L'HOELDERLIN DI MALOSTI

L'HOELDERLIN DI MALOSTI L'HOELDERLIN DI MALOSTI Nella spettacolo al Voltaire si fondono suoni e immagini BAGLI ANI SOLITARIO All'Erba dal 10 maggio «Devo fare un musical» LA voce è trasmissione di conoscenza, espressione del caos interiore. E lo spettacolo potrebbe definirsi una sorta di lettura-concerto, un momento teatrale in cui gli elementi musicali e sonori si fondono con quello visivo e drammaturgico». Walter Malosti esprime così la sua poetica riferendosi a «Hòlderlin - Come foreste di torri dentro un cielo vuoto», che andrà in scena al Cabaret Voltaire a partire da giovedì 16 maggio alle ore 21. Utilizzando la poetica del grande scrittore tedesco neo-classico come punto di partenza, la rappresentazione si snoda lungo un percorso che vuole ricalcare quello compiuto dalla mente verso la pazzia. Cinque i testi utilizzati (Patmos, Mnemosyn, L'Istro, Ricordo e Nella foresta), inizialmente proposti al pubblico a due voci e poi in un insieme di toni e ritmi differenti e contrastanti che simulano i percorsi interiori e mentali del personaggio. L'attore ha curato sia i testi sia la regia, mentre la realizzazione scenica e le sculture sono opera di Lucio Diana. La scenografia è costi- tuita da una torre di cristallo dentro cui recita Malosti-Hòlderlin; attorno ci sono altre dodici torri costruite in materiali naturali. Lo spettacolo è prodotto dal Goethe Institut, dal Teatro di Dioniso e dal SettimoVoltaire. Walter Ma/osti. Sella foto a destra Massimo Bastioni Monica Bonetto ALIRIO Diaz, un nome che è una garanzia. Sarà proprio il famoso chitarrista venezuelano ad aprire sabato 11 maggio, nel Tempio Evangelico di corso Vittorio Emanuele 23, la rassegna internazionale «Tastar de Corda 1991», giunta alla quinta edizione. L'iniziativa dell'Associazione Contrattempo prevede sette concerti che, fino al 22 giugno, offriranno valide proposte nel campo della musica per strumenti a corda. Gli appuntamenti si alterneranno fra Torino, Avigliana (chiesa di S. Maria Maggiore in Borgovecchio) e Giaveno (Chiesa dei Batù). L'orario di inizio è alle 21,30. Diaz, una delle massime autorità mondiali per la chitarra classica, proporrà una scelta di musiche della tradizione ispano-americana, con pagine di Lauro, Villa-Lobos, Barrios e di DEVO fare un musical»: con questo imperativo categorico Massimo Bagliani si presenta al pubblico torinese per una performance solitaria, al Teatro Erba dal 10 al 12 maggio (ore 21). L'attore trentaquattrenne di Alessandria, dopo aver recitato in alcuni spettacoli «tradizionali» di grandi compagnie italiane con Bramieri, Squarzina, la coppia Pagliai-Gassman, Renzo Montagnani e Lauretta Masiero, vuole ora mettersi alla prova «da solo». «Devo fare un musical» - proprio questo è il titolo dello spettacolo - è scritto da lui e da Enrico Vaime, la regia è firmata da Mattia Sbragia. Racconta l'attore: «Dopo dieci anni in compagnie grandi dove non puoi decidere nulla, avevo voglia di far finalmente qualcosa di mio, di rischiare un po', di farmi conoscere per quel che sono. Se non mi butto adesso che sono giovane finisce che poi non lo faccio più!». Lo spettacolo di Bagliani è puntato sul comico, sulla risata leggera, una sorta di teatro-cabaret. In scena vengono rappresentate le nevrosi, le piccole manie, le paure e le insicurezze di un attore alle prese con un provino per recitare in un musical. «Ho scelto questo mondo perché lo conosco bene e perché chi fa il mio mestiere mi fa ridere: così la pièce è tutta basata sull'ironia, anzi sull'autoironia. A teatro, oggi, ce n'è un gran bisogno», [cr. e]