C'ERA UNA VOLTA LO STIVALE CHANTILLY

C'ERA UNA VOLTA LO STIVALE CHANTILLY C'ERA UNA VOLTA LO STIVALE CHANTILLY "■B "^TEL lontano 1936 un I^R J commentario-dizioJ^ft I nario italiano della I moda fu pubblicato a I I Torino. L'aveva comI ^Bl missionato allo sentii VU tore Cesare Meano i l'Ente nazionale della I WL moda, con il preciso «A. V intento di suggerire la versione italiana, attraverso un'esatta conoscenza del loro significato, dei termini ricorrenti nella moda, in gran parte francesi o inglesi. In clima di autarchia invece di moiré era meglio dire marezzato, usare zampa di gallina per pied-de-poule e può far sorridere l'idea di tradurre stivali alla Chantilly con stivali alla San Siro. Eppure il dizionario di Meano sfuggiva agli imperativi del regime con accurate citazioni dalla narrativa classica e contemporanea, d'una certa raffinatezza linguistica. Oggi la moda ha assunto valenze variamente importanti. Gli stilisti sull'onda della loro fortuna sono riusciti a farla considerare un'arte a tutto tondo, degna di entrare al museo. Ma chi la vive, indossandola o semplicemente desiderandola, ha sulla moda curiosità impensabili fino a ieri, circa i suoi personaggi, le materie, le forme, i simboli, i messaggi, i movimenti di influenza e le immagini. Il Dizionario della moda di Georgina O'Hara, uscito quattro anni fa a Londra e pubblicato ora dalla Zanichelli, è appunto un'opera pratica e veloce, un manuale di consultazione, che viene per un lato a colmare una lacuna, riunendo quanto accessibile in studi specialistici, per un altro a rispondere alle presunte più frequenti domande sulla moda di ieri e di oggi, passando dalle stoffe e dai loro nomi alle parti dell'abito, dalle griffes ai leader del gusto, dall'evoluzione della forma nella gonna a quella della calza, nel giro di 1300 voci e 500 illustrazioni, al tratto, in bianco e nero se esplicative del mutamento di un capo nel tempo, a Abito da sera per «Lucien Lelong» (Disegno di René Gruau, 1947) colori se ritraggono modelli delle ultime stagioni. In cosa consiste il metodo di stampa indicato come Bévorél In che senso la linea Impero si collega al Direttorato e a Madame de Recamier? Da dove arriva il termine Lurex? Si cerca la parola Trotteur, tanto spesso abbinata al tailleur e si scopre che ad introdurre il vocabolo fu il celebre sarto Redfern (1890); si vuol sapere qualcosa di più sulla mussola, tessuto fabbricato in origine nella città oggi irachena di Mossul e capita di aggiornarsi sulle differenze fra mussola e mussolina. E da dove ha tratto Mariuccia Mandelli il nome Krizia della sua casa di moda? E il motivo Pusley ha qualcosa a che fare con il cashernerel Il dizionario della moda di Georgina O'Hara è a carattere enciclopedico, leggibile quindi pagina dopo pagina; in un continuo rimando speculare, a partire dal 1840, quando si cominciò ad utilizzare la macchina da cucire, gli stilisti si contrappongono ai personaggi che la moda suscitano o diffondono, gli illustratori che nei periodi di moda ne hanno trasmesso gli aspetti legati alla società stanno all'influenza dei costumisti del cinema, come i commentatori delle riviste famose o i gioiellieri alla tecnologia di macchinari e tessuti, sullo sfondo di movimenti pittorici e del femminismo, di guerre e conquiste spaziali, sport e viaggi. Le celebri città e le stazioni climatiche, i maestri acconciatori e i grandi fotografi, le modelle e gli attori, gli oggetti, in un costante gioco di rifrazioni, offrono in altrettante voci un quadro a 360° sulla moda occidentale degli ultimi centocinquanta anni. Di necessità un dizionario di questo tipo, al di là del limitato periodo scelto e dello sguardo più attento alla moda di certi Paesi in confronto ad altri, rischia di presentarsi in eccesso per il lettore comune e non esauriente per gli addetti ai lavori in non poche voci, senza contare assenze ed inesattezze. Fra le molte indossatrici incluse è dimenticata Bettina, che pure sfavillò in passerella e oltre, a Parigi nell'immediato secondo dopoguerra; Antonio, il disegnatore Antonio Lopez, è dato per vivente. Ma il Dizionario della moda non è utile solo per documentarsi sulle date di nascita, morte, sulla vita dei sarti famosi o invece da noi poco noti come quelli inglesi e americani, ma per conoscere i fotografi eccelsi, più che complementari alla moda, veri catalizzatori del suo magari inconsapevole messaggio, proprio, come prima di essere detronizzati sulle riviste come Vogue o Harper's Bazar dai maestri dell'obiettivo, si rivelano ai nostri occhi, nei loro splendidi disegni a colori, Iribe, Lepape, Barbier, Eric e poi Christian Bérard. Consultando il Dizionario dela moda si potrà smettere di credere che il jacquard sia solo una lavorazione della maglieria, collegandolo, com'è giusto, al mago dei telai omonimi, Joseph-Marie Jacquard; si saprà che fù Dorothy Lamour, con il suo film La principessa della giungla, a rendere popolare nel 1936 il sarong e che il panama, cappello in paglia equadoriana, si chiamò così perchè ne indossò uno il presidente Roosevelt in visita ufficiale (1906) al canale di Panama. Si incontrano re e regine importanti per la moda: da Eugenia imperatrice a Vittoria d' Inghilterra, accanto agli Hippies, all' Equipe 84, ai generali per via d'una manica raglan o di un giaccone montgomery. Per l'edizione italiana del dizionario, Rossella Panuzzo e Jacopo Valli l'hanno aggiornato sul «made in Italy» sempre nella logica dell'autrice inglese del «chi e cosa fa moda». Ecco una nuova ottica in cui scorrere il dizionario Zanichelli, per vedere chi c'è, chi manca. C'è molto e quindi spiccano gli assenti. Degli anni fastosi dell'Alta Moda in Italia non figura una voce su Federico Forquet, del panorama attuale mancano Sanlorenzo e Sarli. Qualche riga di troppo invece guasta la voce Schubert Emilio Federico, indicato quale personaggio dagli abiti eccentrici e marito (chissà perché) di Maria Pia di Savoia. Lucia Sollazzo Georgina O'Hara Dizionario della moda Zanichelli pp. 386. L. 52.000 936 un dizio della icato a a como sent Meano le della preciso erire la raverso el loro ricorn parte invece marezina per orrideali alla San Sidi Meativi del tazioni e cona raffinto vaortanti. la loro a farla tto tonmuseo. ndola o andola, impenuoi perorme, i vimenti ni. oda di quattro bblicato ppunto oce, un ne, che are una o accesici, per lle preomande gi, pasoro noo, dalle to, dala nella e e a colori se rile ultime sIn cosa stampa inIn che sencollega al Dme de Recail termine Lrola Trottenata al taiad introducelebre sarvuol saperla mussolain origine chena di Mgiornafra mda docia Mdella smotiva che rel all'influencinema, cdelle rivistri alla tecne tessuti, menti pittsmo, di guziali, sporcittà e le maestri acfotografi, gli oggettidi rifraziotante voci la moda occentocinquDi necequesto tipperiodo scpiù attentPaesi in cschia di pper il letesaurientevori in nocontare asFra le molè dimentic

Luoghi citati: Italia, Londra, Mossul, Panama, Parigi, Torino