La violinista Mullova alla Rai: Sibelius, Schoenberg e Skrjabin di Leonardo Osella

La violinista Mullova alla Rai: Sibelius, Schoenberg e Skrjabin CONCERTI PAESAGGI MUSICALI La violinista Mullova alla Rai: Sibelius, Schoenberg e Skrjabin ESSUNA stagione musicale che si rispetti nasce per caso e neppure nasce a caso il singolo concerto. A volte però non è facile scorgere i fili che legano i brani (se si tratta di un programma composito, ovviamente). Per il secondo appuntamento del cartellone Rai all'Auditorium (giovedì 10 alle 20,30 e venerdì 11 alle 21) è lo stesso direttore artistico Enzo Restagno a specificare quelle che egli definisce «le affinità chimiche tra un pezzo e l'altro». «Qui si è partiti da un dato di fatto, quello di Viktoria Mullova che suona stupendamente il Concerto per violino di Sibelius. A quel concerto profondamente immerso negli effluvi di una natura così fresca e tersa che cosa accosti? Il suono altrettanto puro, ma un poco algido e misticheggiante, degli archi della "Verklaerte Nacht" di Schoenberg. E per restare nel contesto di una musica intimamente legata alla natura, prendiamo anche il "Poema dell'estasi" di Skrjabin, dove la luce del Mediterraneo tocca lo Zenith di un'estasi in cui la temperatura intellettuale e visionaria si innalza visti "spaiente. Seguendo tre distiit tesaggi naturali possiamo c mstatare come l'inflessione musicale moduli da un registro all'altro del pensiero, della sensibilità e del colore. Nel rivelare queste arrièrepensées, vorrei anche rammentare che per viaggi siffatti si parte di solito da una condizione di quieto benessere; come invito vogliate dunque gradire quel frammento delicato e struggente dello stesso Sibelius che è la "Valse triste"». Ecco dunque imbandito un menù di tutto rispetto, a partire naturalmente dalla solista. Ricordando che sul podio vi sarà un giovane ormai lanciatissimo come Gyòrgy Gyòrivaniy-Rath, esaminiamo il programma. Il «Valzer triste» è la rielaborazione di una musica di scena scritta per il dramma «Kuòlema» (La morte). La danza appare in un delirio, ma non è né deformata né idealizzata. Travolta da una fortuna enorme, questa pagina ha contribuito ingiustamente a creare attorno a Sibelius un alone di musicista languoroso. Nulla di più falso, naturalmente, come dimostra ad esempio il «Concerto per violino» che sarà eseguito sùbito dopo. Accolta malamente ad Helsinki al primo apparire nel 1904, l'opera fu oggetto di una radicale revisione e un anno e mezzo più tardi venne riproposta a Berlino con Karl Halir solista e Richard Strauss sul podio: da allora si è stabilmente affermata come un cavallo di battaglia dei grandi violinisti. Seguirà «Verklaerte Nacht» (Notte trasfigurata) di Schoenberg. Composta per sestetto d'archi nel 1904, l'opera fu poi riscritta due volte per orchestra d'archi. Alla prima esecuzione, come testimonia lo stes¬ so autore, «sollevò tumulti e pugilati». Ispirata a una contorta poesia di Richard Dehmel, oscilla tra Wagner e Brahms, in un alternarsi di flutti procellosi e sonorità estatiche, e oggi non scandalizza proprio più nessuno. Il «Poema dell'estasi op. 54» di Skrjabin corrisponde all'esigenza piuttosto velleitaria dell'autore di esprimere persino l'inesprimibile. Qui le note si fanno simbolo, l'intento è dichiaratamente descrittivo («Con nobile e gioiosa emozione», «Tempestoso», «Leggierissimo, volando», «Languido», «Soavemente» e persino «Con voluttà sempre più estatica»). Questa ricerca esasperata, nata da suggestioni e influenze delle filosofie orientali, avviene tramite un'orchestra enorme che un po' si frammenta in piccoli gruppi strumentali e un po' esplode in tutta la sua potenza, come Dell'esaltante finale. Leonardo Osella Da sinistra Jean Sibelius e Arnold Schoenberg. In basso a sinistra Marco Polidori e Andrea Maggiora, a destra Robert Schumann

Luoghi citati: Berlino, Helsinki