute. Tra pochi mesi, senz'altro entro luglio, toccherà a noi. Prima di quella data la lira esordirà nella «banda stretta» dello Sme. Lo scenario sembra ormai traccia¬ to: un riallineamento (ovvero una svalutazione) nei confronti del marco e la promessa di adeguarci alle regole generali del sistema: l'Italia, insomma, dovrà impegnarsi a mantenere il valore della lira entro un'oscillazione del 2,25% (e non l'attuale 6%) rispetto al inarco. Ce la faremo? Le risorse ci sono e la capacità di competere pure. Ma Bankitalia non potrà più far da elemosiniere della spesa pubblica (e non a caso Ciampi invoca al più presto maggior autonomia) né il Tesoro potrà far da cassa a ogni richiesta in arrivo dal Parlamento. Né l'uno né l'altro potranno girar la richiesta al popolo dei Bot, sicuri della risposta. Ed è la grande novità del '90, anno dell'Europa e della libertà del risparmio. Ma per essere liberi, ammoniscono gli esperti, occorre essere forti. E c'è da chiedersi se l'Italia abbia le carte in regola per tenere il passo, senza agevolazioni, nel confronto con le altre valute europee, marco in testa. Ugo Bertone ALTRI SERVIZI A PAGINA 13

Persone citate: Ciampi