Il Regio cambia musica (e suono) di Armando Caruso

Il Regio cambia musica (e suono) Annunciata la stagione che si aprirà martedì con «Il trovatore», diretto da Sutej Il Regio cambia musica (e suono) L'orchestra guidata stabilmente da Campanella TORINO. I «ministri» del Regio sono schierati nella sala rossa del Caminetto. Lo stato maggiore è al completo: il sindaco-presidente, Valerio Zanone, recupera il leggero ritardo dovuto agli impegni di giunta, ma la sovrintendente Elda Tessore ha già affrontato la sua relazione-fiume. Le conferenze stampa negli ultimi tempi si susseguono in rapida successione, due in una diecina di giorni: una per l'attività del Piccolo Regio, l'altra per la stagione lirica. E c'è chi aggiunge: il ritmo sarà sempre più incalzante. Se Elda Tessore realizzerà la sua utopia «uno spettacolo per ogni giorno dell'anno, nella Sala grande, nella piccola e nei foyer del teatro, in collaborazione con le associazioni della città», anche il pubblico di scelte potrà farne molte. Gli obiettivi sono chiari: «Il passato ci ha insegnato molte cose. Ora il teatro dovrà essere il motore della cultura piemontese. Lo stanziamento ministeriale di 7 miliardi per le celebrazioni del 250° del Regio ci ha dato ossigeno, ora dobbiamo dimostrare di meritarci l'attenzione e la stima di tutti. Non possiamo sbagliare. Abbiamo sanato il deficit, stiamo stabilendo nuovi rapporti con il pubblico, con i sindacati confederali e autonomi, stiamo lavorando per ridurre il costo del lavoro. L'organizzazione era vecchia di dieci anni». E annuncia: «Il Regio si darà una Fondazione a cui prenderanno parte tutte le forze economiche della città. Cambierà anche l'acustica. Carlo Maria Giulini ha detto che il teatro è uno strumento, deve suonare bene. Abbiamo istituito una commissione tecnica presieduta dall'assessore Marzano». Il direttore artistico, Carlo Majer, chiarisce: «La stagione 1991-92 non porta la mia firma, ma quella del maestro Rattalino. Ho apportato soltanto alcuni correttivi al cartellone, deciso l'ingaggio del maestro Vjekoslav Sutej, che il 3 dicembre dirigerà l'inaugurale "Trovatore"; il balletto che io amo molto, tornerà ad avere un ruolo importante con "Facade" e "Les deux pigeons", le musiche non saranno più registrate ma eseguite dall'orchestra, siamo felici di avere con noi Bruno Campanella (che ha studiato con Schippers e Swarowskj). Finalmente il Regio ha un direttore stabile. Con l'orchestra. Campanella ha un rapporto affettuoso. L'anno scorso qualcuno gli ha lasciato un biglietto sul podio: "Sei il direttore più simpatico del mondo". Sono sicuro che con la sua esperienza, la sua affabilità, farà un lavoro eccellente». Majer annuncia: «Ridisegneremo la mappa dell'attività del coro e dell'orchestra in Regione con l'aiuto dell'assessore Fulcheri». Quindi: «D'ora in poi, il Coro dovrà fornire i comprimari alla scena, così come l'orchestra dovrà dare al Regio formazioni cameristiche in grado di fare concerti veri. Lo scopo non è quello di dar più soldi a coristi e professori, ma di valorizzarne le qualità musicali». Se son rose fioriranno, e pare che Majer abbia il «pollice verde». «In botanica - osserva - il terreno deve essere preparato a lungo e con amore. Allora l'erba sarà sempre verde e il giardino fiorente». Se il nuovo look organizzativo e artistico del Regio è teso a catturare più pubblico a Torino e in tutto il Piemonte, «un altro fine non meno importante - interviene il sindaco Zanone - è quello di indurre lo Stato a rivedere il contributo ordinario, troppo basso, che penalizza il Regio, ignorando parametri qualitativi e quantitativi». La stagione, altre volte annunciata all'insegna del «più se ne parla meglio è», si apre martedì 3 dicembre alle 20,30 con «Il Trovatore» di Verdi, protagonisti Leo Nucci, Maria Chiara, Giorgio Lamberti, Elisabetta Fiorillo, Franco De Grandis nei ruoli principali, direttore Sutej, regista Giuliano Montaldo. I costumi sono di Nana Cecchi, le scene di Luciano Ricceri, l'assistente alla regia è Vittorio Borrelli, un «aiuto» cresciuto sul palcoscenico del Regio. Armando Caruso

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