C'è dell'argento in Danimarca e seduce il mercato

C'è dell'argento in Danimarca e seduce il mercato C'è dell'argento in Danimarca e seduce il mercato Se preziosi candelabri e oliere diventano una follia possibile RRIVANO i Danesi, con argenti e mobili d'epoca. Sempre più numerosi valicano le Alpi per proporsi nelle grandi rassegne antiquarie, con prezzi che appaiono concorrenziali per l'Italia. Trattano l'argento a cifre che oscillano dalle 1050 alle 1200 lire al grammo per la posateria d'inizio secolo, per arrivare fino alle 1600-2000 lire al grammo per candelabri, teiere, boccali della metà Ottocento. Possono così creare qualche imbarazzo di mercato ad analoghi pezzi francesi o inglesi, che ormai persino i commercianti si rassegnano sovente ad acquistare a Parigi e Londra a cifre che oscillano dalle 2300 alle 3200 lire il grammo. «Attenzione però - avvertono gli specialisti italiani del settore perché non è opportuno stimare l'argento d'epoca per prezzo al grammo. E' meglio confrontare fra loro pezzi singoli, coevi, da esaminare nella loro qualità complessiva». Anche in questo caso però la convenienza del mercato danese appare non di rado alquanto evidente, specie quando riesce a proporre anche in Italia alcuni esemplari inglesi e francesi della metà dell'800 a cifre a volte inferiori del 35-40 per cento rispetto gli attuali mercati di origine. «A contenere i prezzi dei Danesi è la ristrettezza del loro mercato - spiega Roberto Casartelli, perito della Camera di Commercio di Torino - che non è ancora internazionalmente diffuso, come lo sono gli argenti italiani, francesi e inglesi. La stessa tradizione argentiera danese è meno conosciuta. Da noi è poco trattata e non ha praticamente collezionismo, come hanno mercato ristretto gli argenti dell'800 austriaco, olandese e spagnolo». All'estero non è già più così. L'argentiere danese Georg Jensen, che a Copenaghen è considerato come il Cartier nazionale, a Parigi, in faubourg Saint-Honoré, si fa avanti con quotazioni di tutto rispetto. Un piccolo set, nuovo nuovo, composto da saliera, pepiera e oliera in argento, con vaschette in cristallo blu .costa attorno ai 5 milioni e mezzo. Con Jensen quindi è ancora meglio far amicizia in Italia. I suoi raffinati servizi di posate Anni 50, in uno stile che ricorda ancora le linee del decò, all'ultima Fiera di Parma sono stati proposti completi dalla Kaere Ven di Copenaghen a prezzi che oscillavano dai 5 agli 8 milioni. Analogo discorso vale per i mobili. Fino a dieci anni fa un viaggio in Danimarca permetteva di trovare splendidi pezzi in stile Luigi XV a cifre oltremodo convenienti. Numerosi antiquari italiani e francesi se ne sono accorti per tempo e hanno raccolto con gran vantaggio tutto ciò che era disponibile. Ora però le occasioni sono nei mobili dell'800. Sono massicci, ma dalle linee morbide, indubbiamente ben rifiniti, costruiti in nobile e rosso mogano, ottimamente impiallicciato, ma è facile trovarli persino in luminose e chiare interpretazioni di betulla e acero. Per forme e tipi ricordano il Biedermeyer tedesco o alcune espressioni dello stile Luigi Filippo francese o qualche mobile del Nord Italia, con il vantaggio però di costare anche questa volta circa il 30 o il 40 per cento di meno. Uno dei principali importatori italiani è la «Old Imports srl» di San Dona di Piave che, proprio oggi, nella sua filiale milanese, al centro commerciale «Il Girasole», ultima una grandiosa vendita di argenti e mobili danesi e svedesi, riservati però rigorosamente ai soli antiquari professionisti. «Il mobile danese - confermano alla Old Imports - sta trovando amatori specialmente in Lombardia e in Toscana. Viene apprezzato proprio per il buon rapporto fra qualità e prez¬ zo. Dalla Danimarca giungono infatti pezzi che in Italia sono ormai più rari e quindi molto più costosi». Il commercio si avvantaggia oggi di una disponibilità di esemplari che è diretta conseguenza della ricchezza della società borghese dell'800 danese, molto più solida e diffusa di quella italiana di quel tempo. «Nel secolo scorso - ricordano gli importatori - era rara la casa danese che, per quanto modesta, non vantasse qualche pezzo di un certo decoro». Oggi li riscopriamo. E i prezzi parlano chiaro. Alla Fiera di Parma un'angoliera danese in piuma di mogano, alta circa un metro e mezzo, è stata venduta a due milioni e ottocentomila. Un esemplare analogo, di pari bella qualità, ma importato dall'Olanda, sul mercato torinese è stato messo in vendita attorno ai cinque milioni. Maurizio Lupo