Una sera al night fa bene alle detenute di Lorenzo Mondo
Una sera al night fa bene alle detenute Una sera al night fa bene alle detenute Assolto direttore di penitenziario che portò à ballare tre carcerate IL dottor Alfredo Granito, già direttore del carcere di Forlì, non è così granitico come lascerebbe sospettare il suo nome. Tre detenute in regime di semiliberta, al momento di tornare al chiuso dopo le dodici ore di respiro previsto dalla legge, hanno espresso il desiderio di fare ancora una passeggiata. Come no - ha risposto il direttore, che fin dall'asilo si trovava a lottare con quel nome ingombrante - vi accompagno io e vi offro un gelato. Ma poi, si sa come vanno le cose, una gentilezza tira l'altra, e i quattro sono finiti in un locale notturno, dove li hanno trovati all'alba i carabinieri. Purtroppo la notizia, insolentemente fattuale, non ci fornisce l'atmosfera, la musica, l'intimità, il sapore del famoso gelato (o sarà stato promosso infine a champagne?). La storiella risale al 1985 e se ne riparla perché il direttore, già condan¬ nato in primo e secondo grado a sei mesi per procurata evasione, è stato assolto in Cassazione. Nella sentenza si legge che «non vi è stata alcuna sottrazione allo stato di restrizione personale e al potere di custodia, se è vero che questo potere venne esercitato dal massimo rappresentante dell'istituzione penitenziaria». Qualcuno potrà infastidirsi per il gergo italofono dei nostri giudici che basta da solo a rivalutare l'insegnamento del franco-provenzale e dell'albanese; altri si chiederà se, fatto salvo il riguardo alle sottigliezze filologiche del cassatore, non era possibile incasellare il comportamento del dottor Granito sotto un altro, più congruente reato. Ma il ragionamento del giudice non fa una grinza. Le ragazze non erano evase, in primo luogo perché non sembra che ne ravvisassero il bisogno; in secondo luogo perché bisognerebbe ipo¬ tizzare che anche il supremo custode si era dato alla fuga, mentre invece se ne stava al right, a lottare con la gentilezza, ormai alle soglie del sonno. In ogni caso la storia ci incanta per il suo profumo d'altri tempi, di rosa sfiorita. Stona soltanto l'intervento oratala dei carabinieri, in questo gioco amabile tra il direttore del cere, le detenute e il magistrato lontano, in questo scambio di surreali zampilli. Vien voglia di chiedersi: e se il carceriere avesse deciso di concedersi un colpo di vita alle Bahamas eoa le sue irrequiete prigioniere^ Non sarebbe stata garantita co-\ munque l'osservanza della legge? Di lassù, l'ombra di Achille Campanile ci guarda e sorride, a questo ennesimo plagio della vita sulla letteratura. Perché proprio noi dovremmo arrabbiarci? Lorenzo Mondo
Persone citate: Achille Campanile, Alfredo Granito, Granito
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