TRA FEDE E RAGIONE
TRA FEDE E RAGIONE TRA FEDE E RAGIONE FIN dai primi discorsi del suo pontificato, Wojtyla era stato chiaro: è sul fronte della idee che si gioca la sopravvivenza della cultura cattolica. «La cultura è ciò per cui l'uomo diventa più uomo», aveva detto nell'Allocuzione all'Unesco del 2 giugno 1980. E nella sua prima enciclica, la Redemptor Hominis, aveva attaccato quel «pensiero tecnologico-scientifico» che volendo liberare l'uomo dalla paura di Dio, lo precipita in realtà «in nuove e più terribili angosce». Un volume, Ecce Homo, itinerario di antropologia teologica, scritto da un salesiano. Franco Galeone, affronta il problema cultura a tutto campo, facendo del cristianesimo il punto di confronto e di sfida con le altre forme di pensiero. «L'uomo di oggi - scrive l'autore - non ha più, nella maggior parte dei casi, l'anima "naturaliter Christiana" di cui parlava Tertulliano nel suo Apologeticum: non è cioè spontaneamente aperto al Cristianesimo, ma è spesso avverso e critico nei suoi riguardi, oppure diffidente e sospettoso, per influsso dei "maestri del sospetto" che non sono solo Marx, Nietzsche e Freud, ma, in più o meno larga misura, quasi tutti i grandi pensatori del mondo moderno». La definizione «maestri del sospetto» è stata usata spesso da Wojtyla nei suoi discorsi, e nel riprenderla fin dalle prime pagine del volume Galeone rivela in pieno il suo obiettivo: misurarsi con il pensiero contemporaneo, riprendere, in maniera «forte», la consapevolezza che non solo la ragione non è in contrasto con la fede, ma anzi che proprio per credere «l'uomo deve avere motivi razionalmente validi». Sfida e confronto critico con la Modernità, dunque. Ma con una premessa: «Sempre il pensiero cristiano - spiega l'autore - da san Giustino a Origene, a san Tommaso, a Pascal, a Bossuet, a Blondel, ha cercato di risponde¬ re alle obiezioni contro la fede e di presentarla in maniera tale che potesse essere accettata anche dalle intelligenze esigenti. Oggi però questo lavoro è più urgente e anche più difficile, a motivo della radicalità che la critica religiosa ha assunto negli ultimi tre secoli». La sfida è aspra e il credente incrocia le sue armi con «nemici» del calibro di Feuerbach, Hegel, Marx, Comte per poi arrivare a Freud, Russell, Sartre. Le difficoltà che incontra sul cammino sono evidenti: le ipotesi scientifiche sull'origine del mondo hanno confutato l'idea di creazione; il camminare della Storia e i cambiamenti della morale hanno fatto vacillare la nozione di Assoluto; l'esistenza del male, il silenzio di Dio davanti a tragedie come la seconda guerra mondiale o lo sterminio per fame di interi popoli hanno messo in discussione la tradizionale idea della misericordia divina. Oggi, per la Chiesa, il problema più grave è l'indifferenza religiosa. E la stessa secolarizzazione, con la scomparsa di Dio dal vivere concreto della gente, ha aperto per il cattolicesimo nuovi anni di sfida. Galeone non nasconde le difficoltà. Anzi le affronta una per una, convinto che «l'intelligenza della fede non può essere solo semplice e ingenua, ma deve essere per quanto possibile critica, passata al vaglio delle esigenze più rigorose della ragione umana». La prima parte del volume indaga i temi sulla fede e l'ateismo, la seconda mette a confronto documenti diversi della filosofia, della letteratura e della religione. «Si tratta di fondare la fede - scrive l'autore - secondo le esigenze critiche dell'uomo di oggi». In 500 pagine lui ci ha provato. Mauro Anselmo Franco Galeone Ecce Homo Mandese pp. 500. s.i.p.
Luoghi citati: San Giustino
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