Sembra ormai in crisi un genere da tempo ai vertici dell'audience: cambiano i gusti del pubblico?

Che sazietà la «televisione verità»!... Sembra ormai in crisi un genere da tempo ai vertici dell'audience: cambiano i gusti del pubblico? Che sazietà la «televisione verità»!... L'inventore Lio Beghin mette in cantiere nuove trasmissioni La televisione-verità che ha contribuito al boom televisivo degli scorsi anni è passata nelle mani degli avvocati in coincidenza casuale col calo degli ascolti. La televisione-verità, in buona parte, è stata portata in Italia da Lio Beghin, sessantatreenne ex funzionario Rai recentemente passato alla Fininvest. Beghin è stato l'inventore di «Chi l'ha visto?», di «Telefono giallo», dello sfortunato «Filò» e del non fortunatissimo «Linea continua» con Rita Dalla Chiesa su Retequattro. Nei mesi scorsi, Lio Beghin ha fatto spedire dal suo avvocato una lettera di diffida alla Rai in cui si chiedeva l'interruzione delle trasmissioni da lui inventate. «Raitre - ha spiegato ai giornali - sfrutta le mie trasmissioni come si fa con le cassette pirata». Beghin lamenta inoltre che non gli sono mai stati pagati i diritti d'autore sulle due trasmissioni e che la Rai ha cancellato il suo nome dai titoli di testa di «Chi l'ha visto?» e «Telefono giallo». La Rai non ha ancora risposto a Beghin che d'altronde in un'intervista del settembre del '90, parlando dei diritti d'autore sui suoi programmi, affermava di non volerne pretendere: «Non ho intenzione di porre a Raitre alcuna questione di royalties». Dal canto suo, la televisione di Stato è parsa leggermente seccata per la fuga del funzionario e finora il solo rapporto ufficiale che ha avuto con Beghin è consistito nell'invio di una lettera di licenziamento (per «infedeltà» piuttosto manifesta) recapitata comunque quattro mesi dopo che Beghin se n'era già ufficialmente andato. Beghin si è lamentato con i giornalisti: «Il direttore di rete, Angelo Guglielmi, ha avuto la sfrontatezza di accusarmi di plagio per aver copiato programmi da me ideati, quando poi la stessa trasmissione che ho ceduto alla Fininvest l'avevo preventivamente offerta alla Rai». Guglielmi non ha risposto e il dissidio fra l'inventore di programmi e la struttura Rai sembrerebbe ancora lontano da una ricomposizione. Del tutto indipendentemente dalla grana Rai-Begin, la Fininvest intanto ha sospeso «Linea continua» prima del termine preventivato per la chiusura della trasmissione. Motivo: lo scarso ascolto del programma che non aveva avuto sul pubblico la presa preventivata. «Linea continua» era un program- ma nato dopo il boom delle trasmissioni analoghe: ha fatto parlare di sé prima di incominciare, ma non ha mai sollevato polemiche di rilievo e a poco a poco è stata dimenticata anche dai giornali. Parallelamente, ma senza alcun nesso con le due vicende, la settimana scorsa, su Raitre, è saltata invece l'ultima puntata di «Telefono giallo» sostituita da un interessantissimo filmato riassuntivo sul maxiprocesso alla mafia, con una voce fuori campo che legava le varie fasi del lunghissimo procedimento. La puntata di «Telefono giallo» avrebbe dovuto parlare del misterioso assassinio di un pediatra napoletano accoltellato e sgozzato nel dicembre del 1987. Del delitto era stato accusato un giovane macellaio, ma il Tribunale ne aveva accertato l'innocenza. La vedova della vittima si è rivolta al pretore perché il programma non andasse in onda per «tutelare la serenità dei figli minori». Il pretore le ha dato ragione facendo anche ricorso in Cassazione e la bega giudiziaria che ne è nata sembra destinata a protrarsi nel tempo. Il solo programma di Beghin ad andare ancora regolarmente in onda è «Chi l'ha visto?», dove l'unico cambiamento di rilievo è consistito finora nel cambio di look di Donatella Raffai che si è tagliata i capelli e ogni tanto sotto la giacca adesso indossa la camicia. I giornali però, rispetto all'anno passato, ne parlano infinitamente meno, i comici non prendono quasi più in giro la Raffai, il varo della nuova serie della trasmissione (sospesa lo scorso anno e subito ripresa a furor di popolo) non è scontata come in passato, la privacy degli scomparsi volontari ha buone possibilità di tornare ad essere salvaguardata. Vittima, forse, di un cambiamento di gusti da parte del pubblico, Beghin sta studiando nuove trasmissioni. Pare che stia inventando un programma che dovrebbe andare in onda su Italia 1 ed essere presentato da Giuliano Ferrara, tornato in video e doppiamente impegnato su Italia 1 e su Canale 5. Fra i suoi progetti, anche altri programmi sui quali non si sa ancora nulla: Beghin, che non ha un contratto di esclusiva con la Fininvest, annuncia comunque che proporrà le sue nuove trasmissioni a tutte le televisioni, con la sola eccezione di Raitre con cui i rapporti sono, con ogni evidenza, deterioratissimi. [ste. pet.] Lio Beghin con Rita Dalla Chiesa, conduttrice di «Linea continua»

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