SULLA ZATTERA DI PAOLINI

SULLA ZATTERA DI PAOLINI SULLA ZATTERA DI PAOLINI Due opere (come una visione teatrale) in una sala del Castello di Rivoli Il disagio del mondo e la diffidenza per le grandi rassegne solo, essa risponde a una sua recente dichiarazione sulla precarietà delle grandi mostre pubbliche ricorrenti; e al conseguente desiderio di concentrazione in un «suo» luogo privato (la casa, lo studio) che corrisponde a una nuova fase del suo lavoro. La grande dimensione spaziale di un'unica sala accoglie, con la forza del disvelamento di una visione teatrale, due opere che tendono a guardarsi e essere il complemento l'una dell'altra, dai titoli Hic et nunc («La zattera della Medusa»), e Contemplator enim. Grande maestro di spazi vertiginosi, qui Paolini raggiunge uno dei momenti più alti del suo lungo operare, mediante una rappresentazione spaziale perfetta dei due meccanismi mentali che da sempre presiedono alla sua poetica: il problema dell'inafferrabilità (o dell'inesistenza) dell'immagine, sempre negata allo spettatore e di cui l'artista è l'unico testimone; e il suo rispecchiamento nell'arte antica. Con mezzi visuali essenziali e rarefatti, più virtuali che fisici, basandosi su tagli concettuali e percettivi illuminanti, Paolini «qui e adesso», come enuncia il titolo, ha costruito un gigantesco telaio nudo in legno a trama aperta, che poggia inclinato e in equilibrio precario su uno solo degli angoli, e dall'altra parte su CASAL BELTRAME Sangregorio Da sabato scorso, nel territorio che si stende tra Novara e Vercelli, una mostra policentrica piuttosto originale. In alcuni piccoli paesi che punteggiano quell'area - suggeritore Marco Rosei - varie esposizioni dedicate a Giancarlo Sangregorio. Poi, a metà maggio, gli verrà conferito il premio «La rana d'oro». In precedenza, tale premio, promosso dall'Associazione «Arte, Pittura, Teatro, Storia» di Casalbeltrame e che celebra le risaie che caratterizzano quella zona, era stato assegnato a Sassu, Bodini, Annigoni, Purificato e Bonfantini. Ma soltanto da quest'anno, assieme al premio, una serie di esposizioni del prescelto, sparse nel territorio. In breve: nella Sala Comunale di Vicolungo, le piccole sculture e la grafica; nella vetusta Abbazia di San Nazzaro, un'antologica della sua quarantennale ricerca; a Recetto e all'incrocio dei grandi casolari gentilizi che costituiscono il nucleo originario di Casalbeltrame, due monumentali sculture. Sempre a Casalbeltrame, nel palazzetto dello Sport, una scenografica struttura. Insomma, per un mese, l'arte di questo scultore entrerà nelle vicende quotidiane di quelle comunità agricole. Un approccio non consueto con l'arte contemporanea, reso possibile dal carattere consortile dell'iniziativa. Un'idea, criticamente e socialmente di alto valore, che ha potuto prendere corpo perché, invece del solito spirito campanilistico, c'è stata una decisa volontà di unire le forze per una concreta azione culturale. Che questo «consorzio artistico» sia nato fra quelle antiche comunità, in cui Sebastiano Vassalli ha ambientato il suo libro «La Chimera», mi sembra un segno assai promettente. Speriamo che germogli anche altrove. TORINO San Pietroburgo Presso la Palazzina di Caccia di Stupinigi, circa 200 opere, tra argenti, bronzi, smalti, porcellane, cristalli, mobili, arazzi, costumi, nonché vedute e ritratti, prestate dal Museo dell'Ermitage, che testimoniano il gusto cosmopolita della corte imperiale russa dal 1700 al 1830. Curatrice: Silvana Pettenali, conservatrice del Museo Civico d'Arte Antica di Torino. Da oggi. di un cavalletto da pittore. Questa struttura, incombente verso lo spettatore, ha le stesse misure del famoso dipinto di Géricault sul naufragio della «Zattera della Medusa», quadro storico di grandi dimensioni (m 4,91 x m 7,16) che nel 1819, in età neoclassica, ha aperto il senso romantico della storia, dinamico e drammatico; e nel contempo ha rafforzato il sentimento del «sublime», esasperando il sentire individuale e solitario, nella pulsione della tragicità dell'esistere. Paolini, che dai primi Anni Settanta rivela un'attitudine preferenziale al rimando al periodo neoclassico (anche in quanto esso riassume stilemi del passato, in assenza di nuovi), tende in quest'opera a una corrispondenza tra la scena del quadro e la sua essenza materiale (la trama lignea), giungendo al «trasferimento» del naufragio rappresentato da Gérìcauit nel destino dell'opera che, sono sue parole, «tende a riproporsi