«Inail troppo rigida sulle silicosi»

Il sindacato pensionati della Cgil critica l'attuale sistema delle revisioni Il sindacato pensionati della Cgil critica l'attuale sistema delle revisioni «Inail troppo rigida sulle silicosi» «E'poco credibile che tutti gli accertamenti fatti nel passato siano stati male interpretati» Replica l'Istituto: «Oggi disponiamo di mezzi diagnostici migliori e i medici sono più attenti» LA BUONA TAVOLA Ginepro: dalle bacche un aroma per la carne AOSTA. I pensionati della Cgil tornano all'attacco dell'Inail per la «questione silicosi». A conclusione del recente congresso regionale, gli iscritti alla Spi-Cgil hanno approvato all'unanimità un documento di critica dell'operato della sede valdostana dell'Istituto. «La sede Inail di Aosta - dice il documento - sta drasticamente riducendo se non azzerando le percentuali di invalidità, dalla stessa Inail concesse, confermate o addirittura aumentate». E ancora: «La solerzia e la rigidità con cui viene applicata la normativa non è riscontrabile in nessun'altra regione italiana». Secondo lo Spi-Cgil «è poco credibile che tutti gli accertamenti clinici effettuati in passato, sulla base dei quali la silicosi è stata riscontrata esistente o aggravata, siano oggi da ritenersi mal interpretati o addirittura completamente inesatti». E' di nuovo polemica con l'Inali? Sulla questione è ancora aperta una vicenda giudiziaria. Feliciano Sartore dello Spi-Cgil non vuole parlare di attacco all'Inail: «E' semplicemente una presa di posizione nei confronti di un comportamento della sede aostana dell'Istituto che negli ultimi tempi ci sembra tornato all'antico. Dopo la vicenda giudiziaria in cui sono coinvolti alcuni medici di Aosta avevamo concordato in "sede romana" che la vecchia situazione era frutto di tanti fattori e che ci si poteva mettere una pietra sopra. Ci eravamo detti d'accordo - continua il sindacalista - su una maggiore severità e serietà dei controlli futuri, da farsi anche con apparecchiature più sofisticate che quelle del passato». E invece? «L'Inail in questi ultimi tempi ogni volta che sottopone a visita un titolare di assegno Inail, vuoi per l'aggravamento o per l'autorizzazione alle cure termali, rimette in discussione la percentuale di silicosi. E sono gli stessi medici che hanno attribuito certe percentuali a fare marcia indietro. Questo il sindacato non può ac¬ cettarlo. Le implicazioni psicologiche e quelle finanziarie sono di portata troppo rilevante per tacere». L'Istituto per l'assicurazione contro gli infortuni respinge l'accusa di voler penalizzare i beneficiari delle rendite. «L'Inail non ha in atto nessuna particolare campagna di revisione delle percentuali di silicosi - dice Errico Greco, funzionario dell'Istituto - ma si mette in moto quando l'invalido è sottoposto per qualche ragione a visita medica». Allora che cosa succede? «Dopo le denunce della magistratura prosegue Greco - oltre ai mezzi diagnostici più moderni c'è maggiore attenzione da parte dei medici. E quando dalla visita emergono errori fatti nel passato, i sanitari non possono fare a meno di provvedere alla rettifica». Alessandro Camera IL ginepro (Juniperus Communis) è un comunissimo arbusto cespuglioso o alberello sempreverde di portamento variabile, longevo, alto da 1 a 3-4 metri, appartenente alla famiglia delle conifere. Ha foglie aghiformi pungenti e rigide lunghe 1 o 2 centimetri riunite 3 a 3. Sono persistenti e di colore verde glauco con scanalature nella pagina superiore che è percorsa da una riga bianca. Talvolta le foglie sono opposte e hanno la forma di scaglie. I frutti sono le cosiddette bacche, termine improprio che indica i galbuli o coccole. Si tratta di falsi frutti grandi come un piccolo pisello, dapprima verdi poi bluastri o violacei a maturità. Hanno consistenza carnosa con una polpa verdastra di profumo balsamico e sapore dolce resinoso. Nell'arte culinaria il ginepro trova moltissime applicazioni come aromatizzante. In particolare nei piatti di carne, specie di selvaggina (cinghiale, capriolo, lepre, fagiano, pernice) esistono infinite ricette che contemplano l'aggiunta di bacche di ginepro. Lega molto bene con le carni grasse tipo maiale (famose sono le «frisse» o «grive» o fagatelli), cui oltre a un aroma inconfondibile dona una maggiore digeribilità. Sarebbe bene quando in piatti elaborati s'incontra una bacca di ginepro, di non scartarla, ma di mangiarla apprezzandone tutte le qualità gustose e salutari. Certi uccelli (come i tordi) che si nutrono di queste bacche, hanno la carne che è già aromatizzata in modo raffinato. Nei paesi ove si usano molto i crauti l'aggiunta di queste bacche è una regola. Anche il famoso gin, che indica con il nome stesso la sua derivazione dal ginepro, entra talora in piccole spruzzatine nel tocco finale di qualche piatto. E' bene per sfruttare pienamente l'essenza del ginepro schiacciare le bacche prima di aggiungerle alle varie preparazioni. Nelle malattie renali acute e croniche è bene limitarne l'ingestione perché le essenze contenute possono irritare e danneggiare i reni. Sconsiglia¬ Ir. s.] bile è anche un uso smodato durante la gravidanza perché il ginepro tende a stimolare l'utero. Si possono fare delle preparazioni molto elaborate per sfruttare le eccelse qualità aromatiche e medicinali del ginepro. Per esempio la «conserva di ginepro», detta anche «Rob», che una volta veniva venduta nelle farmacie, esige un procedimento abbastanza complesso: si trita un chilo di bacche di ginepro e si mettono in 5 litri di vino rosso lasciandole a macerare per 24 ore. Se si dispone di un alambicco si porta la massa alla temperatura di 85-90 gradi e si ricupera mediante la distillazione la parte volatile che dà un «gin» molto aromatico. Dopo 3-4 ore di permanenza sul fuoco la massa si riduce e si fa passare attraverso una pezzuola filtrante per trattenere i frammenti di semi e bucce. La parte fluida si riporta sul fuoco condensandola e aggiungendo mezzo chilo di zucchero. Si ottiene una massa scura filante che spalmata su crostini di pane è uno stimolante per lo stomaco e sciolta in acqua bollente un ottimo digestivo. li ginepro Federico Veglio