L'ULTIMO STRAUSS di Leonardo Osella

Alla Rai i Quattro Lieder e la Sinfonia delle Alpi CONCERTI L'ULTIMO STRAUSS Alla Rai i Quattro Lieder e la Sinfonia delle Alpi PER i patiti di Richard Strauss il concerto Rai di giovedì 7 (ore 20,30) e venerdì 8 novembre (ore 21), diretto da Frank Shipway, è da segnare in bella evidenza nell'agenda degli appuntamenti. La serata è interamente dedicata al compositore bavarese e accosta due opere molto lontane fra loro e che pure sottili affinità legano in modo perfetto. Si comincia con i «Quattro ultimi Lieder per voce e orchestra», che avranno come interprete il soprano Mechtild Gessendorf. E' il patetico, dolcissimo canto del cigno del Maestro, solitario sopravvissuto di un mondo ormai cancellato dagli orrori dell'ultima guerra (fu anche coinvolto in accuse poi cadute - di collaborazionismo con i nazisti). Giunto a 84 anni (è il 1948), Strauss si tiene appartato nella pace svizzera, tra i paesaggi lacustri di Montreux e la quiete alpestre di Pontresina. E' fortemente scosso dai disastri bellici: una fotografia della Wiener Staatsoper distrutta dai bombardamenti lo ha colpito come un macigno. In Svizzera è andato controvoglia con la moglie Pauline e ha dovuto subire penose umiliazioni. Seconde l'attenta ricostruzione fatta di Quirino Principe degli avvenimenti, è il figlio Franz Alexander a porgergli una raccolta di poesie di Hermann Resse, facendosi promettere che ne avrebbe musicata qualcuna. Il vecchio si mostra riluttante, ma poi si lascia prendere la mano. E così, con l'aggiunta di una poesia di Eichendorff, nascono i «Quattro Lieder», struggente testamento e serena accettazione di un tramonto ormai alla con- erosione (Strauss morirà un anno dopo). A parte il primo («Primavera»), gli altri evocano già nel titolo il crepuscolo della vita: «Settembre», «Andando a dormire», «Al tramonto». La voce del soprano si staglia pulita e netta su un'orchestra spesso rarefatta, piena di richiami naturalistici, filtrati come attraverso un sogno. I suoni si spengono sulla rassegnata domanda: «E' forse così che si muore?», sulla quale echeggia lontano, come da un iperuranio, il tema di «Morte e trasfigurazione» evocato dal corno. La natura irrompe anche nella seconda pagina del programma, la «Sinfonia delle Alpi». Scritta dal 1911 al 1915, è l'ultimo poema sinfonico di Strauss. Classica composizione a programma, descrive una giornata sui monti, con tanto di alba, scalata, cascate, armenti al pascolo, uccelli che cantano e rivi che scorrono, temporali e raffiche di vento. L'orchestra è dilatata al massimo (sono previsti addirittura 12 corni fuori scena, che all'Auditorium saranno un po' ridotti di numero). La partitura prevede, tra l'altro, l'organo per i ripieni e per il quieto corale che accompagna alla conclusione, le campane da mandria, l'Heckelphon (un oboe baritono dal suono nasale, già impiegato in «Salome») e l'eolifono per imitare il sibilo della bufera. L'orchestrazione è, naturalmente, virtuoslstica e raggiunge il momento di maggior complessità proprio nella descrizione del temporale. Leonardo Osella Al compositore bavarese Richard Strauss sono dedicati i concerti Rai di giovedì 7 e venerdì 8 novembre, diretti da Frank Shipway

Persone citate: Frank Shipway, Franz Alexander, Hermann Resse, Quirino Principe, Richard Strauss, Strauss