E Bigon fa catenaccio di Vittorio Raio

E Bigon fa catenaccio Il tecnico smorza le critiche dopo la dura sconfìtta di Roma E Bigon fa catenaccio «Quale crisi? Per Napoli è una tradizione perdere l'ultima dell'anno» Ma contro l'Ascoli cambia tutta la difesa-, rientrano Giuliani eRenica NAPOLI. «Non avete ancora visto il vero Napoli». Bigon mette così a tacere tutti. Amici nemici avversari critici e supercritici. «Il Napoli è stato bersagliato spesso. A più riprese — continua l'allenatore —. Non si è mai persa un'occasione. Talvolta anche esagerando. Noi non pensiamo al Milan, all'Inter, a chi ci critica. Proseguiamo tranquilli per la nostra strada. Chi ritiene che il Napoli sia alla frutta, si sbaglia. Ed il gruppo, anche dopo la batosta di Roma, più compatto che mai. La sconfitta con la Lazio non ha rotto l'incantesimo. Il Napoli si prepara a disputare un bel girone di ritorno. Almeno pari a quello dell'andata». Bigon ha trascorso a Padova l'ultimo giorno del 1989, il primo del nuovo anno. Da stamane sarà nuovamente a Napoli. C'è da riprendere il lavoro, «da rimboccarsi le maniche». Verrebbe voglia di chiedergli se durante il cenone di mezzanotte, quando gli è stato servito il pollo, se ha fatto un pensierino ai suoi giocatori. Già, i soliti pollastri di fine anno. Bigon è persona squisita, sin troppo educata. Se la cava con una battuta: «Abbiamo rispettato la tradizione. Così molti saranno stati felici. Comunque non mi sembra fallimentare il bilancio. Anzi. Siamo sempre primi in classifica e con due punti di vantaggio. Se escludiamo le due sconfitte pesanti, con il Brema e la Lazio, per il resto è andata più che bene. Nonostante le grandissime difficoltà incontrate. Ecco, proprio queste vorrei ricordare a chi ci critica». Proviamo noi a ricordare al tecnico che la sconfitta è giunta a Roma, ma lo stop avrebbe potuto registrarsi prima. Con la Cremonese, con il Lecce, con il Bari... E poi non si può non riconoscere l'approssimativa preparazione di vari giocatori. Bigon ascolta e replica punto su punto: «Innanzitutto rifiuto l'idea del poco impegno. Anzi è la gran voglia di fare, di reagire che porta il Napoli a scivoloni del genere. La squadra non è nuova a batoste simili. Anche prima che arrivassi io. Quando le prendiamo, le buschiamo in modo sonoro. Facile da spiegare: non ci stiamo a perdere. Ma avete visto che quando abbiamo beccato il terzo gol, siamo corsi verso il centrocampo per riprendere il gioco? No, le condizioni fisiche sono buone. Di calo, neanche a parlarne. Nonostante i miei avessero nelle gambe una dura preparazione fatta in settimana. Rivediamo brevemente il nostro girone di andata. Siamo partiti senza i tre stranieri. Sono arrivati senza aver preparato la stagione. Poi l'infortunio di Renica. Siamo senza libero da settembre. E già in ritiro accennai all'importanza di questo giocatore. Lui e Maradona sono i nostri registi». Careca, De Napoli, Carnevale, Maradona non girano... «Careca deve solo ritrovare il gol. Carnevale non sta bene. Maradona? A Roma mi hanno frainteso. Ho detto: è il capitano e sono certo che darà l'esempio». Bigon non accetta processi per il suo Napoli. Lo difende a spada tratta. A chi gli parla di fortuna, replica con un sorriso: «Nereo Rocco sosteneva che non si può esser sempre fortunati. Quando la fortuna diventa sistema, vuol dire che è classe». Resta il fatto che bisognerà reagire dopo i tre schiaffi romani. «Lo faremo, lo faremo. Abbiamo tenuto benissimo per sedici gare. Poi lo scivolone. Andrò controcorrente, ma sostengo che al Flaminio ho visto un Napoli migliorato rispetto alle prestazioni con la Cremonese ed il Bari». Bigon conta molto sul rientro di Renica domenica prossima contro l'Ascoli. E tra i pali chi giocherà? Dovrebbe tornare Giuliani ma il tecnico prende tempo: «Decideremo in settimana anche se io tengo a sottolineare che Giuliani ha tratto gran profitto da questa pausa. Ora si allena con determinazione. La storia del portiere meno battuto? A volte porta ad una caduta di concentrazione. Bisognava dargli una scossa. Comunque resta Giuliani il titolare del ruolo. Una cosa tengo a precisare: qui sembra che sbagli sempre io. Sulla validità o meno dell'inserimento di Di Fusco, bisognava pronunciarsi prima del match con il Bologna, non ora». Chiudiamo con un bilancio del 1989. B:f>;on osserva: «Ho salvato il Cesena dalla retrocessione. Sono con il Napoli campione d'inverno. In entrambi i casi ho sofferto tanto. Mi auguro di continuare a soffrire nel '90 e di vincere lo scudetto». Vittorio Raio Il 1989 di Alberto Bigon ha un bilancio positivo: dopo aver salvato il Cesena dalla retrocessione ha guidato il Napoli al titolo di campione d'inverno