CASTELLI

Viaggio nel Medioevo al Borgo di Macello CASTELLI Viaggio nel Medioevo al Borgo di Macello SONO numerosi i castelli piemontesi che celano piacevoli sorprese. Purtroppo sovente il disinteresse verso un patrimonio artistico ritenuto minore li condanna all'incuria e all'oblio. Talora però si riesce a recuperare e far rivivere questo patrimonio. Ne offre un esempio il castello di Macello, nel Pinerolese. Qui infatti le erbacce sono state tolte, le stanze restaurate e l'edificio oggi appare in tutta la sua bellezza pronto ad ospitare cerimonie e manifestazioni di vario genere. Macello si trova a una trentina di chilometri da Torino, nella prima pianura pinerolese ed è un borgo castellano tranquillo e antico che pare derivare il suo nome dai Magelli, tribù celto-liguri localizzate nel Pinerolese nel primo millennio avanti Cristo. Caduto in una sorta di oblio a causa della perdita delle ferrovia (nel 1964 vi arrivò l'ultimo treno) e dell'accresciuta fama della vicina Buriasco, Macello con i suoi 1100 abitanti, merita non di meno di essere visitato per la magnifica torre che lo so¬ vrasta e svetta sulla pianura circostante. Le prime notizie storiche documentate risalgono al 1303, quando il maniero era di proprietà del principe Filippo d'Acaja, il quale poi lo cedette ai consignori di Bricherasio, in seguito chiamati Massel e poi de' Macello. Tipico esempio della struttura fortificata medioevale a pianta quadrata, il Castello è attorniato dal fossato e reca ancora alcune tracce del ponte levatoio. Il mastio, alto 32 metri, presenta una piccola sopraelevazione, aggiunta in un secondo tempo e dovuta probabilmente alla concorrenza, in altezza, con il campanile della chiesa parrocchiale, edificato molti anni più tardi. A difesa degli spigoli, le quattro torrette d'angolo, dette «bertesche», attraverso le quali e lungo tutto il perimetro dell'edificio corre il cammino di ronda; all'interno, raccolto intorno al pozzo, uno splendido cortiletto, caratterizzato dal bel loggiato in cotto sul lato settentrionale. Tutt'intorno al Castello, un polmone verde di 12.000 metri quadri progettato nel 1753 da un architetto francese ed egregiamente mantenuto, che contiene anche piante più o meno rare, tra cui la sequoia, il faggio pendente e il Ginko Biloba, originario dell'Estremo Oriente. Fortunatamente l'edificio, non essendo stato al centro di rovinose azioni belliche, ha conservato intatta nel tempo la suggestione dell'imponente fortezza militare. Dopo l'investitura concessa nel 1396 ai nobili Solerò di Asti, il cui conte Antonio Bonifacio diede origine al Reggimento Nizza Cavalleria attualmente di stanza a Pinero lo, dal 1840 in poi il Castello è passato ad altre famiglie, tra cui i Rogeri di Villanova - De Ferrari. L'attuale proprietà, una so cietà privata che ha rilevato l'intera struttura una quindici na di anni or sono, si è occupata del suo restauro ed ha aperto al pubblico alcune sale e parte del parco in occasione di mostre, convegni, concerti, ma è possi bile organizzare anche congres si e rinfreschi per matrimoni, battesimi. Tra le manifestazioni in cantiere nei prossimi giorni da ricordare, una rappresentazione della «Locandiere» di Goldoni, il 22 giugno e un meeting di pit tori piemontesi il 23. Per informazioni ci si può rivolgere allo 0121/ 340.591.. Annalisa Riguzzi

Persone citate: Annalisa Riguzzi, Antonio Bonifacio, Castelli, De Ferrari, Filippo D'acaja, Ginko, Goldoni, Massel, Villanova

Luoghi citati: Asti, Borgo Di Macello, Bricherasio, Estremo Oriente, Macello, Nizza, Torino