Un Juperchip per Apple e Ibm

Un superchip per Apple e Ibm I primi fotti dell'intesa già nel '91; tra due anni i computer in comune Un superchip per Apple e Ibm I duèruppifaranno insieme microprocessori MILANO^' un autentico Rinascimefidel computer», dichiara s^ro il presidente della Apple, Jta Sculley. «Il secondo decere) del personal inizia oggi», gjlfa eco John Akers, presidendella Ibm. Non beano certo di modestia, i q[«guru» dell'informatica, cHeri hanno annunciato gli svimi dell'intesa firmata agli inpi luglio tra le loro società. |( l'entusiasmo sembra giustiffio dalla rapidità con cui l'ajlnza sta dando i suoi frutti .dalle nuove frontiere che i è gruppi esploreranno insiera A qbmbre di quest'anno, moltCvima di quanto previsto - hanr promesso ieri Akers e Sculle-- saranno disponibili i primj ogrammi che consentono (integrare i personal computeMacintosh della Apple nellaeli di comunicazioni Ibm{ un passo iniziale che awaaggia la Apple: d'ora in poi i suoi computer potranno prendere il posto dei personal Ibm o Ioni-compatibili nelle grandi aziende, offrendo a chi lo desidera la possibilità di trattare in modo sofisticato testi e immagini, senza rinunciare alla potenza di calcolo dei grandi elaboratori Ibm. Ma i programmi non si fermano qui. Ibm e Apple progettano anche una nuova generazione di computer. Si baseranno sui chip costruiti dalla californiana Motorola (una delle società che ha più da guadagnare da questo accordo), utilizzando la tecnologia Ibm. Questi prodotti saranno disponibili tra due o tre anni. Il terzo punto dell'intesa riguarda l'ingresso della potente accoppiata nel campo dei sistemi aperti, finora dominati da altre case produttrici e da cui la Ibm si era tenuta in disparte. Nei prossimi anni, le due società svilupperanno una ver¬ sione comune dell'Unix, il sistema operativo sul quale si basano i sistemi aperti, e cercheranno di portare altri produttori nella loro area. L'altro aspetto dell'accordo, destinato a mostrare i suoi effetti verso la metà di questo decennio, riguarda le tecnologie di base, in pratica la «lingua» che parleranno i computer del futuro. Così Ibm e Apple costituiranno in joint venture due società: una si occuperà dei sistemi multimediali, in grado di combinare trattamento di testi, suoni e immagini; l'altra sarà invece dedicata alla programmazione «object oriented», che promette di semplificare l'approccio al computer e consentire anche a chi di informatica sa poco o niente, di crearsi da solo i suoi programmi. I concorrenti per ora non sembrano un granché spaventati da quest'alleanza tutta americana: preferiscono vede- re quale sarà il risultato effettivo della collaborazione prima di fasciarsi a testa. Anche perché, buone intenzioni a parte, le due società non fanno eccezione nel panorama desolato dell'informatica mondiale. La Apple ha chiuso il terzo trimestre '91 con una perdita di 53,1 milioni di dollari, la Ibm nel secondo trimestre dell'anno ha ridotto i suoi utili a 114 milioni di dollari, un decimo rispetto allo stesso periodo del '90. [f. man.] John Akers, presidente Ibm

Persone citate: Akers, Apple, John Akers

Luoghi citati: Milano