Yokovlev: «Mi chiedo chi comandi in Urss» di F. M.
Yokovlev: «Mi chiedo chi comandi in Urss» «Le riforme non decollano, il pcus rialza la testa» Yokovlev: «Mi chiedo chi comandi in Urss» MOSCA. «A poco più di un mese dal golpe, due tendenze mi preoccupano. Le riforme che non decollano, la lentezza nel rinnovamento malgrado lo scossone. E la reazione, che superato lo choc guadagna terreno e nuove posizioni». Doveva essere solo la presentazione del suo libro, «Perestrqjka, speranze e realtà», una accorata riflessione sulle fragili certezze marxiste, sui momenti tragici della storia russa. Ma Alexandr Yakovlev rilancia denunce sui rischi incombenti e l'incontro diventa un evento politico. «Credo che negli ultimi dieci giorni - ha detto il consigliere di Gorbaciov - le destre hanno intensificato la loro campagna. La Pravda è di nuovo sulla linea del passato. Temo che la vittoria di agosto non porti i frutti sperati. Sono convinto che in democrazia ci vuole un'opposizione, e perciò si potrebbe anche togliere il bando al pcus, metterlo sul piano di parità con altri partiti e lasciare che si presenti da sé al popolo. Ma dalla Pravda e dai giornali collaterali sento spirare un'aria diversa, anche se consueta: di nuovo le vecchie accuse, l'antica bramosia di vendetta e rivalsa, in questo caso contro il popolo che ha fatto dissolvere il partito». E poi: «Mi si chiede: chi comanda davvero in Urss? Non lo so neppure io». Qualcuno del pubblico gli passa una lettera che lo accusa: «Grazie al pcus hai ottenuto un dottorato. Lui replica: «No, lo devo solo al mio lavoro». Poi Yakovlev accenna alla riunione del Consiglio con Gorbaciov svoltasi poco prima, con l'analisi della situazione e il positivo andamento del processo per il trattato dell'Unione: ma non nasconde un senso generale di amarezza che spira al Cremlino: «C'è insoddisfazione da parte di tutti». [f. m.]
Persone citate: Alexandr Yakovlev, Gorbaciov, Yakovlev
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