Nasce dimezzata la nuova Unione di Gorbaciov

Dopo i successi tedeschi, Eltsin affronta l'ostilità del Parlamento e il fallimento dei negoziati armeni-azeri Dopo i successi tedeschi, Eltsin affronta l'ostilità del Parlamento e il fallimento dei negoziati armeni-azeri Nasce dimezzata la nuova Unione di Gorbaciov Oggi la firma del Trattato federale, boicottato da 5 Repubbliche DAL MONDO ■ Gli ultimi italiani lasciano Mogadiscio MOGADISCIO. Cinque italiani che erano rimasti bloccati a Mogadiscio sono arrivati ieri a Nairobi, a bordo di due aerei della Croce Rossa. Sono Fulvio Vidoni, Tommaso Castellano, Luciano de Roberto, Marcello Mattei e Gianfranco Marcotulli. Ad attenderli nella capitale kenyana, c'era il consigliere Gianfranco Colognato dell'ambasciata italiana a Mogadiscio. [Ansa] Pankin: congedato senza preavviso STOCCOLMA. Boris Pankin si è visto congedare senza preavviso da Gorbaciov nel cambio della guardia al ministero degli Esteri, restituito a Shevardnadze: lo ha detto lo stesso ex ministro al quotidiano «Dagens Nyheter» di Stoccolma. Pankin ha raccontato che il 19 novembre, il Presidente lo informò della decisione di sostituirlo, offrendogli di nominarlo suo consigliere di politica estera. «Gli risposi che preferivo conservare la mia libertà d'azione. Allora mi offrì di dirigere l'ambasciata di Londra». [Agi] Evasi slovacchi uccidono 5 guardie PRAGA. Dopo aver ucciso cinque guardie e averne ferite tre, cinque detenuti evasi dal carcere di massima sicurezza di Leopoldov (Slovacchia occidentale) sono stati catturati ieri, a meno di 24 ore dalla fuga. Contro i cinque, che si erano impadroniti di armi e uniformi dei secondini, la polizia ha organizzato una caccia all'uomo, bloccando anche altri due detenuti che cercavano di fuggire dallo stesso carcere. [Ansa] Un italo-americano sullo shuttle «Atlantis» Il primo astronauta con un po' di sangue italiano parte per una missione spaziale: è Mario Runco, 39 anni, nato a New York da famiglia calabrese. Runco e altri cinque astronauti sono partiti ieri sera a bordo dello shuttle «Atlantis». Lunedì dovrebbero mettere in orbita un satellite-spia. [Ansa] MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La Germania gli ha tributato onori quasi pari a quelli dovuti a un capo di Stato, ma tornato a casa Boris Eltsin ha trovato ad attenderlo il cumulo di problemi che per anni hanno tormentato Gorbaciov. Sette Repubbliche dovrebbero siglare oggi il nuovo Trattato federale, un documento che costituirà la base della nuova Unione di Stati sovrani, ma che ha ancora davanti un lungo cammino legislativo. E nel frattempo Eltsin deve affrontare un Parlamento divenuto turbolento, il lancio della riforma economica ed il fallimento dei negoziati di pace tra armeni e azeri da lui sponsorizzati. Il progetto di Trattato federale verrà siglato nella riunione del Consiglio di Stato, di cui fanno parte Gorbaciov e i presidenti delle 12 Repubbliche. Ma il leader ucraino Leonid Kravchuk ha già fatto sapere che boicotterà l'incontro, e lo stesso sembra faranno i dirigenti di Georgia, Non si lamenta dello stipendio e sogna un posto nel partito comunista Uzbekistan, Moldavia e, forse, Armenia. Il testo verrà poi inviato ai Parlamenti repubblicani, ed è chiaro che su alcuni punti ci sarà battaglia. Secondo molti osservatori, gli ucraini ammorbidiranno il proprio atteggiamento dopo il 1° dicembre, quando la Repubblica eleggerà il proprio presidente e deciderà se staccarsi o meno dall'ex Urss. Ma Kravchuk, attuale leader e candidato favorito, ha troncato ogni dubbio: «Non prenderò parte ai negoziati per la firma del nuovo Trattato. Le insinuazioni secondo cui io aderirò più tardi al Trattato non sono che invenzioni». Non ci si poteva attendere una posizione diversa prima delle elezioni. E probabilmente le stesse considerazioni hanno spinto il premier ucraino Vitold Fokin a denunciare il protocollo d'aiuti firmato da otto Repubbliche e dalle sette potenze occidentali. Giustificandosi per essersi opposto al documento, Fokin ha detto che il testo prevedeva «gravi ingerenze negli affari interni dell'Ucraina». Vero è che molto dipenderà dal voto, ma chi sperava in un'adesione dell'Ucraina all'Unione non ha ricevuto per ora che dei «niet». Vista l'incertezza del futuro federale,, Eltsin ha così spinto sull'acceleratore delle riforme nella sua Russia. Il governo da lui guidato ha preparato un pacchetto di decreti da adottare prima di gennaio che prevedono: liberalizzazione dei prezzi e del cambio del rublo (30 novembre), divisione delle proprietà statali, privatizzazione delle piccole imprese, riforma agraria e liberalizzazione del commercio estero. Il pacchetto corrisponde alle indicazioni del Fondo monetario internazionale e, se adottato, costringerà una serie di Repubbliche a seguire la Russia. Ma non è detto che il Parlamento russo non stia preparando trappole a Eltsin. Il suo decreto sulla riforma bancaria è stato infatti modificato dai deputati, che hanno imposto il controllo parlamentare su Banca centrale e Banca per il commercio estero. La mossa, secondo il vice-premier russo Egor Gajdar, «annulla gli ampi poteri garantiti a Eltsin dal Congresso». Secondo Gajdar, se il Parlamento confermerà la propria decisione l'inflazione potrebbe aumentare di 70-80 volte in un anno. Un altro colpo all'autorità del Presidente russo, che assieme al kazakho Nazarbaev aveva sponsorizzato i negoziati tra Armenia e Azerbaigian, è venuto dal Karabakh, la regione contesa tra le due Repubbliche. Mercoledì scorso, la caduta di un elicottero con a bordo alti esponenti azeri ha riacceso le paure di una guerra totale. Gli azeri affermano che l'elicottero è stato abbattuto dagli armeni, e centinaia di migliaia di persone hanno partecipato ieri a Baku ai funerali delle vittime. Nel Karabakh gli scambi di artiglieria proseguono e il ministro degli Esten Shevardnadze ha inviato un appello alle due Repubbliche, invitandole a «non intraprendere passi che possano portare a conseguenze irreparabili». Fabio Squillante UNGHERIA «Lo Stato ci restituisca