Scongiuri e guai la sera della prima

Il terrore attanaglia quasi tutti gli attori, all'apertura del sipario: che cosa fanno per combatterlo Il terrore attanaglia quasi tutti gli attori, all'apertura del sipario: che cosa fanno per combatterlo Scongiuri e guai, la sera della prima Verità e leggende dietro le quinte Vittorio Gassman, gualche ora prima del debutto, a luci spente e sipario abbassato, percorre a grandi falcate il palcoscenico, quasi volesse prenderne possesso fisicamente. Gabriele Lavia si chiude in camerino, al buio, e aspetta il «chi è di scena?» col fiato sospeso, come un condannato a morte. Annamaria Guarnieri dorme col copione sul cuscino: «E quando mi sveglio provo un senso di viscido, quasi ci fosse un cane che mi morde allo stomaco: sensazione, che dura tutta la giornata. Poi, se Dio vuole, entro in scena ed è come se andassi a togliermi un dente». Mariangela Melato somali zza: «Sin dal mattino, mi vengono gli herpes, le congiuntiviti, mi si ammalano le corde vocali. E' sempre la parte che devo usare e che si vede ad essere colpita. Mai che mi venga un brufolo sul sedere». Aroldo Tieri, dopo 53 anni di teatro, continua immancabilmente a dover prendere una pastiglia di Bimixin alle sette di sera. Per calmarsi? «No, perché altrimenti me la faccio addosso». La sera della prima. Leggendària: fanno parte del mito le paure, le angosce, gli isterismi dei grandi, da Tofano alla Brignone, da Buazzelli alla Ferrati che se ne stava chiusa per tutto il pomeriggio in camerino e guai a rivolgerle la parola. Si raccontano isolamenti e capricci omerici, svenimenti, fughe, convulsioni: c'è chi prova vere e proprie doglie e in seguito, la classica depressione post-partum. John Cassavetes ne fece un mirabile film con la mirabile Gena Rowlands, in cui rappresentava i patemi e le ansie del debutto che veniva vissuto come un happening liberatorio da attori e pubblico. Forse oggi qualcosa è cambiato? Non pare. Si racconta di un'attrice che a poche ore dall'andata in scena, non resistendo alla tensione scappa dal teatro e dopo aver vagato nella nebbia di Perugia, attratta dall'unica luce accesa rossa e rassicurante, si rifugia in un Pronto Soccorso. Dove viene raggiunta e riportata in scena, per una «Fedra» trionfale. E' Annamaria Guarnieri. La paura della prima è dunque attualissima e non risparmia nessuno: anche se ciascuno l'affronta in modo diverso. C'è chi la vive con divertita rassegnazione, come Paola Bacci: «Io credo di essere un caso patologico perché ho paura tutte le sere: prima, seconda, ultima, non cambia niente. Mi proibisco di prendere tranquillanti e faccio male perché i primi cinque minuti che sto in scena, ho le tempie che pulsano, le gambe che tremano, le mani sudate. Alla prima di "La pazza di Chaillot", Guarnieri, Zamparmi ed io ci siamo ritrovate di fronte con gli occhi a palla come i personaggi dei cartoons. Ci veniva quasi da ridere». Chi con la sicurezza diligente del primo della classe come Luciano Virgilio: «Provo la preoccupazio-

Luoghi citati: Perugia