SADDAM HUSSEIN

SADDAM HUSSEIN SADDAM HUSSEIN Promette al suo popolo affamato di pane e libertà un po' di democrazia JABER AL-AHMAD AL-SABAH I La ricostruzione non fa | paura agli ex pescatori diventati finanzieri HAFEZ ASSAD S'è visto cancellare dal libro dei cattivi nello spazio di 48 ore IBN ABDUL AZIZ FAHD Fa politica secondo la logica atemporale del deserto ed ha lipreso a finanziare l'Olp I | Ulema e successivamente convincerli a concedere ai soldati «infedeli» di avere nello zaino la Bibbia o la Torah. Certo la promiscuità, ancorché discreta, dei vari riti religiosi celebrati nelle basi militari saudite, il contatto sia pure occasionale degli estroversi americani con i riservati, psicologicamente insulari, sauditi farà sì che l'Arabia schiuda la conchiglia della sua esclusività. Ma un proverbio arabo ammonisce che «la fretta è di Satana, la prudenza di Dio». Per adesso c'è da stabilizzare la regione partendo dalla soluzione della questione palestinese. I sauditi hanno sempre aiutato l'Olp. Anche finanziariamente. Spesso da soli. L'arabista David Holden scrisse di re Feisal, il padre dell'Arabia moderna: «E' un conservatore che guida il suo popolo all'indietro nel futuro». Codesta definizione calza come un guanto ai suoi successori che, pur avendo già conquistato tecnologicamente il Duemila, fanno politica secondo la flessibile logica atemporale del deserto. Ryad ha già ripreso a finanziare l'Olp. Egitto. 110 e lode a Mubarak. Ha forzato la mano ai suoi «fratelli» muovendoli contro l'arrogante e falso Saddam al quale non perdona di aver espulso un milione e passa di lavoratori egi¬ ziani dall'Iraq, dopo averli spremuti fino alla morte. Ha vinto la guerra con poca spesa e tanto guadagno: il pletorico debito con gli Usa è stato azzerato, arriveranno altri aiuti anche militari. La Lega Araba è tornata al Cairo, l'Egitto recupera il suo primato nel mondo arabo. Ma in un paese dove nasce un bambino ogni trenta secondi per rifondare l'economia ci vuole tranquillità. Fino a quando la tragedia palestinese non verrà risolta non ci sarà pace in Medio Oriente e Mubarak dovrà stare in guardia. Egli sa, come del resto re Fahd, che Sadat fu ucciso dagli integralisti perché «corrotto sulla terra». Non tanto per aver fatto la pace con Israele, quanto per essersi svenduto agli americani. Siria. Assad non sarà il Bismarck del Medio Oriente ma è senz'altro implacabile come un leone e abile come una volpe. Già «grande vecchio del terrorismo», s'è visto cancellare dal libro dei cattivi nello spazio di 48 ore. In cambio d'un drappello token (simbolico) di soldati al fronte (che applaudivano quando gli Scud colpivano Tel Aviv) ha avuto mano libera in Libano. Il paese dei cedri ha ripreso a produrre ricchezza anziché cadaveri, s'annunciano tempi buoni per l'agricoltura siriana da sistemare, per glia in territorio saudita. Tramite il telefono rosso, i sauditi chiamarono Baghdad: un alto ufficiale iracheno li tranquillizzò, s'era trattato d'un errore, non si sarebbe mai più ripetuto. Sei ore dopo, invece, ecco un'altra penetrazione; nuova telefonata alla quale, questa volta, risponde un semplice capitano. Non ne so nulla, richiamerò. A Ryad veniva intanto calcolato che le truppe irachene erano in numero sufficiente per occupare i campi petroliferi della provincia orientale nell'arco di sette ore; ne sarebbero bastate tre ancora per occupare tutto il Regno. Sei ore dopo ebbe luogo la terza incursione ma all'altro capo del telefono rosso nessun iracheno rispose. Sicché, quando il 3 di agosto gli Stati Uniti chiesero ai sauditi di chiudere la pipeline irachena, re Fahd anziché chiamare Baghdad decise di chiamare Washington. Io son disposto a chiudere la pipeline ma siccome gli iracheni ne faranno un casus belli bisognerà che voi mi mandiate un po' di gente in aiuto. E in fretta. Da qui la missione urgente di Cheney a Ryad e l'avviarsi del più grande trasferimento di forze della Storia da un capo all'altro del mondo. In quelle circostanze fu facile per re Fahd avere dalla sua gli