Del Vecchio, l'impero delle lenti
Del Vecchio, l'impero delle lenti Del Vecchio, l'impero delle lenti Le azioni della sua «Luxottica» quotate a Wall Street VENEZIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Negli Stati Uniti basta la parola: Luxottica Spa. E' il leader mondiale degli occhiali, con 1200 modelli tradizionali e firmati, da Armani a Valentino a Yves Saint Laurent, e trecento nuovi stili introdotti sul mercato ogni anno; 374 miliardi di fatturato nell'89, 460 previsti per il '91 e un utile consolidato di sessanta; un capitale sociale di quarantacinque miliardi e una capitalizzazione borsistica di circa un miliardo di dollari, unica azienda al mondo ad essere quotata in una Borsa estera (quella di Wall Street, con il 23 per cento del proprio capitale) senza esserlo anche in quella domestica. Bene, questa azienda, la principale del Cadore, sorge ad Agordo, un paesotto ai piedi delle Dolomiti; e da ieri si sa che il suo titolare, il cavaliere del Lavoro Leonardo Del Vecchio, è il primo contribuente in Italia per reddito denunciato, con tredici miliardi 358 milioni. Batte di tre miliardi un altro cavaliere, quello del biscione: Silvio Berlusconi. Commenta il proprietario della Luxottica, attraverso il suo addetto alle relazioni esterne: «Le liste del ministero vanno lette con attenzione. Primo, quando si dice che Leonardo Del Vecchio è il più ricco, si intende da un punto di vista reddituale e non patrimoniale. Secondo, la struttura fiscale della Luxottica nell'89 era tale per cui Leonardo Del Vecchio aveva in capo tutto». Insomma, bisogna stare attenti a trarre le conclusione ed è anche probabile che i dati del fisco nei prossimi anni possano essere completamente diversi. Del Vecchio è il classico «selfmade man», un uomo fattosi dal nulla, l'italiano tipico che si inventa un grande business: orfano di padre fin dalla nascita, a Milano, nel '35; a sette anni nel collegio dei Martinitt, gli orfanelli del capoluogo meneghino, a dodici già al lavoro; sposa Luciana, la figlia del vecchio principale di Pieve Tesino, in provincia di Trento, dove lavorava come capo reparto; lavora per anni anche venti ore al giorno, in piedi a forza di simpamina come ricorda lo stesso imprenditore. Con un solo obiettivo, quello di far fortuna e di rifarsi delle oscure origini C'è una frase quasi leggendaria, detta dal bambino alla madre - come ricorda lo scrittore Luca Goldoni -, che forse spiega il successo dell'imprenditore adulto: «Compratemi una bicicletta: vedrete, mi servirà a fare soldi». Adesso Del Vecchio si muove in elicottero e con il Falcon aziendale. La bicicletta l'ha fatta fruttare. Dopo varie peripezie, nel '61, fonda la Luxottica ad Agordo: proprio lì, in quel pae¬ se sperduto, perché il Comune regalava i terreni. L'attività allora consisteva nella produzione di minuterie metalliche e componentistica di montature per conto terzi, soprattutto per le occhialerie del Bellunese. Nel 1980 ha inizio la seconda fase: nasce la holding multinazionale che apre sedi in giro per il mondo, in Germania, negli Stati Uniti, in Spagna, in Gran Bretagna, in Francia, Svezia, Portogallo e Giappone. li 1990 è 1 anno chiave per l'azienda: il 23 gennaio vengono collocati sul mercato borsistico di New York 5.175.000 adr, rappresentanti ciascuno due azioni ordinarie della Luxottica Group. In trent'anni, l'azienda è passata da 14 a 3400 dipendenti, da 550 a cinquantamila r3aia di occhiali ogni giorno. Il miracolo del martinitt si è veramente compiuto. Mario Lodo
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