Gli Usa scommettono sul vento dell'Est

Gli Usa scommettono sul vento dell'Est I banchieri invitano a investire nel Vecchio Continente, soprattutto nell'industria del tempo libero Gli Usa scommettono sul vento dell'Est «La grande Europa sarà il business degli Anni Novanta» WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Il thatcherismo e la reganomics condizionarono l'economia degli Anni 80. Il ria vvicinamento delle due Europe condizionerà quella degli Anni 90. Basta un dato: insieme, la Germania dell'Est, la Cecoslovacchia e l'Ungheria hanno un prodotto lordo superiore a quello della Cina». Riferito dalla rivista Fortune, il giudizio di David Roche, lo stratega della Morgan Stanley che consiglia ai clienti di «investire, investire, e investire» nella borsa di Francoforte, ha contribuito a lanciare l'America all'attacco dei due mercati europei. E secondo il Wall Street Journal ha fatto effetto soprattutto sull'industria americana del tempo libero, che sinora si era mostrata scettica sulle proprie prospettive oltre Atlantico. A differenza dei settori manufatturiero e dei servizi (finanziari, tecnici, ect) quello del tempo libero ha ignorato fino a pochi mesi fa sia la scadenza del '92 per la Cee sia i grandi cambiamenti dell'Europa Orientale. Ma nelle ultime settimane esso si è bruscamente risvegliato. Capeggiata da Hollywood, l'industria del cine e della tv sta aprendo numerose case di produzione nella Cee per non essere esclusa dal suo mercato in nome dell'autonomia culturale europea dal modello Usa. La Eastman Kodak discute una «joint venture» con la Polonia per fabbricare e vendere articoli fotografici negli ex Paesi comunisti: fatturato minimo 30 milioni di dollari annui. E le ditte di cosmetici si fanno una concorrenza spietata per arrivare per prime «alle donne dell'Europa dell'Est assetate di glamour», come dice Roche. Nell'ambito del tempo libero, una delle spinte più forti viene dal turismo. L'America non ha solo constatato che un numero crescente di suoi cittadini visita ogni anno il vecchio mondo; dopo il giapponese, ha anche scoperto l'weuroman», si è persuasa cioè che il viaggiatore del 2000 sarà innanzitutto europeo. Molte linee aeree americane hanno chiesto di aprire nuove rotte atlantiche, altre cercano acquisizioni e fusioni con quelle Cee e con quelle oltre la Cortina di Ferro infranta. Le compagnie immobiliari o aprono alberghi nuovi o comprano gii hotels più famosi, come è avvenuto per lo storico «Quattro stagioni» di Amburgo. Il sintomo più significativo dell'assalto americano all'Europa in questo campo è l'acquisto di due agenzie di viaggi inglesi, la A.T. Mays e la Mark Allan, rispettivamente da parte della Carlson Travel e della Lifeco Travel, come trampolino di lan¬ cio nell'intero continente. Nel panorama commerciale Usa, il turismo ha un posto privilegiato. Un tempo, erano quasi solo gli americani ad andare all'estero, ma adesso la tendenza si sta invertendo. Nei primi nove mesi dell'89 per esempio, i visitatori stranieri hanno portato all'America 33 miliardi di dollari, «più di quanto abbiamo ricevuto dall'export di prodotti agricoli, di computers e di aerei, tre settori che tirano moltissimo» ha notato Roche. Come gli americani hanno una gran voglia di vedere l'Europa dopo i mirabolanti eventi di quest'anno, così gli europei hanno una gran voglia di vedere l'America. Secondo Roche, l'«euroman» è destinato a subentrare al giapponese come ospite preferito degli Stati Uniti. «Ne assorbiremo i gusti, come la passione per il vino e il calcio, anziché la birra e il football americano» ha scritto Usa Today. Il principio della globalizzazione si applica così anche al tempo libero. L'industria statunitense del settore vede nella nuova «grande Europa» la conferma che il mondo a venire può configurarsi in parte come la civiltà dello svago. E' un fenomeno che investe altresì il «fast food» e le case discografiche, l'auto e l'abbigliamento. L'America non corre soltanto ad aprire pizzerie e fabbriche di blue jeans nell'Urss; propone anche l'apertura di centri Ymca (Young Men Christian Association) a Mosca, Leningrado, Novosibirsk in Siberia e Tbilisi in Georgia «per la salute del corpo e dello spirito dei giovani sovietici». Senza dubbio è un assalto che le attirerà accuse di «colonialismo o imperialismo culturale»: è accaduto già nei giorni scorsi quando la prima ragazza tedesco-orientale ha posato nuda per «Playboy», violando l'austerità marxista leninista e suscitando scalpore ovunque. David Roche, il cui compito principale è seguire la Borsa, pronostica che nel '90 «gli inve¬ stitori americani e nipponici prenderanno il loro libretto degli assegni e partiranno per l'Europa». Business Week ha pubblicato uno specchietto di quelli che saranno forse tra gli investimenti migliori. Eccoli. Finanza: la Deustche Bank e l'assicurazione National Nederlander. Industria pesante: la Holderbank svizzera — cementi — e la Metallgesellschaft tedesca. Alte tecnologie: la Gec britannica e la Siemens. Consumi: la Carrefour francese e la Unilever. Ma nell'opinione dell'autorevole rivista, in Europa non si potrà quasi sbagliare. Ennio Carette