Accola-Tomba in Usa è finita 2 a 2

Accola-Tomba, in Usa è finita 2 a 2 Lo slalom speciale del Colorado allo svizzero che affianca l'azzurro in vetta alla Coppa Accola-Tomba, in Usa è finita 2 a 2 // bolognese 2° dopo aver dominato la prima manche E adesso l'Europa: venerdì Val disère, poi il Sestriere BRECKENRIDGE DAL NOSTRO INVIATO Un gesto di fastidio, quasi di stizza. Alberto Tomba, nel bel mezzo della sua discesa, la seconda, quella decisiva, è stato costretto a rimettersi a posto gli occhiali, scivolati sul viso nell'impatto con un paletto, e ha perso quella manciata di centesimi che gli ha rubato, per la seconda volta di seguito, qui sulle nevi di Breckenridge, la gioia della vittoria. Alberto è arrivato secondo, a pari merito con lo svedese Fogdoe, un risultato che in ogni caso lascia un po' d'amaro in bocca dopo gli splendori e le speranze della prima manche. Ha vinto ancora una volta Paul Accola, 24 anni, figlio di un contadino di Davos e contadino lui stesso, nei momenti di libertà. Adesso i due grandi nemici di questo avvio di stagione sono alla pari nella classifica di Coppa, due vittorie e due secondi posti ciascuno. Per tutti gli altri, al momento, non c'è niente da fare. Girardelli e Furuseth, sempre più sfortunato in quanto dopo aver perso il bastoncino in gigante ieri ha lasciato sulla pista gli occhiali e la fascia, stanno soffrendo le pene dell'inferno e per ora devono accontentarsi di seguire, con occhi sicuramente attenti ma infelici, il duello fra Tomba e Accola, fra Accola e Tomba, i due dominatori. C'è stata in verità molta delusione, ne.1 clan azzurro, per le vicende di una gara che dopo la prima manche prometteva momenti di trionfo e di gloria. Alberto Tomba era primo e Fabio De Crignis secondo, intorno si raccoglievano solo soddisfazione e sorrisi, anche se Alberto accusava le lamine troppo affilate dei suoi sci, meglio se stesso che li aveva voluti così. De Crignis, 23 anni, nato in Valtellina da genitori friulani ma residente a Bardotiétchia, una tragedia nella sua infanzia, con la madre morta in un incidente stradale, non è stato capace di ripetere, nella seconda manche tracciata da Stefano Dalmasso, ex allenatore degli slalomisti azzurri pas¬ sato quest'anno alla Francia, la superba discesa di avvio ed è scivolato al nono posto, davanti a Gerosa (decimo) e Christian Polig (tredicesimo). Anche Alberto Tomba aveva disegnata sul viso una smorfia di delusione a stento repressa. Gli occhiali fuori posto, la bravura del rivale, la giornata finita un po' male. «Maledetti ocichiali, era meglio se li perdevo, come è capitato a Furuseth. Così invece ho dovuto spostarli con una mano, mi stavano sugli occhi e non vedevo nulla. Bravo Accola, ma ci rivedremo in Italia.» Alberto Tomba ha lanciato la sua sfida al rivale, sulle nevi amiche, a cominciare dallo slalom del Sestriere, il 10 dicembre, dopo che la Coppa sarà tornata la prossima settimana in Europa, a Val d'Isére. Per intanto restano le alterne vicende di questa grande giornata di sci. La prima manche, molto lunga, su un pendio che non era granché, piuttosto piatto e senza cambi, è stata tracciata da Gustavo Thoeni che ha cercato nei limiti del possibile di renderla veloce e selettiva. Faceva molto freddo, meno 25 in partenza, ma splendeva il sole dopo la bufera e la neve era gelata e compatta, come piace ad Alberto. In ottime condizioni la pista, che teneva bene al passaggio dei concorrenti. Soltanto Bittner ha inforcato, per quanto riguarda il primo gruppo, mentre Girardelli ha ribadito i suoi limiti attuali piazzandosi tredicesimo con quasi un secondo di distacco da Tomba e Ladstaetter, putroppo, ha sciaguratamente sbagliato gara correndo sugli spigoli e frenando a ogni porta, quasi che il terzo posto di Park City, invece di restituirgli la perduta sicurezza, come sembrava dalle dichiarazioni del ragazzo, lo avesse invece caricato di nuove ansie. Gerosa e Christian Polig sono ahdati benino, Josef Polig, Tescari e Belfrond sono usciti, Spampatti e Bergamelli hanno litigato con i pali, intanto che Tomba e De Crignis, giù all'arrivo, commentavano in maniera diversa la loro prova. Alberto, malgrado la magica danza fra i pali che gli aveva regalato il primo posto, non sembrava molto soddisfatto. Tomba, fra l'altro, non otteneva il miglior tempo nella prima manche dall'agosto dell'anno scorso, sulle nevi neozelandesi di Mount Hutt. «Avevo gli sci con troppo filo» diceva scrollando il testone. Credeva che la neve avrebbe ceduto, dato che lui partiva dopo Accola, con il numero 10 di pettorale, faceva capire che con le lamine a posto avrebbe potuto dare un secondo a tutti. Invece, alla fine della prima manche, Alberto aveva soltanto 37 centesimi su De Crignis, 39 su Accola e 41 sull'americano Grosjean, un biondino dall'aria fragile e dagli occhi di ghiaccio che a Park City si era piazzato nono partendo con il numero 38. De Crignis è stato autore di una bellissima discesa. AU'intertempo era addirittura in vantaggio su Alberto. «Nella prima parte ho sciato benissimo, un po' meno nella seconda, dove ho avvertito la fatica. La gara era lunga e a questa quota ho concluso con il fiatone». Era contento, in ogni caso, rideva febee. Anche se alla fine della giornata una smorfia di fatica e dolore ha cancellato il sorriso. Cario Coscia Alberto Tomba (qui con Thoeni) dopo i big Zurbriggen e Girardelli quest'anno ha trovato Accola

Luoghi citati: Colorado, Europa, Francia, Gerosa, Italia, Sestriere, Usa