come probabilità». Il punto focale di questo lavoro è me¬ diato dal fascio di luce (fisica, o mentale?) che viene emanata da un proiettore posato sul cavalletto che sorregge il telaio-zattera (e sul quale è deposta una tela bianca accartocciata), che illumina il centro dell'altra opera disegnata sulla parete di lato, dall'emblematico titolo lucreziano Contemplator enim (Osserva dunque). In nitida prospettiva disegnata su tutto il muro bianco, è qui rappresentato un ambiente classicheggiante: lo spazio privato della sua casa, osservato Firenze. Vincenzo Agnetti. Nelle due gallerie Vivita 1 e Vivita 2, a dieci anni dalla scomparsa, ricordo di uno dei nostri maggiori artisti «concettuali». Fino al 31 maggio. Aosta. Vladmir Velickovic. Al Centro Saint-Benin, col titolo «La salita e la caduta», gli ultimi dipinti di un noto pittore jugoslavo da oltre vent'anni a Parigi. Fino al 23 giugno. Roma. Pit Kroke e Francisco Smythe. A II Millenio, un forte scultore tedesco che vive in Sardegna. All'Istituto Italo Latino Americano, un festoso artista cileno, fiorentino d'elezione. Pinerolo. Giuliano Giuman. Mostra di opere recenti di un artista umbro, aperta da una performance intitolata «Trasparent Music». Galleria E S, fino al 25 maggio. Bagheria. Salvatore Provino. Alla Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea, omaggio ad un pittore concittadino, da molti anni residente a Roma, con un'antologica dal 1963 ad oggi. Sciacca. Paolo Gubinelli. All'Atelier dell'Arte, personale di un pittore che predilige la carta come «campo» per i suoi sogni lirico-musicali. Dal 30 maggio. Pubblicazioni Gli artisti italiani in Russia. Per iniziativa della Finmeccanica, editore Vanni Scheiwiller, ristampa dei quattro volumi che lo slavista Ettore Lo Gatto aveva dedicato, negli Anni 30 e 40, a tale argomento. Il primo presentato nei giorni scorsi alla Accademia dei Lincei - tratta degli architetti a Mosca, a partire dal XV sec. Gli altri volumi sono previsti perla fine dell'anno, nel 1992 e nel 1993. Nuove riviste 800 italiano. Trimestrale edito dal Gruppo Giunti di Firenze e diretto da Raffaele Monti. Si propone di arricchire la conoscenza, presso il vasto pubblico, dell'arte figurativa del secolo scorso in Italia. Oltre agli articoli, rubriche e note su libri e mostre su questo argomento. Apeiron. Trimestrale d'arte contemporanea pubblicato a Messina e diretto da Calogero Gambino e Lucio Barbera. Vuole svolgere una critica serrata, soprattutto, alla «totale mancanza di programmi di vari assessorati alla cultura, dove incompetenza e clientelismo portano ad una politica culturale sterile e involutiva». Francesco Vincitorio noi. Il disagio del mondo, e l'ontologia del declino, sono da Paolini indicati nella possibilità del trasferimento del senso della tragicità del naufragio dipinto da Géricaut, nella sua «opera». In proposito, così possiamo leggere nel libro appena uscito e dallo stesso titolo Contemplator enim, da lui scritto «nel deserto della mia assoluta libertà» (edito da Hopefulmonster e dalla galleria Christian Stein): «... Sono le opere a avermi pensato e non viceversa. L'artista non pensa, è un naufrago, superstite dello scampato pericolo che è l'approdo stabilito nell'opera... L'artista, oggi, sa di potersi esprimere meno degli altri. E' lui che, solo e da sempre, sperimenta ogni giorno l'inafferrabilità, o l'inesistenza dell'espressione...». Disagio del mondo, che è espresso anche dalla sua attuale posizione, al di fuori delle grandi rassegne, e di concentrazione nel chiuso della sua casa: «Abito qui - annota nella prefazione -, da qui scrivo e qui d'ora in poi intendo restare. Questo non vuol dire aprire o chiudere quelle porte, che rimarranno come al solito socchiuse, né distrarre l'attenzione dai fenomeni e dall'attività delle istituzioni impegnate sul fronte dell'arte contemporanea. L'arte, però, deve essere antica». Al Castello di Rivoli le. due opere di Giulio Paolini che evocano la zattera di Gérìcauit e (vista dalla soglia) la casa dell'au tare dalla soglia; sulle due porte aperte disegnate a lato sono appoggiate due tele bianche, una diritta e una rovesciata. Al centro di questa scansione metafisica, il fascio di luce (e di silenzio) proveniente dall'evocazione e omaggio al quadro antico illumina una zona vuota delimitata da una calotta in plexiglas. Questa installazione, di ordine e purezza cartesiani, completa l'altra opera, accogliendone il significato e rivolgendolo interrogativamente verso di