De Mita, voglia di polemica in discoteca

De Mita, voglia di polemica in discoteca De Mita, voglia di polemica in discoteca «I discorsi di Cossiga? All'estero non parlo di politica italiana» SAN MARINO DAL NOSTRO INVIATO Lezione di politica, in discoteca. Sulla pista da ballo, al Symbol di San Marino, fra duecento giovani che gli stanno attorno aspettando che la festa cominci, c'è un ospite particolare. Ciriaco De Mita, presidente della de, si siede e si guarda in giro. Certo, qui non tira proprio aria da congresso, anche se non brillano le luci psichedeliche, non strillano i dj, e la musica per ora tace. Ragazze con le gonne corte, e ragazzi con i capelli impomatati. «Come mai questa sera in discoteca?», chiede uno. «Forse anche la de si è accorta che la gente va incontrata nei luoghi dove si ritrova? Noi siamo abituati a vedervi solo in tv». De Mita risponde serioso: «Il problema non è dove ci si incontra. La difficoltà è un'altra: se parlando ci si capisce». Può darsi che alla fine sia più facile di quel che sembra. Ci si può capire, si può parlare di politica anche in discoteca. Marco Barbieri, della de di Reggio Emilia, uno degli organizzatori della serata, l'aveva presentato così quest'incontro particolare, per smentire un luogo comune: «Si dice che c'è distanza tra politica e giovani. E forse non è vero. Incontriamoci qui, in un tempio del mondo giovanile». E rivolto al pubblico: «Vi chiedo di essere abbastanza cattivi». Perché?, aveva domandato uno. «Perché lui sa rispondere». Domande cattive, in verità, non ne sono state fatte molte. «Sono Marco di San Marino. Da noi c'è ricambio generazionale. In Italia, invece, nell'orchestra ci sono sempre gli stessi musicisti e il direttore poi sembra addirittura eterno». Risposta, con frecciata ad Andreotti: «Non è vero. In Italia ci sono tanti dirigenti nuovi. Uno solo è rimasto da 40 anni». Risate e applausi. Un altro: «Mi chiamo Carlo. Die¬ realizzare una forma di partecipazione diversa, e questo disegno di adeguamento istituzionale non va fatto dalla maggioranza contro l'opposizione». Politica estera. Domanda: come vede l'Italia nel futuro contesto europeo? Risposta: «Non condivido l'opinione che il processo di integrazione europea riscontri difficoltà solo nel nostro Paese. Per me, la cosa più preoccupante è la strategia politica dell'Europa dei 12, che non è più dei 12 perché non si ferma più a Berlino, non ha più confini». Riccardo da Cesena: una magistratura politicizzata è ancora in grado di fare giustizia? «Una magistratura politicizzata no, non fa giustizia. Ma questo fenomeno non c'è più, lo si ricorda solo per creare uno scontro. Il governo dei giudici appartiene agli Anni 70. Oggi siamo di fi-onte a un problema diverso: come organizzare la giusitizia». Lei quale tipo di rinnovamen- tro il casino che fa Cossiga c'è un uomo che sta invecchiando?» De Mita se ne sta al largo: «Io di solito quando vado all'estero non parlo di politica interna». Altre risate. Un altro ragazzo, di San Marino, insiste, cosa ne pensa degli umori del Quirinale? «Le buone relazioni tra i nostri Paesi sono garantite dal ministro degli Esteri». Poi, si passa subito alle domande più serie. I giovani chiedono spiegazióni sullo stato sociale, pongono quesiti sulla mafia, sui grandi problemi della politica intema. Una ragazza, Francesca, di San Marino: «Secondo l'opinione pubblica, lei lascia una porta aperta al pds per una futura alleanza. Ma lei è veramente convinto che dietro il cambiamento formale del pds ci sia un cambiamento sostanziale?» De Mita prima nega alleanze di governo. Poi aggiunge: «La mia opinione è che il Paese viva una crisi senza risposte. Compito della politica è anche quello di

Persone citate: Andreotti, Ciriaco De Mita, Cossiga, De Mita, Marco Barbieri