Sportivi malati quasi senza sintomi

Sportivi malati quasi senza sintomi Sportivi malati quasi senza sintomi Lj ARRESTO cardiaco del quale lo sport può essere responsabile è entrato nella storia con l'episodio del soldato di Maratona abbattutosi per la fatica dopo aver portato ad Atene la notizia della vittoria sui persiani. Ma nell'episodio di Manfredonia è da escludere la fatica: la partita BolognaRoma era iniziata solo da 5'. L'argomento è pieno di contraddizioni. Come può esserci un arresto cardiaco in un soggetto giovane e per di più atleta, nonché sottoposto a frequenti controlli sanitari? I medici non raccomandano forse a chi è stato colpito da un infarto cardiaco di svolgere una buona attività fisica? Siamo nel paradossale: si sottolineano i benefici dell'esercizio fisico — maggiore resistenza alla fatica, perdita di peso, riduzione della pressione arteriosa, effetti psicologici e forse anche maggiore longevità — e al tempo stesso si registrano episodi cardiaci nel corso dell'attività fisica in molti sport quali la maratona, il nuoto, il ciclismo, il calcio. Una condizione fisica eccellente rappresenta una protezione contro gravi alterazioni acute del cuore e tuttavia collassi anche fatali colpiscono giovani capaci di prestazioni atletiche ad alto livello. La causa più frequente di questi episodi improvvisi è una lesione aterosclerotica delle arterie coronarie, non frequente nei giovani, e che si rivela con una crisi di angina pectoris o con un infarto. Si possono avere anche anomalie coronariche congenite. La presenza di una coronaria discendente anteriore sinistra cosiddetta' «intramurale» è stata riscontrata in soggetti morti improvvisamente durante un esercizio fisico vigoroso. Da questa situazione anatomica può derivare infatti una ostruzione intermittente delle arterie. riva ime: Un'altra causa può essere rappresentata da disturbi del ritmo cardiaco. Ricordiamo la sindrome di Wolff-Parkinson-White, di particolare importanza. A tale proposito 6 stato osservato che disturbi di questo genere potrebbero essere imputati a diete troppo ricche di carboidrati o troppo povere di proteine e grassi, non adatte alle esigenze del ricambio degli atleti. Ma sovente una grave crisi di alterazione del ritmo cardiaco è conseguenza di una estesa aterosclerosi delle coronarie senza un vero e proprio infarto. Prima dei 30 anni l'entità morbosa più frequente nell'atleta che improvvisamente si trova in pericolo di vita è la miocardiopatia ipertrofica, una alterazione anatomica particolare del cuore. Della maggior parte dei casi non vi sono sintomi ma l'ecocardiografia può rivelarla. Bisogna ricordare ancora il cosiddetto «cuore da sforzo» o «cuore d'atleta», nel quale vi è l'ipertrofia del ventricolo sinistro, dilatazione di entrambi i ventricoli, destro e sinistro, battiti del cuore poco frequenti, occasionali extrasistoli. Si pensa che questa costellazione di segni rappresenti non qualcosa di patologico ma una favorevole risposta di adattamento all'esercizio fisico, tuttavia morti improvvise sono avvenute in atleti nei quali non erano presenti altri segni patologici. Probabilmente l'uno per cento degli sportivi professionali ha una cardiopatia :seaza sintomi clinici. Il medico ha a disposizione molti metodi raffinati per valutare l'idoneità dell'atleta alla sua specifica attività sportiva, e tali metodi riguardano anche il cuore, ma può esserci sempre il caso che nessuno può prevedere, neppure con i più sofisticati esami. Ulrico Di Aicheiburg

Persone citate: Parkinson, Wolff

Luoghi citati: Atene, Manfredonia