Abbracciate si lanciano sotto il treno di Franco Marchiaro

Abbracciate, si lanciano sotto il treno La tragedia venerdì sera ad Arquata Scrivia; inutile il tentativo di frenare del macchinista Abbracciate, si lanciano sotto il treno L'impiegabile, disperato gesto di due ragazzine ARQUATA SCRIVIA. Si sono lanciate, abbracciate strette l'una all'altra, sotto un locomotore alla periferia della cittadina. Inutile la «rapida» azionata dal macchinista: le due ragazzine sono state investite in pieno ed i loro corpi, orribilmente mutilati, sono stati trascinati per alcune decine di metri. Così sono morte, nella notte di venerdì, Barbara Rebagliati, 17 anni compiuti qualche mese fa, e Barbara Concari, che i 17 anni li avrebbe festeggiati il prossimo primo novembre. Una morte orribile, una decisione assurda, inspiegabile. Perché uccidersi a 17 anni? Nessuno per il momento sa dare una giustificazione ad un gesto così disperato. La famiglia di Barbara Concari è originaria di Arquata, la ragazzina ha sempre vissuto in questa cittadina al confine tra le province di Genova ed Alessandria. Da Genova, nell'87, era arrivata Anna Giannoni, infermiera in pensione, assieme ai figli Eugenio, Barbara e Simona, di 19, 17 e 10 anni. Eugenio è fidanzato con la sorella di Barbara Concari, Monica, pure diciannovenne, oltre ai genitori Elio e Carla Bonino, c'è anche un altro figlio, Massimo, di 21 anni. Le due famiglie abitavano a pochi metri una dall'altra, proprio vicino alla stazione ferroviaria. Barbara Rebagliati e Barbara Concari avevano fatto subito amicizia, erano diventate inseparabili: sempre insieme - finita la terza media non studiavano più e non avevano ancora alcun lavoro -, anche quando si incontravano con altri ragazzi della loro età. «Si confidavano l'una all'altra - dicono alcuni amici -, con noi non facevano cenno ai loro eventuali problemi, proprio per questo, oggi, non riusciamo a spiegarci questo gesto assurdo». Barbara Rebagliati, che pesava 110 chili, aveva fatto negli ultimi tempi una cura dimagrante, sembra senza alcun risultato. Non sembra, comunque, che avesse tanti complessi per il suo peso, certo non tali da spiegare un gesto disperato. Barbara Concari, che nel maggio dello scorso anno era fuggita di casa senza apparenti motivi era stata poi rintracciata a Como - potrebbe avere avuto un dispiacere amoroso, anche in questo caso, però, apparentemente nulla di così grave da spingerla al suicidio. Eppure non ci sono dubbi: le due ragazzine dopo aver raggiunto il fascio di binari ad un chilometro da Arquata, sotto al cavalcavia della provinciale per Varinella-Grondona, si sono letteralmente lanciate sotto il locomotore 54997 che, partito qualche minuto prima dalla stazione di Novi Ligure, era diretto a Genova. «Erano le 23,10 circa - dice il macchinista le cui generalità non vengono, non si comprende per quale motivo, comunicate dalla polizia ferroviaria -, ho visto prima un'ombra lungo la linea poi, improvvisamente, un corpo lanciarsi davanti al locomotore. Prima, alla vista dell'ombra, ho azionato i segnali acustici, poi ho azionato la "rapida", purtroppo nulla da fare». Il locomotore aveva una velocità di circa 90 chilometri, l'investimento è stato inevitabile, il macchinista è stato il primo a correre lungo i binari e soltanto allora si è reso conto che le persone investite erano due. Forse per darsi la forza le due ragazze si sono abbracciate (di qui un'ombra sola notata dal ferroviere), quindi si sono lanciate sotto il treno. E' stato dato l'allarme, sono accorsi gli agenti della polizia ferroviaria di Novi Ligure, poi il maresciallo Masia, comandante la stazione carabinieri di Arquata. Mentre si cercava di identificare le vittime al «113» è arrivata - erano le una della notte una telefonata. Era Anna Giannoni: «Mia figha è uscita nel pomeriggio e non è più rientrata, è accaduto qualcosa?». La telefonata ha insospettito gli inquirenti, non è stato difficile scoprire che Barbara Rebagliati era uscita assieme all'amica inseparabile. Poco dopo i loro corpi sono stati identificati. Ma resta il terribile interrogativo: perché si sono uccise? Non sanno rispondere i famigliari e gli amici. Forse le due ragazzine hanno ingigantito problemi normali per la loro età, forse parlandone insieme li hanno trasformati in qualcosa di insormontabile. Sino alla drammatica decisione, dopo aver non poco faticato per scendere la ripida scarpata che porta alla linea ferroviaria. Un ostacolo che non ha bloccato il loro assurdo proponimento di farla finita con la vita che stava appena sbocciando. Franco Marchiaro Barbara Concari (a sinistra) e Barbara Rebagliati, entrambe diciassettenni, le due amiche morte sotto il treno ad Arquata Scrivia

Luoghi citati: Alessandria, Arquata Scrivia, Como, Genova, Novi Ligure