Sire, scegliete la libertà

Sire, scegliete la libertà Sire, scegliete la libertà Parigi, 19 marzo 1789 Sire, io non sono un vostro suddito. Il mio nome che vostra Maestà non conosce affatto, così come il mio cattivo francese, dicono che io sono italiano. Sono nato in una famiglia di qualche nobiltà, in un piccolo paese che si chiama Piemonte. L'ho lasciato da dodici anni, per poter pensare e scrivere liberamente. Ho composto diverse tragedie... Non cerco Sire, né di compiacervi né di dipiacervi, non voglio nulla da voi. Amo l'onore, la verità, la gloria, e la giusta libertàIo ho osato, nei panni di Plinio, consigliare a Traiano di rinunciare all'Impero per la Repubblica. Prego ora voi di cogliere l'occasione per conquistare la gloria più duratura: anticipate voi stesso tutto quello che il vostro popolo vi domanderà per la giusta libertà (..). ii Alfii d pgVittorio Alfieri, pronto a divenire vostro ammiratore Roma. Oggi l'Istituto di Viale della Letteratura (indirizzo inevitabile) annovera circa 41 mila iscritti (di cui 1310 soci), per un giro d'affari (nel 1990) di mille miliardi. Ottocentosettanta le agenzie in tutt'ltalia. Millecinquecento i dipendenti. Al vertice della Società è ora il compositore Roman Vlad. Una carica, quella di presidente, che ha talvolta liberato non comuni entusiasmi. «Essere stato presidente della Società Italiana degli Autori è l'orgoglio della mia carriera. Orgoglio d'autore. Orgoglio d'uomo. Orgoglio d'italiano» scriveva nel 1932 (sarebbe morto nel 1934) dalla natia Livorno Dario Niccodemi, drammaturgo (La nemica, La maestrina, L'alba, il giorno e la notte) e attore (la sua compagnia mise in scena numerose novità, tra cui i Sei personaggi di Pirandello). Dopo il presidente, nella piramide gerarchica, il consiglio di amministrazione, il direttore generale, le cinque commissioni (lirica, musica, drammatica-operette-riviste, opere letterarie e arti figurative, cinema): vi siedono, fra gli altri, Luciano Chailly, Gino Paoli, Dacia Maraini, Federico Enriques, Tancredi Vigliardi Paravia, Luigi Magni (il regista di In nome del Papa Re). E' facile iscriversi alla Siae? Punti di vista. Per il Nobel Salvatore Quasimodo se non è «subito sera» poco ci manca. All'«Illustre Direttore» invia con i moduli («Spero siano stati da me completati almeno nei paragrafi essenziali») una domanda thrilling: «Ma non crede Lei che un modulo come il 344 non possa spaventare anche uno scrittore abituato a interpretare testi difficili e oscuri?». Chi non si smarrisce nei labirinti burocratici, anzi, li affronta con piglio allegro, scanzonato, è Giacomo Puccini. Al «caro Adolfo», che reclama la «commedia dell'amore», annuncia in rima: «Ho cercato in ogni dove ma la pièce non si trova. Fu a Milano o a Tor del Lago che spedisti la francese? Io però per farti pago ho già scritto anche a Milani Dunque scusami se tardi tu riavrai la commediola, or si vive in mezzo ai cardi e bisogna pazientar!». Seriosa, in doppiopetto, è invece la penna di Cavour, socio ad honorem della Siae, che affida al «caro Vatry» il Sig. Righetti, «direttore della Compagnia Drammatica al servizio di S.M. - Il Sig. Righetti si reca a Parigi per vedere se la sua Compagnia vi potrà effettuare alcune rappresentazioni con qualche probabilità di successo (...). I Suoi consigli, le Sue indicazioni, e se del caso il Suo appoggio possono essergli molto utili». Cavour non si ferma qui. Chiede, ma subito contraccambia. Con una moneta ormai fuoricorso: «Colgo questa occasione per impegnarla a venire a farci una visitina. Il nostro Paese merita d'esser visto, se non altro per la rarità del fatto di un governo che per sua costituzione procede regolarmente in mezzo a innumeri difficoltà...».